Il coraggio di interrogarsi: parte 1

In un suo scritto il Papa Benedetto XVI afferma che quando, per la prima volta, un essere vivente diede del tu a Dio allora nacque la coscienza umana. In altre parole quando una creatura prese coscienza di sé, di essere creatura, riconobbe il Creatore di fronte a sé. I dieci Comandamenti che troviamo nella Sacra Scrittura ci permettono di rivolgerci a Dio riconoscendo che Egli ci precede nell’iniziativa di parlarci…
Ma teniamo conto che una lunga storia ha preceduto il momento di Mosè sul monte Sinai e già un lungo cammino aveva accompagnato il popolo di Israele. In altre parole il nostro esame di coscienza si inserisce in una continua ricerca di senso che accompagna la nostra esistenza umana. Solo ad un certo punto si riconosce Dio davanti a sé!
E’ vero, Dio precede l’uomo – lo ha creato lui – ma Dio non si impone: pazientemente Egli aspetta che l’uomo lo riconosca. Non “sentiremo” Dio se non attraverso la nostra coscienza…
Ma, noi abbiamo il coraggio di interrogarci? Il rischio, più evidente proprio in tempi di consumismo, è di avere la coscienza annebbiata da sazietà: infatti chi è stordito (da alcol, fumo, droga…) non ha più una percezione chiara della realtà. Anche il digiuno è una caratteristica dell’impegno quaresimale, ma l’obiettivo della quaresima è la “conversione”: rivolgerci verso la Realtà vera adorando l’unico Signore e smettere di stare ripiegati davanti alle immagini (“idoli”).
Prendiamo coscienza che nel creato, come in uno specchio, si riflette l’immagine di Dio… però non basta: solo quando riposiamo nelle braccia del Padre nostro siamo nella pace. Interroghiamoci con coraggio… Riflettiamo!

Don Giuseppe Colombo

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