Cristo è veramente Risorto!

E’ mattino di Pasqua! C’è come un fremito nei racconti della risurrezione, il fremito del correre di Pietro e di Giovanni. Si dice che corsero. E uno, il più giovane, più veloce dell’altro. Ma, ancor prima di loro, ci fu il correre
di Maria, la donna di Magdala: il fatto che si sia recata al sepolcro di buon mattino, quando ancora era buio, dice molto del desiderio, dell’amore, del correre del desiderio.
E forse una prima preghiera che ci potrebbe nascere in cuore, leggendo le Scritture, potrebbe essere questa: che non venga meno questo correre. E che la vita non sia un dormire ad occhi spenti. Che la Chiesa non sia a passi lenti o chiusa nell’immobilità dei cenacoli. Che la Chiesa ritorni, le case ritornino, ognuno di noi ritorni ad essere la donna del mattino di Pasqua. La suggestione del correre, l’apertura sconfinata del desiderio si accompagna nel racconto dei vangeli al filtrare di una luce fatta di silenzi e di parole sussurrate. Non c’è l’invadenza dell’apparizione, non c’è una luce sfolgorante che ti vince e ti piega.
Forse dovremmo più a lungo sostare su questa modalità che Dio ha scelto. Dio non sceglie a caso. Dentro le sue scelte abita un pensiero. Perché non ha voluto, per quel suo figlio morto in croce, una modalità diversa, imponente, come avremmo voluto e scelto noi? Perché la non spettacolarità del morto che esce dalla tomba? Perché Dio ha scelto che nessuno lo vedesse uscire?
La risurrezione di Gesù è una voce silenziosa, non grida, non si impone, si propone. Come la fede, la fede vera. Chiede un abbandono a questi piccoli segni, per alcuni insignificanti! Segni che parlano mortalmente dalla notte, a chi sa uscire di casa, come Maria di Magdala.
Che cosa vede Pietro? Che cosa vede Giovanni alla fine della lunga corsa del desiderio? Pietro vide le bende e il sudario per terra. Bende e sudario per terra, che ci rimangono nella mente e nel cuore come il simbolo della sconfitta della morte. Sono segni inerti, per terra, in disparte, segni disabitati. Dio abita altrove! Abita nella vita, Dio. Dio non è nei segni di morte! Dio è nei segni di vita!
E’ risorto il crocifisso, ha ritrovato la vita colui che ha dato la vita. Più forte della morte è la vita. L’amore in eccesso, in sproporzione, l’amore che sulla Croce sembrava perdente, ha vinto, ha sconfitto la morte.
E allora va, Maddalena, va dai tuoi fratelli e dì questo: che non vince la morte, ma vince l’amore.
Dillo coi tuoi gesti e non solo con le parole. Dillo con la tua tenerezza. Ora tocca noi. A ciascuno di noi dire che è risorto! Dillo anche tu! Dillo con i tuoi gesti e non solo con le parole! Dillo con la tua tenerezza: che più forte della morte è l’amore!

Lascia un commento