La radio parrocchiale?

Una radio per far sentire meno soli gli anziani e gli ammalati, le persone sole o semplicemente per diffondere catechesi, celebrazioni, la preghiera del Rosario, le conferenze e tante altre cose in tutte le case. Non una radio commerciale e neppure per mettere in etere musica e basta! Stiamo prendendo contatti con una società che potrebbe installare l’impianto a un costo non esoso. Ma nel frattempo, voi cosa ne pensate?!

87 commenti su “La radio parrocchiale?

  1. ciao a tutti.caro Giuseppe,forse hai ragione,ma la lettura di quel testo come prima impressione mi ha dato quell’idea.
    forse non ho saputo cogliere le sfumature che hai colto tu, e ti ringrazio del commento che mi dà modo di discutere di un argomento interessante.
    sono perfettamente consapevole che i ruoli devono essere rispettati,anche se non paragonerei un organismo come la chiesa ad un’industria,ma quello che cercavo di dire è che la chiesa è cambiata nel tempo ed il pensiero espresso nell’articolo mi pare voglia farla tornare indietro al tempo in cui doveva essere temuta e rispettata più per paura che per quello che rappresenta.
    oggi il laico che serve la comunione è normale, fino a qualche tempo fà non esisteva,mi pare.
    è chiaro che quest’ultimo non è il “prete”,è chiaro a tutti.
    atti come questo sono comunque un’apertura alla partecipazione di persone di buona volontà che vogliono comunque portare testimonianza,forse anche ispirandosi ai santi,come dici.anche se qualcuno forse si mette un pò troppo sul piedistallo.
    e forse è questo il suggerimento di don Giorgio,TUTTI siamo la Chiesa.
    su un’altro punto mi trovi d’accordo,questi sono tempi di crisi,in tutti i sensi. ma visto che parliamo di religione la crisi è evidente,la gente si allontana da Dio per i più svariati motivi,alcuni tacciano i cattolici di bigottismo ,altri non credono a prescindere e via così….
    un’esempio lo si è visto negli scontri di roma.
    non credo di essere bigotto ne tanto meno di essere il miglior cristiano di questa terra,anzi….
    ma vedere la statua della Madonna scaraventata a terra e calpestata senza rispetto mi ha infastidito.
    purtroppo questo è un segno della famosa “crisi” dei nostri tempi,e senza volere polemizzare politicamente,il fatto che in italia si costruiranno moschee non è un buon segnale.ma su questo punto ognuno tragga le proprie conclusioni,io ho già dato.
    il tuo ultimo pensiero poi è molto zen,ma è quello che dovremmo tutti praticare,o perlomeno cercare di fare,ognuno dovrebbe comportarsi in maniera corretta ed onesta,dove per onestà non si intende solo “vivere”,ma anche “pensare” in maniera onesta.
    ma,come disse uno più famoso di me:” l’onestà è lodata da tutti,ma muore di freddo”

  2. Ciao Maurizio, per me il sunto dell’articolo non è come dici te temere la Chiesa ma è rispettarla, e i sacerdoti devono rispettare i laici (certo ogni figura nei suoi ruoli).
    Secondo me l’autore dell’ articolo si augura che vengano rimessi dei paletti o meglio i confini in cui ogni persona deve operare e non più scambio di ruoli in cui ci siano laici che fanno di tutto e di più al posto dei parroci i così chiamati “vice-parroci” o preti che fanno di tutto tranne che che curare le proprie pecorelle. Ci deve essere solo il prete che comanda e che deve dirigere la parrocchia e chi si offre per collaborare deve rendere conto a lui e solo a lui del suo operato.
    Così facendo c’è solo un riferimento per meriti e per eventuali osservazioni……..le teste sono tante. Per quanto riguarda i fatti di Roma (senza scomodare commenti politici che lascio ad altri)non ci sono parole che siano in grado di commentare le mie emozioni ma permettimi di correggere il tiro nel dire che è i risultato della mancanza di educazione e di rispetto nei confronti delle cose e delle persone in cui negli ultimi anni si è fatto crescere i figli.
    Ma è anche dovuta all’assoluta e costante difesa dei figli anche quando è evidente lo sbaglio (anche se banale)da parte loro, e dire sempre “tanto sono bambini o ragazzi….!”.
    I figli non sbagliano mai!!! E sempre colpa degli altri.
    E’ stato ridicolo sentire in televisione che i genitori anche davanti ai filmati televisivi cercavano scuse e negavano l’evidenza “lanciare l’estintore per spegnere l’incendio……”!!!! NO COMMENT.
    Provocazione Maurizio. Anche in questo caso si parla di tornare indietro nei modelli di educazione vuoi religiosa o civile, regole ferme e ruoli ben definiti. Rispetto degli adulti. Genitori che vogliono fare “gli amici dei figli e non i genitori. Sono curioso di sentire il tuo parere e giudizio (non politico). Magari anche qualche altra persona potrebbe lasciare il proprio commento o la propria opinione, visto che molti meseresi visitano il sito e leggono le discussioni ma non si azzardano a lasciare traccia dei loro pensieri.Ciao a tutti.

  3. ciao Giuseppe,come và il ginocchio?spero bene.
    è sorprendente vedere come una stessa cosa possa essere interpretata in maniera differente.
    vorrei incominciare partendo dal fondo,dalla “provocazione”.ti risponderò in maniera non politica (non c’entra nulla) anche perchè potremmo riallacciare il discorso all’articolo.
    è vero,oggi le regole di ingaggio sono cambiate. i genitori sono diventati amici,gli insegnanti sono diventati compagni di scuola,alle persone anziane si dà del tu e l’uso del “lei” rivolgendosi a persone non conosciute è ormai di uso poco comune. se da un lato questo livella dall’altro dà l’idea di come il rispetto sia sempre più cosa rara.
    come dicevi tu all’inizio del tuo intervento ci vogliono ruoli ben definiti.
    ma bisogna anche saperseli guadagnare ruoli e rispetto.
    è ovvio che se il genitore non è in grado di essere obbiettivo nel giudicare il figlio,e di saperlo soprattutto correggere (e a volte punire),il figlio crescerà nell’erronea convinzione della sua infallibilità,non riuscendo a capire dove è il suo errore.
    un esempio ardito potrebbe essere la cacciata dal paradiso terrestre. i figli hanno sbagliato e di conseguenza hanno ricevuto una punizione.
    naturalmente non vorrei sembrare un’orco con la frusta in mano pronto a fustigare quanti, compreso i propri figli, sbagliano. me ne guarderei bene,ma quello che voglio dire è che ci vuole misura e metodo,e magari il metodo lo si può trovare anche con il miele….
    ma come dicevo nel mio intervento di prima ci vuole “onestà” di giudizio e di comportamento,da parte di tutti, e se tutti facessimo uso di questa cosa sono sicuro che in molti ne troveremmo giovamento. e forse non ci sarebbe bisogno di delimitare con paletti vari il proprio territorio,perchè è talmente evidente che io non posso fare il “prete”, non ne sarei capace,ma rispetterei la sua figura come coordinatore della fede, in quanto la mia onestà intellettuale lo riconoscerebbe come persona capace di testimoniare la parola di Dio.
    in sostanza non è necessario distinguere e definire i ruoli se ognuno fà il proprio con diligenza,ma poi torniamo al solito discorso: siamo fallaci,ed è per noi più facile sbagliare, ed in fondo è meglio così.
    sai che noia un mondo di perfettini?

  4. Vedi Maurizio sei arrivato al mio stesso punto, non bisogna temere la chiesa ma saper rispettare i ruoli con onestà e rispetto. I paletti o confini come ho detto bisogna metterli se uno sbaglia ma se no non servono!
    Era questo l’auspicio secondo me a cui si riferiva l’autore dell’articolo.
    Pensavo di essere una mosca bianca per quanto riguarda la linea di condotta da tenere nell’educazione dei figli ma a quanto leggo sono in compagnia almeno di una persona.
    Grazie per l’interessamento sul mio stato di salute ma non la vedo troppo rosea la situazione (prossima volta che ci si vede ti spiegherò).
    Ciao a tutti.

  5. …bhe potevi almeno ricordarmi che il ginocchio va bene ma la schiena…..
    a parte gli scherzi mi auguro che tu ti rimetta presto in sesto al 100%.
    per quanto riguarda il resto non credo di essere mai stato lontano dal tuo punto di vista,diciamo che vediamo la sfera da due angoli differenti.
    personalmente non ho mai creduto che la chiesa sia una cosa da temere,anche se storicamente ha vissuto momenti in cui era temuta sul serio,ma mi auguro sempre che chi ne fà parte non sia estremamente rigido,ma che abbia l’apertura mentale di accettare chi non è devoto fino al fanatismo e chi è in un momento di crisi,come penso di essere io in questo momento,in cui cerca risposte a domande su cosa è la fede.
    per i figli,bhe.. non ho mai creduto al genitore amico. il genitore deve essere una guida,la migliore possibile,ma soprattutto deve essere “il” punto di riferimento.
    comunque io preferisco il dialogo alla bacchetta. credo sia il metodo migliore per ottenere attenzione ed al tempo stesso il metodo migliore per fare riflettere sugli errori commessi (almeno fino ad una certa età,poi altri sono i problemi ed altre saranno le soluzioni).
    ad ogni buon conto alla prossima. credo che non mancheranno gli spunti ….

  6. Spero di rispondere alla domanda di Maurizio su cosa è la fede:

    Signore aiutami a dire “sì”
    (Novello Pederzini)

    Ho paura a dirti di “sì”, Signore.
    Non so ancora che cosa vuoi e dove mi vuoi portare. Ho paura che tu mi voglia condurre proprio là dove io non voglio andare.
    Ho paura che tu mi spinga per strade a me non gradite, di firmare una carta in bianco, di dirti un “sì” che poi reclama altri “sì”…
    Mi fai paura, Signore, anche se sento di amarti.
    Ho paura del tuo sguardo, perché esso è irresistibile. Ho paura della tua esigenza, perché sei un Dio geloso. Ho paura del tuo amore, perché sei troppo misterioso e impegnativo.
    E con queste paure, mi dibatto in contraddizioni e in angosce a non finire.
    Sono incerto sulle mie scelte, insicuro nelle mie decisioni, e sempre più insoddisfatto di ciò che sono e di ciò che faccio.
    Ma che cosa vuoi da me, Signore?
    Dio terribile, che cosa vuoi ancora?

    TU MI DICI:
    Piccolo, voglio ridimensionare la tua vita.
    Fino ad ora, sei stato tu a decidere.
    Più o meno, hai sempre fatto quello che volevi, e poi pretendevi che io ti seguissi, cercando una convalida alle tue decisioni.
    Ma non puoi continuare così.
    Devi capire che hai invertito le parti: hai giocato quel ruolo di protagonista che spetta gelosamente a Me.
    Non lo debbo dire “sì” a te, ma tu a Me.
    A me spettano l’iniziativa e tutte le scelte che ti riguardano.
    Io devo essere il centro di ogni tua cosa e, soprattutto, del tuo cuore.
    Mi devi seguire docilmente.
    Mi devi consegnare la tua volontà.
    Mi devi dare tutto.
    Ho bisogno del tuo “sì”, come ebbi bisogno del “sì” di Maria per venire, come uomo, sulla terra.
    Dimmi un sì come me lo disse Lei: deciso, incondizionato, fidente, affettuoso.
    Fidati di me.

    Signore, aiutami a comprendere che Tu non hai bisogno delle mie sufficienze; a capire che io non sono poi tanto importante e necessario.
    Fammi capire che a nulla giova continuare a discutere, a contestare, a resisterti.
    Infondimi forza e decisione perché possa aderire al tuo progetto.
    E perché venga il tuo regno e non il mio, perché sia fatta la tua volontà e non la mia, aiutami a dire “Si”, ma subito,
    e con amore.

    Maurizio, anche la crisi è provvidenziale!

    “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”(SPaolo) Sì, perché se c’è una questione che a tutti sta a cuore è sapere il “perché delle cose”. Dobbiamo per forza dare un senso a tutto altrimenti impazziamo. Pensare che la vita sia un susseguirsi casuale di avvenimenti per lo più faticosi e disagevoli ci deprime e sconforta.Perchè non sopportiamo questa casualità? Il card. Biffi dice che “il caso”
    non è altro che una manifestazione in incognito di Dio per le strade del mondo.
    Prima ancora che la fede, la ragione ci rende insopportabile pensare che esista il caso
    e se leggiamo la Parola di Dio ci accorgiamo che nulla è lasciato al caso ma tutto è preordinato al progetto di Dio sull’uomo, un progetto di Amore che ci orienta a conoscerLo, servirLo e Amarlo appunto, sopra ogni altra ragione.Non sempre ci è rivelato il “perchè delle cose”, eppure abbiamo – è la nostra ragione di uomini a esigerlo-bisogno che tutto sia conseguenziale e quando lo scopriamo ci meravigliamo di come nulla va perduto e tutto serve. Ciascun istante di vita, ogni gesto pensiero parola “concorre”. Ecco perchè la vita del cristiano è affascinante proprio perchè nulla è insignificante. Anche il peccato e il male rientrano in questo progetto misterioso di Dio. Come interpretare allora l’apparente insensatezza della sofferenza e del dolore sia fisico che morale che attanaglia da sempre l’esistenza umana? Forse Dio ce l’ha con noi ?? Magari più “sensato” di fronte a queste esperienze sarebbe bene domandarci: Signore cosa vuoi da me ? Cosa mi stai chiedendo?
    Ecco credo un primo passo per cominciare a dare un senso a questo dono meraviglioso di Dio che è la ns vita.
    Un saluto e alla prossima
    Ave Maria

  7. ciao marco,finalmente “risento” la tua voce dopo parecchio tempo. tutto bene?
    dio ce l’ha con noi?
    a volte,non mi vergogno di dirlo l’ho pensato,soprattutto nei momenti in cui sembra che tutto ti sfugga di mano,quando, nonostante tu ce la metta tutta,non riesci a cavare un ragno dal buco,quando,parlando di problemi purtroppo molto terreni,apri le bollette e ti chiedi dove troverai i soldi per pagare anche quella.
    quando i tuoi figli ti mancano di rispetto e ti chiedi se i tuoi metodi di insegnamento sono corretti o se hai solo sprecato tempo,
    queste sono domande semplici che tutti ci siamo posti almeno una volta nella vita,anche se,ne siamo consci, c’è chi stà peggio.
    ma è chiaro, ognuno guarda nel proprio giardino
    e di fronte a situazioni avverse per trovare la forza di andare avanti ti senti un pò come Tommaso,che per credere aveva bisogno di toccare , o per lo meno di avere un segno.
    so che quanto dico è indice di persona con poca fede,ma,credimi,in questo momento io mi sento così.
    è come voler entrare in una casa e rimanere fermo lì, sulla soglia, e pensare dove mettere il prossimo passo.
    mi sono ritrovato a tornare nella casa di Dio un pò per i figli,ai quali voglio dar loro tutti gli strumenti per poter conoscere e crescere in maniera autonoma la loro esperienza religiosa,
    dopo molto tempo.
    e qui mi sono ritrovato di nuovo a pormi domande,come è difficile l’essere umano.
    ha sempre bisogno di certezze,mentre nella fede la certezza è nella fede stessa.

    le domande si affollano nella mia mente.
    questo mi porta a leggere (forse strano per questi tempi multimediali),anche testi religiosi o che parlano di religiosità, anche di altre religioni,testi che comunque mi hanno fatto pensare.
    fra le molte frasi lette ne ricordo una che recita più o meno così “Non potrò dirti la mia verità fin quando non smetterai di dirmi la tua”.
    il concetto ,credo, sia che Dio non ci ascolta fin quando ci lamentiamo o ci poniamo in primo piano nella nostra stessa vita,solo mettendoci da parte potremo ascoltare la sua voce.
    ineccepibile,ma il mondo è diventato sterile,senza più principi.l’io domina,l’apparire è la meta. ovunque mi volto non vedo altro. ed è difficile essere lepre in un mondo di lupi.
    tutto quello che hai scritto ,marco, è bellissimo.và capito,assimilato e,per chi ne è capace,messo in pratica.
    e,come diceva totò in tutt’altro contesto,forse un giorno anch’io.

    parli di “caso”.
    forse non è un caso che noi siamo qui a parlare su questo sito, forse quanto diciamo ci aiuta ad aprire la mente o molto più semplicemente ci fà pensare(e vorrei che la speranza di giuseppe di avere qualche altro interlocutore si realizzi).

    una cosa positiva ,almeno secondo il mio giudizio, è che comunque voi mi date degli imput che ancora non avevo trovato,e questo mi fà molto piacere.
    e siete anche un aiuto,e di questo vi ringrazio, a farmi superare certe serate stupide, come è questa, in cui la mia mente pensa a cose più grandi di lei.

  8. Ciao a tutti eccomi qui a ridire la mia…! Certo Maurizio sono con te, molte volte le difficoltà terrene quotidiane che noi umili mortali incontriamo ci abbattono al di là della più fervente fede che una persona possa avere. Ha detto bene oggi don Giorgio durante l’omelia “…..la ricetta per superare questo periodo di profonda crisi sia economica che morale debba essere cercata e trovata nell’ottimismo,nell’entusiasmo, nella gioia di fare e mettersi in gioco….”. Insomma con la fede senza se e senza ma, sapendo che siamo parte di una Comunità in cui ogni persona viene accolta, capita e se serve aiutata.
    Come ti capisco quando dici di sentirti come una persona ferma sulla soglia di una casa e non saper dove mettere il primo passo. Peccato che la casa in questione è la casa di Dio e che una persona non trovi una sua “posizione” al suo interno non dovrebbe succedere.Io ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno “preso per mano” e accompagnato nella comunità e mi sono ritrovato dopo un periodo buio di lontananza dalla chiesa. Ero giovane in piena crisi. Con una scusa sono stato riavvicinato, coinvolto e mi sono sentito preso da un entusiasmo che mi ha fatto superare mille difficolta e timori. Certo questa mano va ricercata e bisogna metttersi nelle condizioni di coglierla ma la comunità deve fare di tutto per essere accogliente e mettere tutti nelle condizioni di non trovarsi sulla porta e non saper dove mettere il primo passo. Maurizio molte volte la strada giusta è celata dietro una cosa che può sembrare insignificante ma che con il passare del tempo e delle esperienze si puo rivelare quella corretta e che ti apre mille possibilita e trovi le risposte ai tuoi quesiti. Per creare lo spirito corretto dobbiamo però smettere tutti di stare sempre sulla difensiva ed aprirci (anche se il mondo purtroppo va riconosciuto è dei lupi) perchè non tutti vogliono schiacciarci. Dobbiamo distinguere il bene dal male, porci in ascolto e farci guidare da chi ci vuol bene. Dio lavora in tutti noi nulla è lasciato al caso. Vedrai Maurizio per l’amore che provi per le tue figlie troverai le risposte che cerchi alle tue domande (magari aiutato dalla “tua” comunità). Ciao alla prossima.

  9. ….ciao Giuseppe,vorrei risponderti con una domanda…
    cosa ne pensi dell’incontro di oggi?
    la domanda è lecita,perchè,nonostante come sai non ero al massimo della forma,credo che in più di un punto si sia toccato l’argomento accoglienza in comunità.
    …e un pò perchè vorrei trovare spunti di dialogo anche su questi incontri per capire al meglio quello che è la chiesa oggi.

  10. In effetti Maurizio, a meno che non mi sia addormentato e questo non mi sembra che sia successo, ieri sera non si è parlato di accoglienza. Pensavo anch’io che questi incontri fossero calati più sulla praticità e non sulle cose evanescenti. Spero che a chiusura degli incontri si traggano le conclusioni e le cose pratiche da tutti questi discorsi. Non ho ancora capito dove vuole portarci il relatore con quei discorsi (interessanti per i confronti architettonici e artistici ma….) sul battesimo ai tempi dei primi cristiani. Ok ragionare su quello che offrivano i padri della nostra religione per attirare a se i pagani ma sempre guardando il lato pratico non so a cosa serva.
    Lo so a questo punto qualcuno si sarà ribaltato dalla poltrona o sarà caduto dalla sedia o addirittura si sarà strappato le vesti ma io non mi scandalizzo per quello che ho detto o scritto (come si preferisce). Va bene la formazione, la cultura ma dobbiamo lavorare all’interno di comunità sempre più chiuse e sempre più propense a sviluppare
    l’individualismo…..!!!.Dateci spunti su cui lavorare. Ieri dopo l’incontro hai richiamato quell’articolo che Marco ci a inviato ma a mio avviso con le serate non centra. Piuttosto le vedo come serate “scolastiche” in cui si vuole puntare sulla formazione. Vedremo Maurizio anzi vedrai…..mi prenderai gli appunti e me li invierai. A quanto pare (con certezza lo saprò fra qualche giorno) prenderò una “vacanza” (visto che lavoro troppo). Ciao.

  11. ciao Giuseppe,l’argomento accoglienza è stato toccato. il battesimo non è forse accoglienza in una nuova dimensione di vita?
    anche se rimango dell’opinione che anche il battesimo deve essere una scelta della persona,una decisione da prendere con piena coscienza nella maturità della vita.
    e a questo proposito avrei davvero gradito la risposta mancata del relatore,anche se forse posta non proprio in questo modo,alla prima domanda.
    ma forse tu intendevi “accoglienza” in altri termini.
    quindi me lo dirai poi.
    e a proposito,dubito di vederti addormentare a qualsiasi riunione,piuttosto quello in coma ero io,per la cronaca oggi mi sento meglio ma non sono al 100%,quindi perdona in anticipo quello che stò scrivendo,magari qualcosa è dettato dall’influenza.
    per quanto riguarda il resto non sono stato io a parlare di nuovo di chiusure,ma condivido quanto detto da “rebel 1”.
    parlando di “casta”,anche se non è stato usato questo termine,si rimanda il pensiero alla chiusura e non all’apertura della Chiesa. purtroppo il tempo che viviamo è tempo di individualismo,e creare differenze,anche solo di cultura,di pensiero,di appartenenza anche in senso religioso accentua questo comportamento.
    l’assegnazione troppo stretta di ruoli comporta gerarchie,la gerarchia è comunque potere e il potere non si divide.
    soprattutto oggi.
    quindi il pensiero che comunque le aperture,anche a chi non è esattamente un cristiano modello,sono utili,rimane.
    le chiusure sono controproducenti.
    bisogna dare la possibilità di vivere Dio anche in maniera differente da quelle codificate.
    è ovvio che una guida è necessaria,la religione è molto complessa e comporta un impegno importante comprenderla,non è sufficente andare in chiesa la domenica o conoscere a menadito la Bibbia.
    si può dire che Dio è un comportamento di vita.
    ma non bisogna sforare pensando di essere migliori solo perchè si è cristiani.
    quindi vedi che torniamo all’articolo?
    forse lo sfioriamo solamente e preferirei non risporverarlo,vorrei avanzare nelle nostre discussioni,perchè oggi più che mai voglio vedere come questa avventura proseguirà.
    anche la riunione di ieri mi ha incuriosito, proprio per il fatto che non ha avuto come argomento quello che noi ci aspettavamo.
    voglio vedere anche io quale sarà l’epilogo di queste riunioni,capirne il fine.
    e non preoccuparti,ti racconterò quanto riuscirò a capire (lo sai che ho la cervice dura).
    per quanto riguarda la vacanza spero tu torni presto,vacanze come quella che stai per affrontare non sono esattamente di piacere.
    fammi sapere in quale hotel risiederai,potrei passare a trovarti.
    ciao e a presto.

  12. Accoglienza Maurizio, bella parola ma i fatti? Troppo semplice e facile accogliere con il battesimo bambini appena nati. Dopo le persone adulte spariscono e si rivedono in massa per ricevere l’eucarestia. Ma che senso ha? Ed e’ per questo che per me lunedì sera non si è parlato di vera accoglienza e proprio come dici tu il relatore ha sorvolato sulla prima domanda e di conseguenza non ha proprio risposto. Per gli assenti (allargando il discorso non si sà mai) la domanda diceva + o – così: “…… che significato ha attualmente il battesimo in età neonatale se non quello di una festa per i genitori, parenti e amici?!?!” Troppo difficile rispondere.
    Per “il resto” come ho gia scritto non mi trovi completamente concorde con la tua visione troppo gerarchica all’interno della Chiesa con conseguente accentramento di potere. Io ribadisco, vedo l’assegnazione di ruoli sempre e solo con lo spirito di massima collaborazione. Un certo famoso Silvio direbbe così:”cribbio Maurizio stiamo parlando di volontariato in parrocchia”. Stiamo parlando di persone che si montano la testa, e che riescono a mettersi in mostra solo in ambienti ristretti e chiusi.
    Invece concordo con te sulla ricchezza e potenzialità che possono dare persone chiamiamole “esterne”, il problema è sempre lì è difficile saperle avvicinare e poi mantenere la loro collaborazione senza farle sentire “inferiori”.
    “Il mondo è bello perchè è vario” (non avariato), e persone cresciute o maturate al di fuori dai canoni della Chiesa possono trasmettere quel brio ed entusiasmo che ambienti chiusi possono aver perso con il passare del tempo! Ti saluto Maurizio ti terrò informato sulla mia vacanza. Ciao

  13. ciao Giuseppe,mi trovi sicuramente concorde con il discorso del battesimo,e a questo proposito mi piacerebbe avere un parere anche da altre persone che magari la pensano diversamente.
    per il resto forse mi sono spiegato male.
    vediamo di riprovarci.
    il mio pensiero sui ruoli chiamiamoli “piramidali” è questo :
    NON devono esistere.
    sono d’accordo sulla persona che deve guidare le altre in quanto dotata di maggiore maturità o intelligenza, ma queste sue caratteristiche
    non devono fare di lui un semidio.
    deve mettere a disposizione degli altri le sue doti.
    purtroppo,e la storia lo insegna,il potere lezza di marcio.
    per usare un vecchio adagio il potere logora,e non solo chi non l’ha.
    e per parlare di piccole cerchie ne esiste un altro, meglio re di un cortile che nullità ovunque.
    ad ogni modo fondamentalmente condivido con te anche il pensiero che l’assegnazione dei ruoli debba comportare come fine la collaborazione (e questo ti riporta al mio pensiero precedente),ma non deve produrre sudditanze fra i membri.
    forse il mio pensiero è utopico, ma mi piacerebbe davvero un mondo dove l’uguaglianza e l’onestà,intesa in tutti i suoi modi, sia la traccia da seguire,senza avere un grande fratello (quello di orwell non di canale 5)che spia la tua vita e se sgarri ti fà sparire.
    sarà mai possibile offrire la propria opera senza che qualcuno (anche noi stessi) possa pensare al ritorno materiale della stessa, ma che possa essere svolta solo per il piacere di farlo?

  14. Ave Maria.
    Ho letto le vostre ultime conversazioni e al di là di ottimi spunti mi manca un tassello fondamentale che avete sagacemente omesso di svelare: ma di quale riunione parlate?? Scusate la franchezza ma se scrivete su un forum (ormai possiamo esprimerci in questi termini…)dove tutti possono leggere è opportuno che i fatti siano il + possibile comprensibili. I discorsi poco chiari difficilmente invogliano alla condivisione (quella che a più riprese tutti auspichiamo o no?)
    Detto questo esprimo un solo pensiero sul discorso del Battesimo. Disgraziati quei genitori (battezzati) che non battezzano i propri figli. Li privano volontariamente ma anche indebitamente di un dono importantissimo qual’è la Grazia Santificante ovvero la grazia della giustificazione (ci monda dal peccato dei nostri progenitori) che lo rende capace di credere in Dio, di sperare in lui e di amarlo. Questa Grazia riveste l’anima come un abito ed è un dono gratuito di Dio che ama e dona soltanto per la ns felicità.
    In questo senso chiedere il battesimo per i figli rappresenta il SI’ personale di ciascun genitore al progetto di Dio Padre che ci vuole tutti salvi con Sè in Paradiso.
    Al di fuori di tutto questo, sarà solo pianto e stridor di denti.

    Riferendomi alla passaggio in chiusura nella riflessione di Maurizio, dico di SI’ è possibile offrire gratuitamente ma solo nella Verità che è il Vangelo che è Gesù Cristo in obbedienza al suo comandamento:”gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). Le occasioni sono sempre tante fuori e ora… anche dentro la ns comunità.
    Alla prossima.

  15. Ciao Marco, rispondo al tuo intervento. Almeno da parte mia non ho specificato la tipologia della riunione per celare almeno il minimo della privacy delle persone che possono esprimere la propria opinione sul “forum” (anche se ormai tutti conoscono tutti). Tanto varrebbe “uscire” con la foto indirizzo e numero telefonico; per il resto gli spunti sono tanti e chiari. Come sei intervenuto te a dire la tua opinione anche altre persone (magari che c’erano alla riunione) potrebbero inserirsi nel dialogo (tanto si sà che il sito è frequentato da molte persone). Guarda che per il battesimo nessuno dice che non si devono battezzare i figli, si discuteva sulla valutazione dell’età più idonea per fare questo passo.
    Sempre all’inizio dell’incontro il relatore è esordito dicendo “…siamo stati battezzati per amare o per esserre amati?” Certo in età neonatale si è amati con il battesimo, ma se si sceglie di essere battezzati si sceglie di amare. Ed è qui che è nato il tutto. Per i primi cristiani era ovvio che si veniva battezzati in età adulta anche Gesù si è fatto battezzare da adulto, (ci ricolleghiamo alla famosa prima domanda che il relatore non ha risposto). Ora ha senso far battezzare i figli in età così piccola? Penso che sia sempre un problema la preparazione delle persone che si affacciano ai sacramenti (vedi battesimo, comunione e perchè nò il matrimonio?). Sbaglio o ne sai qualche cosa in prima persona?!? La preparazione personale è fondamentale.
    Per quanto riguarda l’impegno c’è sempre stata e sempre ci sarà sempre l’occasione GRATUITA di dare. Ma la cosa fondamentale ritorno a dire è “saper accogliere”.In una parrocchia non lontana dalla ns ho letto un cartello su cui era riportata una frase semplice semplice (anche perchè io non sono troppo di citazioni)che vi riporto poichè mi sembra molto adatta. “Non di MURI ha bisogno la Terra Santa ma di PONTI”. Mi dicono che questa frase è di Giovanni Paolo II. Con questo ho detto tutto.
    Ciao a tutti. Alla prossima

  16. ciao Marco,il tuo intervento mi fà piacere.
    in effetti riunione o meno è l’argomento che và trattato.
    come ho detto, anche io mi sono chiesto se il fatto di battezzare in tenera età piuttosto che in età matura sia giusto.
    e,lasciando magari da parte quella che potrebbe essere una lezione di catechismo,vorrei comprendere meglio quel che significa essere battezzati.
    se il battesimo serve a mondare l’anima dal peccato originale,ma per il resto della vita mi comporto come se Dio fosse solo una parola sul dizionario, che senso ha?
    non è forse meglio,come era al principio della cristianità (lo stesso Gesù fu battezzato in età adulta),che il battezzato scelga di fare “pace” con Dio quando la sua fede si manifesta e sceglie di fare parte di Dio?

    p.s.
    dato che ormai questa pagina è diventata multitematica,rinnovo il mio invito a chi di dovere di cambiare il titolo del forum “la radio parocchiale” con altro titolo.
    magari ,così facendo,qualche internauta,incuriosito, potrebbe lasciare un commento.
    suggerirei “….che ne pensi?”.

    a proposito Marco ho visto che sei un podista anche tu,quando vuoi fare una corsa in compagnia fai un fischio.

  17. Ciao amici,volevo sentire una vostra opinione su un tema toccato durante la “famosa” riunione del lunedì sera. Il tema che mi ha colpito e vorrei approfondire con tutti voi è il “dinamismo della chiesa” visto sia dal punto di vista ambientale (territorio/parrocchia) sia dal punto di vista della operatività.
    Vorrei provocare un “dibattito/discussione” su una frase pronunciata dal relatore ieri sera (sempre in ambito del dinamismo della chiesa) che a me è sembrata un pò contraddittoria. La frase era:”….essere vicini alle nostre comunità parrocchiali, sia con le comunicazioni, sia facendo propri i loro bisogni…”. Le frasi successive non erano altro che elogio delle unità pastorali dove all’interno delle quali si riescono a sfruttare al meglio le strutture e le risorse umane. Inoltre rispolverando in questo caso il dinamismo della gente si ricorda che i cristiani dei giorni d’oggi sono molto più dinamici di quelli degli anni passati.
    Domanda spontanea:” ma le unità pastorali non erano nate per necessità? Mancavano preti!” Premetto io non sono contrario alle unità pastorali….! Voi cosa ne pensate???
    Ciao

  18. ciao Giuseppe,grazie per lo spunto.
    vorrei partire dal tuo ultimo pensiero,non conoscendo l’argomento dò per buono quanto affermi dicendo che le unità pastorali sono nate per sopperire alla mancanza di preti…..oggi però mancano anche i cristiani!
    o perlomeno la gente vive la fede in maniera piuttosto personale,e credo di non escludere neanche me stesso da questo elenco,e di conseguenza serve Dio come vuole e non come deve (queste parole,azzeccatissime,come ben sai non sono mie).
    e queste parole confermano che se è vero che oggi si è più dinamici è anche vero che oggi siamo più propensi a dimenticarci di Dio o a ricordarcene solo quando ne abiamo bisogno.
    poi per quanto riguarda il riferimento territorio/parrocchia ho avuto una reminiscenza politica,quella di andare a colpire strategicamente ora questo o quel bersaglio ( riferito al discorso del relatore ma anche in senso generale) .
    forse sarà un discorso che paga,però credo che la conseguenza sarà di avere parrocchie di serie A e di serie B.
    per quanto riguarda il tema principale da te proposto cosa dirti?
    come puoi entrare in simbiosi con la tua parrocchia?
    cosa chiede la tua parrocchia?
    esiste un bisogno di iniziative o di persone attive?
    qualcuno può rispondere?

    naturalmente aspetto anche un tuo commento al ritorno dalle vacanze.
    ci vediamo vecchia roccia.

  19. Al lume di una vecchia candela tremula scovata per caso in cucina, in questa serata calma direi camomillosa, pigio stanco ma convinto sui tasti di questo pc nella speranza di ordinare non solo le parole ma anche le idee.
    Sì belle idee, tante idee celate più o meno volontariamente da altrettanti semplici ma esigenti interrogativi che provocano noi e confondono i pensieri dei nostri cari amici Maurizio e Giuseppe.
    Si parla di unità pastorali, dinamicità dei cristiani, mancanza di preti ma anche di cristiani -come sagacemente Maurizio ci fa notare- comunicazione e soddisfacimento delle necessità nelle proprie parrocchie, per giungere poi inesorabilmente alla questione di sostanza: cosa chiede la tua parrocchia ? servono + persone o + iniziative?
    Questo se non sbaglio è un po’ il succo del discorso.
    Esprimo schematicamente un pensiero per ciscuno dei temi:
    – le unità pastorali credo siano allo stesso tempo un’esigenza e un’arricchimento, da un lato per far fronte alla crescente estensione territoriale e di popolazione delle ns parrochhie a fronte di una certa difficoltà nel reperire sacerdoti per lo più disposti a essere – non a fare – “il parroco”.
    – la dinamicità dei cristiani “moderni” ammetto così com’è espresso risulta un concetto per me difficile da interpretare nel significato. Provo a immaginare i “vecchi” cristiani sino ad arrivare ai primi cristiani pieni di difficoltà nell’esprimersi liberamente ma saldissimi, cementati nella fede, disposti a morire pur di conservare intatto il loro credo nel Dio della vita; li immagino così e li confronto ai moderni “fedeli” (i cristiani autentici sono ben altro) apparentemente liberissimi e senza vincoli di espressione ma fragilissimi e tiepidi come il termosifone qui al mio fianco, il quale pur se predisposto a riscaldare spenta la caldaia non è che un quintale di ghisa appeso alla parete della stanza. Così vedo oggi molti di noi, travolti dal materialismo imperante, hanno spento la fiamma della coscienza per divenire corpi solidi governati da pensieri liquidi senza direzione che avendo smarrito la bussola -il rapporto confidente in Dio – non sanno più da dove vengono (siamo forse scimmie evolute ? mah..)chi sono – o meglio “essi sono” in quanto consumano – e dove stanno andando, ovvero assenza di obiettivi validi per i quali valga davvero la pena impegnarsi, battersi in altri termini vivere e sacrificarsi. Da qui al pensare che la vita non ha senso il passo è breve. E allora a che scopo inseguire ideali, godere, consumere e consumarsi. Pance piene e teste sempre più vuote.
    Scusate ho divagato troppo.
    In conclusione non credo che sia una questione di dinamicità sociale che si riflette involontariamente anche nell’ambito della vita parrocchiale ma un tentativo vero e proprio di esportare un modello materiale buono per istaurare e mantenere quelle relazioni liquide di cui parlavo prima, in un contesto ove l’unica relazione fondante è l’Amore di Dio per le sue creature, fatto certamente non misurabile ne sondabile con mezzi umani.
    – e allora alla domanda cosa chiede la parrocchia rispondo così: PREGHIERA E LAVORO.
    Come la regola benedettina garantiva la sopravvivenza sia dei monaci che dei monasteri così la quotidiana e totale confidenza in Dio che esprimiamo nella preghiera, sale al cielo e tocca il cuore di Dio stesso il quale comosso si china verso di noi ci tende la mano e alla ns muta invocazione “Padre nostro” risponde “figli miei”.
    Ecco la fiamma tremula di quella candela ha consumato parola dopo parola tutta la cera. La notte ora ha ripreso il suo spazio nella stanza. Si spengono le luci, gli attori si congedano. Giù il sipario e serena notte a tutti voi.
    Alla prossima
    Marco

  20. Ciao a tutti,

    è da tanto che vorrei scrivere ma il tempo a mia disposizione è sempre poco. Innanzi tutto vorrei parlare dell’esperienza appena vissuta nella nostra comunità (scusate se esco dal tema): la Madonna di Fatima. Per me è stata un’esperienza grandiosa. Una statuetta vero, ma ha smosso qualcosa che nei periodi precedenti si era addormentata in me: la Speranza!! Che bello è stato averla qui, mi è spiaciuto molto che sia andata via. Una cosa che mi ha dato una gioia immensa è stata la Messa delle 6.30. Faticosa certo, per l’orario, ma intensa. Che bello è stato condividere quest’esperienza con la comunità… stanchi, assonnati, di corsa ma tutti lì per uno scopo d’amore, di affidamento, di preghiera e con una motivazione e fede fortissima, è stato proprio bello! La Madonna ha creato qualcosa di nuovo, di bello, di stupendo, che non so definire ma si respirava… E’ una grazia grandissima quella che ci ha dato in quei giorni e lo ringrazierò sempre per questo!!! Grazie grazie grazie!!! Naturalmente il tutto è stato arricchito dalla confessione, momento importantissimo.

    Tornando,invece, alle vostre riflessioni: perché abbiamo deciso di battezzare nostra figlia (parlo per me)? Mi fido di Dio e di suo figlio Gesù. Per questo ho messo Chiara nelle loro mani, sicure e salde, mani di cui non temo nulla. Per me è il regalo più bello che potessi fare a Chiara per farle avere quella marcia in più per affrontare la vita, in qualsiasi momento, e il regalo più bello che potessi fare a Dio e a Gesù per ringraziarli del dono di nostra figlia. Per me è come un “sigillo” che ci lega a Dio, noi 3 insieme in una scelta d’amore. Dio ci starebbe vicini ugualmente, anche senza il Battesimo, ma il battesimo ci lega maggiormente a Lui. E’ ciò che ci salverà, anche se da piccoli non lo capiamo. E’ un po’ il nostro sgabello, la nostra scaletta che da grandi, consapevolmente, dovremo allungare scegliendo ciò che vorremo essere per rimanere vicini a Lui. Rinascere in Cristo col battesimo, secondo me, non finisce il giorno del battesimo ma da grandi diventerà una scelta che dovrà essere maturata e amata. I genitori fanno un dono col battesimo consapevoli che il figlio possa non accettarlo in età matura per scegliere altre vie, è vero; ma i genitori offrono questo al figlio dopo un loro percorso, dopo una loro scelta che dovrebbe essere matura e vera. Poi sono realista e convinta che per alcuni sia solo un giorno per festeggiare con i parenti e gli amici la nascita del figlio, d’altronde si aspetta proprio quel giorno lì per festeggiare… Ma nonostante tutto il Signore pone la Sua mano su quella vita e ci penserà Lui a lavorare per portarla sul Suo progetto d’amore, trasforma una scelta inconsapevole in un dono. Questo è quello che penso io, mi piacerebbe avere anche il parere di Don Giorgio, se possibile…

    Parlando delle gerarchie all’interno delle comunità parrocchiali credo che più che di gerarchie in senso stretto si possa parlare di “attitudini”. Ci sono persone molto portate all’organizzazione, altre al suggerimento di idee, altre ai lavori pratici. In ogni gruppo organizzato è corretto definire dei ruoli rispettando queste inclinazioni personali rimanendo aperti a chi desidera collaborare. Ma è alla collaborazione in base alle proprie potenzialità che occorre riferirsi, ognuno di noi ha un proprio carisma non necessariamente in conflitto con quello degli altri ma magari come supporto e complemento. Certo, per essere complementari e crescere veramente insieme occorre mettere da parte se stessi riconoscendo un bene più grande, comunitario, dietro ciò che si fa ed essere disposti a riconoscere nell’altro un arricchimento e non un ostacolo o qualcosa che ci metta in ombra. Forse è questo il problema di base.

    Per quanto attiene i cristiani, non ritengo ci sia molta differenza tra ieri ed oggi. Penso che ognuno per il tempo che vive affronti delle difficoltà che poi si concretizzano con scelte o non scelte. Mi spiego meglio: ci sono persone che vorrebbero impegnarsi nel volontariato o che vorrebbero dedicare più tempo. Quindi lo spirito che le anima è quello di una volta, però i ritmi, gli impegni, i pochi aiuti, … non gli permettono di metter in pratica quello che vorrebbero fare o essere. Personalmente mi piacerebbe fare più cose, non è bello avere e non dare o dare poco, e quindi vorrei fare di più, ma mi scontro con la mia realtà e mi rendo conto che per ora più di questo non riesco a fare. La vita è sempre in divenire ma sono fiduciosa che in futuro gli spazi aumenteranno. L’importante è mantenere viva la voglia di fare anche se oggi crea sofferenza non riuscire ad esprimere ciò che porto nel cuore. Ma la Speranza è viva e spero non si addormenti mai…

    La cosa che penso sia veramente cambiata rispetto ad una volta è la famiglia, in senso allargato. Da quello che vedo e sento oggi è una grande grazia avere intorno a sé persone disposte ad aiutarti, a sostenerti nelle varie necessità. Anche essere nonni o zii oggi è una vocazione che si sente sempre meno. Prima vengono i propri impegni, la palestra, l’estetista,la parrucchiera, lo shopping,… poi i nipoti e le necessità di quella famiglia da poco costituita che arranca, si priva, limita e, a volte, esplode. Chi guarda in alto, cioè all’Amore, trova, con fatica, risorse nuove… alcuni si separano e la neo-famiglia diventa un lutto, un fallimento della società e il fallimento dei legami in senso allargato. Certo questa non è l’unica causa delle separazioni attuali ma noto in alcune relazioni un egoismo che distrugge se non si riesce a vedere oltre e a trovare nuove strade d’ascolto. Ho interrogato mia nonna: mi raccontava che quando era giovane lei (ha fatto 7 figli) si aiutavano molto, fratelli, nonni, cugini, zii. Lei non si è mai trovata sola, nonostante la povertà si era molto uniti. Quando un bambino piangeva c’era chi lo prendeva per farlo ridere, chi ne teneva un altro per farle fare altre cose e così via. Non esisteva la TV per non farti sentire sola, perché non necessitava, non era mai sola. Allora perché oggi una giovane madre arriva a strangolare con la corda del telefono il proprio bambino? Di casi analoghi è piena la cronaca purtroppo, mi chiedo perché?!! Dov’è oggi la famiglia? Quella che ti ha accolto e cresciuto? Scusate lo sfogo… spero che questo non sia un problema di chi legge o scrive, però oggi, questo, è uno dei problemi delle giovani famiglie e io mi continuo a domandare cosa è andato perso…

    Un saluto a tutti,

    Barbara

  21. Ciao a tutti, la vacanza fuori da casa è finita ora incomincia la penitenza le “cure domestiche”.
    Vedo con piacere che almeno voi sul sito avete lavorato!!!Leggendo e rileggendo le vostre opinioni e le vostre domande, vedo che le unisce una sola parola che per ora risulta “vincente” che è l’ EGOISMO. Mi spiego:
    riprendendo il discorso di Maurizio del “..servire Dio come si vuole e non come si deve” e del “..di Dio a bisogno”, è chiara forma di egoismo porre sempre sè stessi al centro quando invece ci deve essere solo Dio. Per quanto riguarda la domanda “cosa chiede la nostra parrocchia?” A questa domanda ha già risposto più volte don Giorgio in chiesa….”si cercano persone volenterose piene di iniziative che abbiano voglia di mettersi in gioco e a disposizione della parrocchia (a casa quindi egoismo, critiche distruttive e personalismi). Che sia chiaro ho detto personalismi e non personalità, poichè ogni persona deve essere un arricchimento e non un ostacolo che fà ombra.
    Certo Marco “preghiera e lavoro”, ma il lavoro siccome stiamo parlando di volontariato deve essere disinteressato e non egoista.

    Cara Barbara cosa è andato perso? Ribadisco stà vincendo l’egoismo.
    Non si vede più la famiglia come “santuario di vita” luogo dove la vita può svilupparsi secondo le esigenze di autentica crecita cristiana.
    Inoltre la famiglia non è più vista come “prima grande fondamentale scuola” in cui i figli vengono educati alla socialità rispetto altrui e alle virtù umane e prepararli
    alla vita.
    Infine la famiglia non è più vista come la piccola “chiesa domestica” in cui i figli vengono educati alla fede, imparano dai loro genitori a conoscere ed amare Dio e la comunità cristiana che è famiglia di famiglie.
    Educare è innanzitutto vocazione, compito fondamentale e irrinunciabile della famiglia, anche se non sono e non devono rimanere assolutamente soli in questo compito. Ed e’ qui che si deve inserire la chiesa e quindi la parrocchia.
    Mi e’ spiaciuto vedere poche famiglie di Mesero all’incontro che si è tenuto per loro il 20 novembre in sala della comunità, poteva servire per riscoprire ciò che si è perso.
    Ultimo appunto e poi chiudo. Bisogna ripartire proprio dalle famiglie per riconquistare i giovani. Lavorare quasi in simbiosi in ambito di catechesi. Coinvolgimento e collaborazione delle famaglie. E’ questa la strada che a mio avviso dobbiamo prendere. Ciao a tutti vado a riposare.

  22. ciao a tutti.
    caro giuseppe,leggendo le prime righe del tuo intervento mi viene da pensare che la schiena ti faccia ancora parecchio male!
    a parte le battute ho provato invece molto piacere nel leggere l’intervento di marco.
    veramente ispirato e ,cosa meravigliosa, questa volta ho sentito “parlare” marco.
    quasi poetico,questo dimostra che non hai bisogno di citazioni.
    mi è piaciuta anche la riflessione sul battesimo data da barbara,in poche parole ha espresso,quasi con dolcezza, quanto non riuscivo a capire.

    ho riletto un pò di post precedenti…..
    siamo passati attraverso vari argomenti,partendo da una …..radio.

    questa sera non voglio parlare di niente in particolare (sarà l’aria vagamente ospedaliera che circola a casa,visto che ho l’intera famiglia ko per l’influenza)ma considerare quanto abbiamo fatto con i nostri discorsi.

    sono stati utili anche a voi come lo sono stati a me?
    avete la convinzione o almeno la speranza che quanto trattato abbia, anche solo per un attimo,creato interesse ad altre persone al di fuori di noi?

    mi pongo questi interrogativi per una semplice ragione.
    in consiglio ieri don giorgio parlando delle associazioni e dei vari gruppi presenti in paese ha espresso la speranza che questi non diventino “club” per pochi intimi.
    …..non lo stiamo facendo anche noi nel nostro piccolo?
    vorrei quindi un vostro parere a riguardo,oltre naturalmente ad esortare per l’ennesima volta anche altre persone a lasciare il proprio commento.
    scusate questo off-topic (si dice così ,no? ),ma ad un certo momento si deve anche fare il punto.

  23. Rispondo alle tue Maurizio in maniera rapida,semplice e chiara.
    No Maurizio non mi sento parte di un “club”.
    Tutto quello che dico (o meglio scrivo) viene pubblicato su un sito parrocchiale quindi più pubblico di così!!! Gli argomenti che affrontiamo sono tutti argomenti di vita quotidiana che toccano o dovrebbero toccare sul vivo ogni persona (cristiana e non).
    Più volte sono state invitate le persone a lasciare traccia delle loro opinioni ma niente.
    Conosco persone di Mesero che navigano in rete e frequentano il sito della parrocchia. Dicono :”interessante”, “di certo utile”, “ci vorrebbe l’intervento del parroco”. So che hai parlato direttamente con chi cura il sito per eventuali idee su come modificare il forum ma forse bisognerebbe aprire un “sondaggio”, (a questo punto non sul sito), su come può essere strutturato per renderlo più visibile.
    Per quanto riguarda l’utilità, io trovo che lo scambio di idee anche se differenti sia sempre utile (questa convinzione l’ho espressa anche nei primi post in cui sono intervenuto). L’importante è il confronto “diretto” e il chiarimento finale. Sarà banale ma non sempre (anzi quasi mai) è così. Lo sparlare è orribile. Il parlare, scrivere in maniera aperta senza veli o secondi fini esprimendo anche dei semplici dubbi questo è costruttivo e utile. Il resto sono solo parole al vento che fanno solo male. Tempo scaduto ciao.

  24. un saluto a tutti. Sarò brevissimo in questa pausa pranzo.
    Concordo sul fatto che non siamo un club privato ma semplicemente parte di un unico corpo che è il tessuto parrocchiale.
    Ieri ero allo spettacolo in sala della comunità e ho visto davvero paracchi bimbi accompagnati dalle rispettive famiglie mi hanno detto essere, la maggior parte di mesero (io “forestiero” conosco davvero poche persone)
    ma non ho visto un gran che di ragazzi. Erano tutti in oratorio ??? Ma lo sapevano che li a fianco c’era una festa ??
    boh…
    qlc la prossima volta dovrebbe avvisarli del resto sono occasioni per tutti..così si fa comunione, si crea la comunità…e non i club!

    alla prossima.

  25. Non penso che chi scriva sul sito faccia parte di un club chiuso… Maurizio penso intendesse dire che viene utilizzato prevalentemente solo da 4/5 persone, ma non per scelta, poichè sempre aperte ad altre riflessioni ed interventi. Ognuno ha i suoi tempi e non tutti gli strumenti vanno bene per tutti. Nella mia piccola esperienza ho imparato che ci sono alcune persone che, per timidezza, per paura di essere giudicati, per paura di non essere accettati,… preferiscono ascoltare e quindi non dire nulla ma, in alcuni casi, il loro silenzio parla tantissimo: racchiude riflessioni personali, autoanalisi, analisi sul contesto dove vivono,…
    Spesso il silenzio è generato da una riflessione che spinge verso un cammino nuovo di cui ancora non si conoscono i passi, questo genera smarrimento e si preferisce ascoltare o leggere. Penso che quanto venga espresso sul forum e letto anche da chi non scrive possa essere fonte di meditazione e non solo curiosità quindi non si sa mai, il popolo del web potrebbe arricchirsi di nuove espressioni.

    Domenica lo spettacolo mi è piaciuto moltissimo, si sono divertiti i bambini e anche gli adulti. Un grazie a Daniela (e al suo staff) che si spende sempre moltissimo per portare la cultura, il divertimento, la riflessione, la condivisione e anche l’incontro nella nostra comunità! Guardavo mia figlia durante la rappresentazione (ha 3 anni e mezzo) e nei suoi occhi si vedeva la magia della fantasia: grazie per aver fatto sognare i nostri piccoli!! Momenti così sono preziosi, perché ricchi di contenuti, non solo del messaggio dell’opera teatrale ma perché ci si vede, ci si incontra, si sta insieme! La cosa più importante della vita sono le relazioni umane, le relazioni vere. Queste sono il “profumo della vita”, l’essenza dell’uomo, dove nell’altro incontriamo Dio.

    Ciao a tutti,

    Barbara

  26. ciao,come potete vedere sono rientrato nel mondo virtuale.
    mi spiace per voi 😉
    devo dire che barbara ha centrato il discorso.
    e mi auguro abbia ragione,nel senso che,comunque,quel qualcuno che legge abbia messo in moto qualche ingranaggio nel cervello e che quello che viene discusso sia fonte anche di riflessione (qualche argomento interessante lo abbiamo toccato).
    mi auguro sempre che altri ci seguano,in fondo è sempre bello potere esprimere le proprie idee confrontandosi con altri.

    per la festa concordo con barbara.è stato bello vedere i bimbi divertirsi,che almeno lo facciano loro.
    grazie quindi anche da parte mia a daniela e al suo staff che lavorano sempre molto e non si scoraggiano mai (o almeno lo nascondono bene).

    sto rileggendo ora le parole di barbara, si potrebbero riassumere nella famosa frase “l’urlo del silenzio”.
    quanto dici è vero, molte persone soffrono nel non saper esprimere i propri sentimenti, e la società moderna non aiuta certo. presa come è dalla voglia di arrivare e apparire.
    difficile è vivere dove l’apparire conta più dell’essere.
    a volte penso a quante persone si sono buttate via perchè non hanno saputo esprimere il loro genio o perchè la società non è riuscita ad ascoltarle.

    sarebbe bello che il natale ci portasse un mondo migliore,dove le prepotenze, le invidie, la fame,le guerre e tutto quanto ci porta ad assomigliare alle bestie,sparisse in un lampo.
    purtroppo ogni anno che passa anche la magia del natale si fà sempre più flebile.
    qualche anno fa si aspettava natale per stare insieme ai parenti,assaporare cibi che venivano preparati solo per queste feste,il risveglio felice di bambini che credevano ai doni portati da gesù bambino (babbo natale era ancora un pò straniero).
    oggi per molti è solo un giorno come un altro e che passi anche in fretta.
    che tristezza.

    sarà l’avanzare degli anni,ma quanti rimpianti.
    a volte penso a quel cortile dove abitavo,dove non avevo nemmeno il bagno ma ero felice.
    nell’innocenza dell’età nascondevo la mia lettera per gesù bambino nell’edera che cresceva vicino alla porta di casa,nella speranza che magicamente sparisse.
    fosse capitato almeno una volta….
    però erano serate magiche,chissà se le mie figlie provano oggi quello che provavo io all’avvicinarsi di queste feste….

    oggi è tutto diverso,natale arriva,poi passa,poi arriva gennaio con le sue scadenze…
    tutto ti riporta bruscamente nel mondo reale.

    ma cosa ci stiamo facendo?

  27. Ciao Maurizio,

    vorrei condividere con te e con chi legge le nostre riflessioni, un messaggio…

    Anche io mi interrogo e cerco, a volte inciampo e ricerco un gancio nel cielo che poi arriva attraverso forme e segni che solo un Dio fantasioso può creare!!

    Negli ultimi Natali ho avvertito quello che scrivi tu, ossia la “magia” del Natale che si sta affievolendo e il suo posto preso dai centri commerciali e da quello che ti propongono. Sembra quasi che il significato del Natale sia stato inghiottito da quello che per arricchirci/impoverirci abbiamo inventato: lo shopping natalizio, i rumori, i suoni, il caos, la corsa alle cose e le futilità ad esso collegate. Ma in realtà molte sono cose che ci distolgono dal vero senso del Natale e lasciano un senso di tristezza, l’emozione del Natale non può durare solo il tempo di scartare i regali!!! E poi? Cosa rimane nel cuore? Cuore??!!! E chi lo ha ascoltato o sentito nel periodo dei preparativi natalizi!!???

    Il Natale è Dio che nasce, che si è fatto uomo, che ci rende uniti e vicini sia a Lui che tra di noi, un po’ come l’Eucarestia. Non si può banalizzare come sta avvenendo nella nostra sorda società per chi si fa trascinare dalle cose…

    E così ho cominciato a pormi delle domande, sul senso delle cose e dell’Avvento, un po’ come fai tu…

    E allora mi sono rivolta in primis al sacerdote: “come si fa a prepararsi al Natale? Ad accogliere Gesù nel cuore?”.

    Il suo primo suggerimento è stato: leggi Isaia, il profeta del Natale. Tutti gli anni ci provo ma poi mi perdo. Quest’anno sono riuscita a farlo, ossia a leggere i passi inerenti l’arrivo del bambin Gesù. Mi sono limitata a quelli, purtroppo ma sono contenta di averlo fatto. A dire il vero mi piacerebbe rileggerlo insieme ad altre famiglie per poter poi riflettere insieme su questo evento straordinario che ogni anno ricordiamo…

    Poi sicuramente la confessione e la preghiera sono un mezzo per avvicinarci al Signore e non devono mancare mai, soprattutto in preparazione al Natale.

    Ma la mia ricerca è continuata… “Stuzzicando” ancora il sacerdote (Don Giuseppe) al termine della S. Messa di Natale gli dico che per me quella era la festa più bella e che la sentivo più della Pasqua. A quel punto mi dice una cosa che sconvolge completamente il mio pensiero, che mi costringe a riflettere e a rivedere la mia fede: “ricorda che non ci sarebbe il Natale se non ci fosse la Pasqua!”. Magari per te e per voi è banale ma per me, diversi anni fa, non lo era. Questa frase mi ha aperto la mente e il cuore, ha aperto un cammino nuovo, ha dato luce per me ad una fede nuova! Nella verità della luce di Dio e non mediata dai condizionamenti e da false verità.

    Qualche Natale dopo giunge a Mesero Don Tiziano. Anche lui, nel momento degli auguri, ha detto a chi era lì un bel pensiero: “va bene, oggi è nato Gesù… ma ora bisogna farlo crescere!”.

    Anche questa osservazione per me non è stata banale. Non si parla mica di un giorno, anche se speciale, si parla di tutta una vita!!

    Per concludere il mio pensiero vi lascio il messaggio di Natale di cui scrivevo all’inizio. Siamo stati alla libreria delle paoline che, sui pacchettini regalo, allegano un piccolo rotolino di carta pergamena. Proprio perché sempre alla ricerca di Dio e di ciò che mi parla di Lui ho subito chiesto cosa fosse. “ Il messaggio di Natale di quest’anno” mi ha risposto la suora e naturalmente ne ho subito aperto uno per leggerlo:

    “a Natale come i pastori cerchiamo il senso della vita”.

    Mi è piaciuto molto e lo voglio condividere con voi, affinchè questo sia veramente un Natale di luce e di vera ricerca…

    Un caro saluto,

    Barbara

  28. salve ,per puro caso errore o curiosità sono entrato nei vostri commenti.No conoscendovi IO, di persona ,penso che voi siate dello steso comune.Ho fatto una ricerca su Mesero,siete in 3500 anime tre chiese (pari a 1166 abitanti per sito) una santa e un giunta comunale molto ma molto operosa …..devo dire ad del vero che siete in comune molto traquillo, forse troppo!!! dove chi decide l’avvenire del comune ” sono i soliti parenti”
    ben vengano purchè faccino o facciano delle cose buone.Leggo dai vostri commenti che siete molto credenti…..anche io lo sono ma in maniera un pò distaccata ,non sarei mai capace di fare certe affermazioni su Natale e Pascqua ,in fin della fiera non sono che riccorenze di compleanno e morte con resurrezione in maniera più grande e mondiale ,mentre noi festeggiamo i nostri cari allo stesso modo il giorno di nascita ed il giorno dei morti. il credo rimane sempre e comunque una cosa personale senza che ci condizioni a credere ma ci può aiutare a capire il perchè……I preti sono l’aiuto .
    Buone feste a tutti ……Baci……Baci

  29. ciao paolo e benvenuto.
    da come hai impostato il discorso non sembri residente a mesero,visto che all’inizio hai detto “siete”.
    se invece il “siete” è riferito al fatto che anche tu come me non sei autoctono….
    ti vedo comunque informato sulla situazione politica del paese ,non senza una vena ironica,e rimproveri il fatto che il paese è troppo tranquillo.
    puoi sempre proporre le tue idee a chi di dovere,puoi stare certo che rivolgendoti alle persone giuste verrai ascoltato.
    te lo posso garantire.
    per aprire invece un confronto,del tutto amichevole, su quanto hai affermato dopo, perchè dici di non poter fare affermazioni su natale e pasqua? lo hai appena fatto…
    hai espresso la tua opinione,anche se,permettimelo,mi pare una considerazione troppo semplicistica.
    innanzitutto cosa significa vivere la fede in maniera distaccata? per quanto mi riguarda ho riscoperto un attimo di fede guardandomi dentro (e non sono sicuramente un cristiano modello) e comunque credo che la fede non si possa misurare nel numero di messe a cui uno partecipa fisicamente,è sicuramente qualche cosa di più.
    è anche porsi dubbi,domande….ma le risposte devono essere sincere.
    credi davvero che natale e pasqua siano semplicemente nascita e morte?
    non sono teologo,non posso darti informazioni particolarmente acculturate,ma posso dirti che quando penso al battesimo spero che ogni nuova nascita possa far cambiare in meglio l’uomo,come è successo con la nascita di Gesù. perchè ,devi ammetterlo, lui è stato comunque un testimone della pace,e di conseguenza ogni nascita deve dare speranze nuove ,è questa la festa della nascita.
    pasqua. credo sia semplicemente quello che ci aiuta a vivere,la certezza che il regno di Dio esiste.
    la Fede pura,la certezza di tornare al Padre.
    certo la perdita di una persona cara non è mai bella.tutti abbiamo perso qualcuno.ma la fede,la certezza di ritrovarlo un giorno ci fà superare anche il dolore della perdita.
    certo ci vuole una buona dose di Fede,ma la parola stessa “pasqua” non vuol dire morte,ma passare oltre,passare dalla morte alla vita.
    quanto ti ho detto rimane sempre e comunque un mio pensiero.sbagliato ,bigotto ,troppo clericale,di pure quello che vuoi,ma questo è quel poco che ho scoperto guardandomi dentro. ho riscoperto quel poco di Fede che ho.
    non sarò mai un modello di cristiano da seguire,la mia fede fà acqua da tutte le parti.
    stò solamente cercando di migliorarmi.

  30. Ciao a tutti cari amici del Forum,
    Benvenuto Paolo.
    Prima di tutto volevo ringraziarvi per le belle riflessioni.
    Sono stata latitante dal sito per un po..ed eccomi qua.
    Partiamo da Paolo, si sente dalle parole che scrivi che non sei di Mesero, perchè altrimenti sapresti che questa Parrocchia macina proposte su proposte. Leggi info.mesero, sono così tante che nemmeno io riesco a stare al passo con questo vulcano chiamato ” Don Giorgio”.
    Paolo, se nella tua realtà non è cosi, fatti avanti, ti accoglieremo a braccia aperte, c’è posto anche per te.
    Per quanto riguarda la tua battuta iniziale sulla politica penso che occorra essere attivi anche in questo campo, ci lamentiamo ma poi ci proponiamo?
    Veniamo alle questioni più serie..
    Vorrei partire dall’omelia di Don Giorgio di domenica alle 10.30, mi è piaciuta moltissimo la sottolineatura sulla figura di Maria, sulla sua capacità di tenere dentro di se tutto quello che le accadeva ma meditandolo. In quel momento ho pensato al peso specifico delle nostre parole, ne basta una di troppo e perdi la fiducia di chi ti sta accanto, l’amicizia, la collaborazione, mentre Gesù non ti molla mai!! Siamo così fragili? Credo proprio di si.
    Proseguendo nell’omelia, il Don ha toccato anche il tema del volontariato come servizio puro e semplice senza protagonismi, senza se e senza ma, mi chiedo..se ognuno di noi lo vivesse nella luce di Maria avremmo oratori colmi di giovani? il tutto esaurito in teatro? Qualsiasi altra bella cosa che il Signore voglia donare al nostro bel paesello? Penso proprio di si, perchè avremmo imparato che la nostra comunità è una pluralita’ di risorse per un unico fine, il bene di tutti. Impariamo da Maria, dalla sua fede, che si è tradotta in un “si” in una totale fiducia in Lui. Cavoli fosse così semplice!!! Beh almeno proviamoci!!
    Vorrei imparare, come buon proposito per l’anno nuovo, a dire tanti si e tanti no con “LEGGEREZZA” senza preoccuparmi sempre del giudizio ma con umiltà, aperta al confronto con serenità.
    Prima di salutarvi volevo dire a Maurizio che la fede è l’acqua che ci tiene a galla, e se fai acqua da tutte le parti è buon segno!Scherzo!! Anch’io come te, come Paolo, come tutti sono, siamo in ricerca.
    Quando mi lamento e dico Signore ci sei? Penso alle meravigliose persone che mi hai messo accanto,mio marito, la mia famiglia, i miei nipoti,le persone con cui collaboro, tutti quanti siete, siamo, segni della Tua presenza. Grazie Signore!!Anche voi amici del forum siete segni..quindi grazie anche a tutti voi e buon 2012 con LEGGEREZZA NON SUPERFICIALITA’!!

  31. Ave Maria carissimi amici del forum e Santo 2012 a chi scrive e a chi legge e magari un giorno particolarmente mosso dallo Spirito…scriverà.
    “Leggerezza” è il leitmotiv di Daniela per questo anno. Ho il sospetto che l’ispirazione le sia venuta pensando alle sue tasche rapinate dall’ennesima manovrina di correzione dei conti pubblici! battute a parte me ne ha spiegato i profondi motivi e appoggio totalmente la sua nuova leggiadra proposizione.
    Questa sua iniziativa mi stimola a ricercare a mia volta un motivo conduttore per questo inizio d’anno da sviluppare durante tutto il suo corso e potrei esprimerlo così: “la Parola nei gesti” ossia impegno concreto nel testimoniare con la mia vita che “amare da Dio” non solo è posssibile ma è necessario perchè Gesù uomo-Dio lo ha fatto per primo.
    E sul suo esempio ma soprattutto accogliendo il suo invito “così fate anche voi gli uni verso gli altri” voglio essere testa di ponte d’amore lanciato nella società, nella famiglia, nel lavoro. Non mi preoccupo di come farò ne tantomeno del risultato, suo è il seme suo sarà anche il frutto.
    Mi basta la Tua Grazia, la Tua Forza, la Tua Salvezza, la Tua Pace, Santo Signore sempre con Te.

  32. Ciao a tutti dopo una “vacanza” forzata a causa di un periodo travagliato torno a scrivere sul “forum”. Questo ultimo periodo lo definirei il periodo del fare e non del parlare, è giunta l’ora di tirarsi su le maniche e dimostrare con i fatti quello in cui crediamo e per cui siamo nati.
    Accolgo con gioia il proposito di Marco “la parola nei gesti”.
    Come diceva don Giorgio in una delle ultime omelie la migliore educazione che possiamo dare ai nostri figli è l’esempio che diamo. Basta parlare (o meglio sparlare) e facciamo. Dimostriamo con i fatti come si accoglie, come sappiamo ascoltare e mettiamo in pratica eventuali consigli e suggerimenti.
    Questa è la vera libertà, “saper ascoltare, saper accogliere tutti indistintamente”.
    Mentre la vera fede a mio avviso la dimostriamo quando ci doniamo per gli altri e ricerchiamo il meglio di noi stessi e lo mettiamo a disposizione.
    Servire Dio come si deve e non come si vuole, dobbiamo essere seri con noi stessi e con gli altri e dimostrare che la fede è gioia e riscoperta, abbandonando la “stanchezza” e “pesantezza” che a volte ci accompagnano.
    Quindi ben venga qualsiasi iniziativa e proposta (logicamente con le dovute valutazioni)e mettiamola in pratica per spronare ed aprire le menti. A differenza di Daniela io dirò tanti sì perchè ci credo e perchè sono aperto al confronto e sono convinto che critiche e giudizi ci saranno sempre e in ogni caso. Ribadisco, stiamo parlando di volontariato “senza se e senza ma” dopo tutto.
    Basta parole ma fatti, basta “orticelli” tra gruppi e associazioni. Lavoriamo con i fatti e non con parole distruttive.
    A presto.

  33. Ciao Giuseppe,
    ben tornato, spero di non essere stata fraintesa, ci mancherebbe che non ci fossero i si, ma saper dire dei no a volte è sintomo di crescita, senza ripicche ma semplicemnte perchè si fanno delle scelte che devono avere coerenza con la vita che si è scelta, ci deve essere spazio per la famiglia per la preghiera e anche per il riposo. Tutto con equilibrio senza esagere perchè un detto dice “il troppo stroppia”.
    Esulando dall’inizio, volevo lanciare a voi tutti questa domanda che qualcuno mi ha rivolto ” In quali occasioni nel Vangelo Gesù ha detto o usato la parola grazie?”
    Ciao..fatemi sapere

  34. Ma certo Daniela io non ti ho frainteso, abbiamo parlato direttamente di questo tuo proposito e mi hai spiegato le tue motivazioni. Niente da dire ogni persona fa le sue scelte e pone delle priorità. Non dobbiamo togliere il nostro tempo e attenzioni ai nostri cari (ci mancherebbe) e neanche al riposo. Ribadisco stiamo parlando di volontariato. Dico che, credo nelle cose che faccio e credo in tutte quelle iniziative volte a coinvolgere bambini, ragazzi e adulti in progetti volti ad aggregare e crescere in DIO. Per fare questo non dobbiamo commettere l’errore di accentrare il tutto su di noi, dico e sottolineo, se siamo in più persone dobbiamo decentrare i compiti. Ogni persona deve sapere quello che deve fare e deve portarlo a compimento. Sarà banale ma molte volte non è così. E’ lì che dobbiamo lavorare tutti NELLA COLLABORAZIONE E IL DECENTRAMENTO DEI COMPITI. Così facendo ritroviamo l’equilibrio perso.
    Per quanto riguarda il tuo quesito su due piedi mi vengono in mente due episodi:
    – nella moltiplicazione dei pani e dei pesci “…alzati gli occhi al cielo rese grazie……” .
    -nell’ultima cena “….prese il calice e rese grazie…..”.
    Spero di aver chiarito e risposto.
    Ciao a tutti.

  35. Ciao
    ringrazio Giuseppe per la risposta, ma rilancio la domanda,perchè in queste occasioni Gesù ha reso grazie ma a Dio. Tutti siamo d’accordo che tutto è da Dio e viene da Dio,ma
    Il mio interlocutore è stato più puntiglioso e mi ha replicato “Gesù ha mai detto grazie all’uomo?”.
    Forza ragazzi datemi una mano!!
    Buona settimana

  36. Ciao Daniela, scusa del ritardo con cui rispondo alla domanda del tuo interlocutore ma è stata una settimana veramente piena.
    Ho fatto una breve ricerca e non trovato in nessun caso un “grazie” di Gesù all’uomo.
    Io inviterei a questo punto il nostro parroco don Giorgio ad intervenire sul sito e rispondere al quesito!
    Ciao

  37. ciao a tutti. l’ultimo post di Giuseppe mi porta alla mente la predica di domenica…. credo la ricordiate, quella del fariseo e del pubblicano.
    non credo Gesù sia stato così superiore nella sua vita da non dover dire grazie a nessun “umano”.
    forse semplicemente non era necessario riportarlo nelle scritture.
    ma il racconto del vangelo,invece,mi ha fatto pensare…
    davvero il fariseo sbagliava nel pensare che il suo comportamento fosse migliore?
    in fondo viveva come pensava e credeva e come gli avevano trasmesso e insegnato le scritture.
    ed il pubblicano?
    forse non è che era semplicemente cosciente di essere peccatore per i canoni dell’epoca?
    questa vicenda mi porta alla mente vicende della storia moderna,e più precisamente l’epoca della grande guerra.
    gli schieramenti erano diversi,con persone differenti fra loro,ma credo che in tutte le fazioni ci fossero persone convinte di fare il bene della loro patria.
    credevano nelle loro azioni.
    questo non per giustificare azioni comunque umanamente condannabili, come quelle che conosciamo tutti e che il solo nominarle mi infastidisce, ma per dire che il giudizio è cosa alquanto arbitraria.
    possiamo usare canoni differenti,quali buon senso,umanità e tutto quello che volete usare… ma questo non toglie che quello che è giusto per noi lo sia per altri.
    questo mio intervento discosta da quanto state discutendo, ma mi sentivo di commentare quanto ho raccolto del racconto di domenica.
    in fondo questo angolo ha raccolto un sacco di nostri piccoli pensieri….

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