La torta di mamma Margherita

L’iniziativa che porta questo nome vuole mensilmente raccogliere fondi per la spesa consistente che la nostra Parrocchia si è trovata ad affrontare per dotare la nostra Scuola Materna di una quarta sezione e adeguare la struttura alle normative di sicurezza. Nel mese di ottobre abbiamo raccolto € 480,00=. Anche domenica 16 novembre proponiamo in fondo la Chiesa un banchetto di torte di mamme e persone generose che mettono a disposizione la loro passione e bravura. Abbiamo però bisogno di aumentare l’offerta, il numero delle torte da mettere in vendita! Partecipate anche voi, portando il dolce (torta o biscotti) nel pomeriggio di sabato 15 novembre in fondo alla Chiesa dopo le 16.30. Un grazie a tutti quelli che vorranno contribuire!

Catechesi iniziazione cristiana e catechiste

Domenica 26 ottobre la IV elementare, partecipando tutta insieme con i propri Genitori alla S. Messa delle ore 10.30, ha voluto dirci che ha dato inizio al proprio cammino in preparazione al Sacramento della Riconciliazione.
Domenica 9 novembre tocca ai bambini di II elementare, che verranno convocati in Chiesa, sempre per la celebrazione delle ore 10.30, per dare inizio al loro cammino di catechesi di introduzione alla vita cristiana e alla celebrazione dei sacramenti. Per loro la catechesi inizierà lunedì 10 novembre dalle ore 17.00 alle 18.00.
Domenica 23 novembre è in programma un ritiro spirituale per le catechiste dell’iniziazione cristiana a Boffalora:
le catechiste sono tutte convocate per la S. Messa delle ore 9.00 in chiesa parrocchiale a Boffalora e successivamente si ritroveranno in Oratorio per la riflessione, la preghiera e la condivisione. Il ritiro si conclude per le ore 12.00.

Visita alle famiglie in occasione del Natale

La visita alle famiglie in occasione del Natale sarà preceduta da una lettera che giungerà in casa di tutti per esprimervi i nostri migliori auguri e il significato della festa cristiana che tocca la famiglia e i suoi affetti. In quello scritto troverete indicazioni semplici per dare l’avvio a una raccolta straordinaria a favore della Scuola Materna don Giuseppe Airaghi, di cui anche in questo numero si è dato spazio per informazioni dettagliate.
La lettera contenuta nella busta (utile per le offerte) giungerà prima del 10 novembre alle famiglie delle vie:
Lunedì 10 nov. dalle ore 16.30 vie Dei Landriani, Ca’ Novella, Guido Rossa e Mazzini
Martedì 11 dalle ore 16.30 vie Villoresi, San Fermo, Montale, Manzoni
Mercoledì 12 dalle ore 16.30 vie Verdi, XXV Aprile e Puccini
Giovedì 13 dalle ore 16.30 vie Fosse Ardeatine, De Gasperi, Donizzetti, Falcone, Caduti sul Lavoro e Brigate di Dio
Venerdì 14 dalle ore 16.30 via Garibaldi ed eventuali recuperi
Sabato 15 ore 9.30 Cascina Bianca

Il nuovo beato Papa Paolo VI

Stiamo vivendo momenti di Chiesa molto intensi e parecchio importanti come il Sinodo sulla famiglia e la Beatificazione di Paolo VI. Per evitare che vadano perduti, riportiamo in questo numero di info.Mesero due interventi significativi del nostro Vescovo: il primo, qui di seguito, il messaggio pronunciato la vigilia della beatificazione di Paolo VI, il secondo sul Sinodo straordinario appena concluso (pagina 4).
Fratelli e sorelle, dobbiamo amare la chiesa con questo cuore nuovo, come ci chiede l’ormai beato Paolo vi, per cui voi vi siete mossi dalle vostre case per poter partecipare di persona all’evento e godere di questa scelta straordinaria che la provvidenza ha voluto, per questo nostro arcivescovo tra pochissimo Beato che ci è stato donato.
Uscendo poco fa dai lavori del sinodo, dalla sua conclusione, dopo aver ascoltato un memorabile discorso di papa Francesco che passerà alla storia, sentire in questa veglia le parole del nostro carissimo arcivescovo Montini, poi Paolo VI, riempiono il mio cuore di commozione e di gioia.
Quanto più amiamo la chiesa ne assumiamo la forma, diveniamo ecclesiali, diveniamo strada per diventare e portare Cristo stesso, come ci insegna Agostino. Che meraviglia la nostra fede, come svanisce quando lo racchiudiamo nel nostro individualismo, quando non lasciamo sfondare la chiusura narcisistica in noi stessi.
Questo vespro di preparazione alla solenne giornata di domani con la beatificazione di papa Montini sfocia in quella preghiera scritta da Montini stesso, che ho sentito in svariati modi in questi ultimi tempi nelle nostre parrocchie. Una preghiera capace tutte le volte di percuotere la nostra mente. “Cristo, nostro unico mediatore tu ci sei necessario” (Paolo VI).
Carissimi, questo grido, questa preghiera di domanda, e’ il vertice della preghiera cristiana.
Questo “tu mi sei necessario divenga in ciascuno di noi invocazione di cambiamento, di conversione”. Sia moto che parta dal cuore per diventare espressione convinta e convincente per i nostri fratelli. Il cristianesimo dovrebbe avere un’anima, dovremmo vedere i disegni di Dio sul mondo, non le nostre piccoli analisi progetti.
Noi dovremmo vedere e avere i disegni di Dio sul mondo. Dobbiamo allargare lo spazio nella carità per portare Dio nella società, nella carità, nel posto in cui Dio ci ha chiamato a vivere.

La comunione ai divorziati risposati

Nella discussione sulla comunione ai divorziati si sente usare l’espressione: «Vangelo della misericordia per le famiglie ferite». In realtà, è un modo di dire più volenteroso che non illuminato, e che, anzi, induce chiaramente all’errore o al fraintendimento. Procediamo per punti, con un avvertimento e due premesse molto importanti.
L’avvertimento è per richiamare la necessità di una conoscenza della storia ricostruita con obiettività, e non a partire dall’esigenza di trovarvi giustificazione a posizioni attuali.
1. Quanto alle premesse:
La prima premessa è per far notare che, nel caso della comunione ai divorziati, il richiamo alla misericordia divina e ai sacramenti quali «segni delle misericordie di Dio» è assolutamente non pertinente. Infatti, a essere misericordia, per tutti, è la verità stessa del Vangelo, per cui, se si vuole risanare la ferita al matrimonio, la sola strada è quella di riconoscerne e praticarne l’indissolubilità, non quella di attenuarla, o di sfuggirla.
Affatto privo di pertinenza è poi il richiamarsi al mutamento dei tempi; non spetta ai tempi modificare il disegno divino, ma all’intramontabile disegno divino modificare e determinare i tempi.
La seconda premessa è per dire che segno della misericordia divina è l’indissolubilità stessa del matrimonio, a meno di pensare che essa sia stata imposta con un rigore «immisericordioso», che si cerca di mitigare.
La terza premessa è per affermare che i divorziati non sono fuori della Chiesa, anche se, a motivo del divorzio, la loro appartenenza risulta imperfetta o incompiuta, e non per un atto o una serie di atti, ma per una condizione permanente, com’è quella di chi ha divorziato.
2. Quanto alle famiglie ferite: sono quelle in cui il vincolo matrimoniale è stato sciolto. Ora, con tale scioglimento, ci si pone in antitesi col matrimonio istituito da Dio all’«inizio», e al quale Gesù Cristo rimanda come all’imprescindibile modello: «All’inizio però non fu così» (Mt 19, 8); l’uomo non deve quindi dividere quello che Dio ha congiunto. Ecco perché, «chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei, e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio» (Mc 10, 11-12).
3. Certo, occorre subito distinguere tra il caso di chi si trova abbandonato e non istituisce nuovo vincolo coniugale, e il caso di chi invece ha spezzato quel legame e ha creato un secondo un matrimonio. Nel primo caso non fa nessun problema l’ammissione all’Eucaristia, mentre completamente diverso è il caso di chi ha divorziato e si è, civilmente, risposato. In questo caso l’Eucaristia non può essere data.
Solo che, per comprenderne il motivo, è necessaria una duplice riflessione.
La prima riguarda la stessa Eucaristia, che non può essere concepita come un regalo che può essere donato o non donato a un fedele da parte della Chiesa. Essa rappresenta, infatti, la più intima comunione con Gesù Cristo, ed è il sacramento e l’epifania del vincolo indissolubile tra Cristo e la Chiesa.
La seconda riflessione riguarda il matrimonio che lo stesso Cristo ha istituito indissolubile. Che senso avrebbe ricevere l’Eucaristia da parte di chi, già sposato e ancora permanendo il primo matrimonio, ha contratto
nuove nozze e si è perciò posto in uno stato di coniugalità antitetico al matrimonio indissolubile, il solo espressamente riconosciuto da Cristo? Tra l’Eucaristia e il divorzio vi è una intrinseca opposizione.
L’ammissione all’Eucaristia di chi vive in una coniugalità difforme dal Vangelo non sarebbe un gesto di misericordia – la quale può fondarsi solo sulla verità del Vangelo – ma un gesto di ingiustizia e un deplorevole
inganno.
4. Senza dubbio le singole situazioni possono essere diverse e vanno valutate in concreto.
Può esserci il caso di una coppia che si è formata a seguito di un divorzio e che si trova ad avere figli, per la crescita dei quali la presenza e la convivenza dei genitori appare necessaria. Con la presenza di figli come
si può pensare a una separazione?
Ecco allora la domanda: possono questi genitori ricevere l’Eucaristia? Ritengo di sì, quando ci sia in essi la riprovazione della loro scelta di divorzio e il loro convivere escluda l’esercizio della coniugalità, aggiungendo a ciò l’attenzione a non suscitare scandalo nella comunità di appartenenza, ignara del genere dei loro rapporti.
5. Con queste considerazioni e precisazioni si può comprendere la ragione per la quale una pastorale autenticamente evangelica non ammetta all’Eucaristia chi permanga di fatto e deliberatamente in una condizione di divorzio.