Il cristiano e la ricerca della Verità

Anche in occasione della vicenda dolorosa e triste di Eluana Englaro abbiamo constatato quanto le parole e le immagini che ci raggiungono influiscono su di noi. Si sente dire da molti anche a proposito di tante notizie quotidiane: spesso lasciano il cuore amareggiato, abbattuto… Resta vero poi che ciascuna persona elabora ciò che riceve e si forma una propria opinione… Attenzione quindi a ciò che si riceve e a ciò che si ricerca: infatti i mass-media non ci fanno giungere se non ciò che chi li dirige decide… non è detto che sia tutta la realtà. Se vogliamo, possiamo ricorrere ad altre fonti di notizie.
I cristiani – se tali vogliono essere, restando fedeli a Gesù maestro e salvatore – hanno la possibilità di confrontare tutte le parole e le vicende, che sentono, con la Parola di Dio (che è Cristo) per vedere se sono vere o no e anche per avere una luce giusta – che non dipende dal mondo, viene dall’alto – per interpretare i fatti.
In tutta libertà ciascuno, dentro e fuori la Chiesa, che sia credente o no, si forma una propria visione del mondo, della storia, di se stesso, del senso della vita e della morte, del perché esiste il male e il dolore, della società, di cosa fa la felicità o l’infelicità… In tutta libertà: Gesù ai suoi discepoli dice: “vi chiamo non servi, ma amici”. Quindi anche i cristiani devono conservare la propria libertà di giudizio e di scelta…
Tuttavia c’è una perplessità: se non cerco la verità tutta intera e mi limito a quello che altri mi fanno arrivare, come posso essere sicuro, senza presunzione, di quello che penso o credo? (per esempio nel caso citato, era “convinto” sia chi sosteneva una posizione sia chi era contrario). E – tanto più se sono cristiano – posso essere sicuro di valutare la realtà rettamente, se ascolto tutte le parole tranne che la Parola di Dio?
Presto viene la Quaresima. É davvero il caso di “convertirci”: almeno noi cristiani “convergere” l’attenzione a Dio… visto che di solito lo lasciamo fuori o ai margini della realtà vissuta. (…poi ci lamentiamo con Dio perché le cose vanno male!). 

Don Giuseppe Colombo

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