ESTATE: IL MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO

Un saluto cordiale. Quest’anno – prendendo spunto dalla Lettera apostolica, Porta fidei, che ha indetto l’Anno della fede – siamo chiamati a meditare il versetto del libro dei Proverbi: «La Saggezza parla presso le porte,
all’ingresso, negli androni (Pr 8,3)». Il versetto descrive bene il vostro lavoro.
Comincio con l’estendere il mio augurio a tutti i lombardi che si recheranno in villeggiatura e a quanti giungeranno durante l’estate nella nostra regione. Soprattutto non voglio trascurare i molti che, a causa della crisi, vivranno la vacanza in casa loro. A tutti intendo richiamare il valore del riposo. Esso è, insieme agli affetti e al lavoro, un tratto costitutivo dell’esperienza umana e ne garantisce l’equilibrio.
Fin dalla antichità è riconosciuto come un diritto-dovere. Il Decalogo lo include tra i primi comandamenti. Tuttavia, perché ci sia una vera ri-creazione dell’io non basta ridurre le ore di lavoro ed ampliare quelle di riposo. Quest’ultimo trova senso in un certo esercizio della libertà. E voi che, stando “sulle porte”, con il vostro servizio assecondate l’istanza di ristoro, siete testimoni della verità di questa affermazione.
Per questo il tempo libero è il tempo della libertà. Non anzitutto però come libertà da, semplicemente come uno “staccare la spina”, ma come libertà per. L’idea, oggi molto diffusa, di libertà come assenza di legami è falsa. Ciascuno di noi sa sulla propria pelle che un io “disimpegnato” dalla realtà e senza relazioni, si inaridisce e muore. È inoltre assai importante quella specifica relazione che si sperimenta nella comunità. Per ogni credente riposo e festa trovano espressione compiuta nel giorno della con-vocazione. Il giorno in cui ci si ritrova intorno alla stessa mensa – anzitutto quella eucaristica – luogo delle relazioni, per rigenerarsi. La domenica ha anche una essenziale dimensione sociale, evocativa della stessa vita di Dio. Ne consegue che dimenticando le relazioni – con Dio e coi fratelli – l’uomo non può riposare veramente. L’autentico riposo infatti nasce dal vivere la comunione. Infine è decisivo sottolineare il binomio riposo-bellezza. La bellezza ha a che fare con la libertà, perché questa viene esaltata dalla verità che gratuitamente si dona a noi. Per questo il tempo del riposo – la domenica, le vacanze – è tempo privilegiato per educarsi alla bellezza, quella del creato e quella proveniente dalla mano dell’uomo, ed imparare a custodirla. Certo, la bellezza non è sinonimo di evasione dal dolore e dalla prova. Ragion per cui, anche nel tempo estivo, vi raccomando una particolare vicinanza ai bisognosi, agli ammalati e quanti, per diversi motivi, resteranno nelle nostre città.
Mentre vi esorto a testimoniare “sulle porte” le riflessioni richiamate, auguro a tutti un sereno tempo estivo. E invoco su ciascuno di voi, sui vostri cari e sui vostri ospiti la benedizione del Signore attraverso l’intercessione di Maria, Ianua Coeli (Porta del cielo).

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