Ritagli di riflessione

La vocazione che ci portiamo addosso è la prima grande misericordia che Dio ha usato su ciascuno di noi. Ecco come lo spiega bene S. Paolo (1 Cor 1, 26 – 31) : Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto: Chi si vanta si vanti nel Signore.
Se manca questa esperienza di riconciliazione con la nostra debolezza, se la nostra storia, quello che abbiamo subito, quello che abbiamo fatto, quello che siamo nel profondo di noi stessi, quello che nessuno vede ma che, in certo senso, ci definisce; se tutto questo non è toccato dall’esperienza dell’amore di Dio, ma è semplicemente nascosto o dimenticato, non diventeremo mai ciò che dovremmo essere.

Luigi Maria Epicoco, Qualcuno a cui guardare

Lascia un commento