Il coraggio di interrogarsi: parte 8

Interrogarsi non è forse avere il coraggio di cercare la verità?
Non è quando ci si sente se stessi, in modo autentico, che stiamo nella pace?
Perché rimaniamo profondamente delusi e amareggiati quando qualcuno, di cui ci fidiamo, ci tradisce?

Don Giuseppe Colombo

>> Scarica la ottava riflessione

Un commento su “Il coraggio di interrogarsi: parte 8

  1. Riporre fiducia negli altri è un atto di fede lo dice la parola stessa. Avere fede non vuol dire semplicemente credere ma soprattutto fidarsi ciecamente(pensiamo all’apostolo Tommaso…). Il problema è che spesso l’uomo è portato a fidarsi più dell’uomo -che vede,tocca,risponde – piuttosoto che di un Dio impalpabile, silente. E in virtù di questo comportamento l’uomo rimane spesso deluso dall’inaffidabilità umana. E questa delusione alimenta la sfiducia da cui nasce la diffidenza che porta, inevitabilemtne alla menzogna. La famosa “bugia a fin di bene” e l’inganno supremo di colui che striscia. Una menzogna è da sempre una mancata verità e non può provenire certo da un atto di bene proprio perchè non permette al bene di operare secondo la volontà di Dio. Ricordo un giorno di aver letto queste parole. Erano scritte in inglese e tradotte suonano più o meno così-“solo a chi vede nell’invisibile può credere all’impossibile”.
    La ricerca costante e ostinata della verità deve essere l’obiettivo sul quale centrare le nostre scelte e i nostri comportamenti quotidiani. Siamo tutti pieni di domande ma vuoti di risposte. C’è una domanda che ha fatto la storia:”Quid est veritas?” chiese Pilato a Gesù. Ma non ottenne risposta. Eppure era li davanti ai suoi occhi…ma non vedeva.
    Ora che tutto è compiuto secondo il progetto di salvezza ogni volta che guardo al Crocifisso mi rimbomba in testa la risposta: “est vir qui adest” – è l’uomo qui davanti a te.

Lascia un commento