Cappella feriale e chiesa parrocchiale

La cappella feriale nel corso di queste ultime settimane ha visto qualche modifica e altre ne conoscerà nei prossimi mesi. C’è un progetto complessivo che prevede nell’attuale cappella la collocazione dei confessionali, le statue della devozione popolare (la statua della Madonna che troviamo accanto al quadro di Santa Gianna prenderà il posto della statuina della Vergine che verrà posizionata nella cappella privata delle Suore), un futuro mosaico che riproduce la Presentazione di Gesù al tempio, spazio accoglienza per famiglie con bimbi piccoli durante le celebrazioni festive). In futuro, la S. Messa feriale verrà celebrata nella cappella del Santissimo Sacramento, dopo aver separato dal tabernacolo l’altare, posizionato poco più avanti. Entrambi le cappelle saranno distinte dalla sala assembleare della Chiesa da una vetrata. E’ ovvio che queste operazioni avverranno progressivamente e suppongono l’installazione del riscaldamento a pavimento. Quando avverrà tutto questo? Non lo sappiamo! Comunque dopo le autorizzazioni della Curia Arcivescovile e il piano economico generale dell’intervento di ristrutturazione, comprensivo di: nuovo impianto di riscaldamento, insonorizzazione, nuovo impianto elettrico. Sono tutti interventi impegnativi, che probabilmente affronteremo step dopo step, passo dopo passo, anche in funzione della disponibilità economica della Parrocchia.

Battistero in chiesa parrocchiale

Come sapete tutti, in Santuario della Famiglia, l’antico Fonte Battesimale è stato rimosso dalla sua sede per dare spazio al confessionale, installato lo scorso mese di febbraio. La nostra Chiesa parrocchiale accoglierà nei prossimi giorni quello che fu il suo storico fonte battesimale, posizionandolo sotto il lucernario, dopo che lo spazio intorno verrà riempito e opportunamente piastrellato. Dal prossimo mese di aprile (se tutto va bene) celebreremo i Battesimi nel nuovo battistero, che nella notte di Pasqua benediremo al termine della Veglia.

Opere di Misericordia

Nel numero precedente di info.Mesero abbiamo cominciato pubblicare delle riflessioni non scontate sulle opere di misericordia spirituale come sono elencate alla pag. 22 del libretto dei canti. Di seguito trovate altre due riflessioni preparate da Mons. Pierantonio Tremolada, vescovo ausiliare della nostra Diocesi.

2. INSEGNARE AGLI IGNORANTI

ImmagineL’insegnamento risponde al bisogno del sapere che è proprio di ogni uomo. Si insegna a chi non sa ed è nell’ignoranza e in questo senso si compie un’opera di misericordia. Sarà importante farlo con umiltà e spirito di servizio, riconoscendo che il sapere di chi insegna è a sua volta frutto di un dono precedentemente ricevuto da altri.
Ogni insegnamento ha di mira sempre e solo la vita. Anche quando si insegna un’arte, un mestiere, una materia scolastica o un procedimento tecnico, si insegna fondamentalmente a vivere: tutto infatti è a servizio della vita, che va affrontata con senso di gratitudine, con spirito di responsabilità e nella consapevolezza delle proprie risorse.
Il sapere comunicato con generosità e affetto fa di noi dei maestri. Apparire agli occhi degli altri come uno che sa non significa necessariamente apparire come uno che vale. Ciò che si impara non è mai semplicemente materiale che si deposita nell’archivio della nostra memoria con l’intento di esibirlo alla prima occasione. La vera sapienza diviene tale quando si trasforma in esperienza di vita condivisa.
Due sono in particolare le direzioni in cui muove un insegnamento che si configura come una vera opera di misericordia: la promozione della dignità della persona nella sua capacità di esprimersi e la gioia di aiutare chi sta crescendo a conoscere il mondo circostante. La passione educativa trova nell’insegnamento una delle sue forme più autentiche ed efficaci. Introdurre dei ragazzi e dei giovani alla conoscenza della realtà, cogliendone insieme la bellezza e la complessità, e consentire loro di entrare in comunicazione con gli altri nel modo più adeguato è indubbiamente un servizio prezioso.
L’istruzione nel senso più ampio del termine è uno dei diritti fondamentali dell’uomo, che gli permette di dare piena attuazione alla sua capacità di comprendere e di decidere. Chi svolge in modo autentico questo compito merita tutta la nostra riconoscenza.

3. AMMONIRE I PECCATORI

ImmagineL’esperienza del male è tristemente abituale per l’uomo. Farsene carico con misericordia vuol dire anzitutto “ammonire i peccatori”. È la terza opera di misericordia spirituale.
Il verbo “ammonire” contiene risonanze molteplici. Significa anzitutto difendere gli uomini dalla potenza mortale del peccato: chi ammonisce come si deve, viene in soccorso alla libertà ferita dal male e all’accecamento della coscienza. La serietà del male e delle sue conseguenze non vanno sottovalutate. Minimizzarne la portata vorrebbe dire fare il gioco del male stesso, consentendogli di prendere piede con la sua energia distruttiva. San Paolo ricorda che il peccato porta sempre con sé la morte, cioè l’esperienza distorta della vita e quindi la tristezza (cfr Rm 5,12).
Occorre dunque ammonire chi fa il male, arrivando fino a denunciare il peccato, proprio per riscattare colui che lo ha compiuto. La forma della denuncia potrà essere in alcuni casi molto severa, arrivando fino alla scomunica. Lo ha fatto tempo fa papa Francesco rivolgendosi ai clan mafiosi. Ammonire tuttavia non significa condannare. Significa certo formulare un giudizio, cioè una onesta valutazione di ciò che è accaduto riconoscendo con lucidità il male compiuto, ma sempre e solo con il desiderio di vedere salvato chi ne è stato responsabile. Il cuore che ammonisce è sempre un cuore benevolo e lo stile è quello della carità, che coniuga fermezza e dolcezza. Come quando si toglie una pagliuzza dall’occhio di un altro: operazione estremamente delicata! (cfr Mt 7,3).
Ammonire i peccatori con lo stile del Vangelo permette di coniugare la misericordia di Dio con la sua giustizia, chiamando il male con il suo vero nome e insieme facendo sentire tutta la forza del bene che già è in corsa per guarirlo. Nel desiderio di vedere l’altro salvo, desiderio che traspare nelle parole sincere e rispettose di chi sa correggere, si manifesta l’energia potente dell’amore di Dio che salva. Di questo amore si fa testimone il profeta, quando presta la voce al suo Signore che dice: «Io non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva” (cfr Ez 18,23).

Caritas

Stiamo attendendo di sapere dal centro di ascolto Caritas la pianificazione alimentare in base
alla disponibilità degli alimenti raccolti. Teniamo in calendario una ulteriore raccolta (questa volta
non porta a porta!) nella prima domenica di novembre.

Fondo “dammi il 5!”

Con la generosità di molti, da dicembre 2015 ad oggi, abbiamo raccolto la somma di € 1.131,00.
Il Fondo chiuderà il prossimo 30 giugno ed eventualmente riprenderà a settembre/ottobre. Un
vivo ringraziamento a tutti quelli che hanno dimostrato una vivace sensibilità.