Chiesa Parrocchiale

Il vecchio edificio parrocchiale già agli inizi del secolo appena trascorso risultava angusto per una popolazione che aveva quasi raggiunto i duemila abitanti.
Tutti gli arcivescovi in visita pastorale a Mesero, a partire dal beato cardinale Andrea Carlo Ferrari già nel 1906, avevano fatto voti perché si erigesse un nuovo edificio sacro più capiente.
Tentarono l’impresa i parroci don Remigio Timo nel 1910, morto pochi mesi dopo aver lanciato l’iniziativa e don Giuseppe Airaghi nel 1946, che vi rinunciò per non aver avuto l’adesione unanime di tutte le famiglie.
Il nuovo parroco, don Gesuino Corti, succeduto a don Airaghi nel 1961, pensò che i tempi fossero maturi per iniziare l’erezione della nuova parrocchiale.
Scelta l’area, dietro la vecchia chiesa, utilizzando la cospicua donazione del dott. Gaetano Borsani, nel 1965 don Gesuino lanciò la campagna per l’edificazione di un tempio rinnovato.
La popolazione, divisa in dodici rioni, corrispondenti ai dodici apostoli, costituì il comitato per la scelta del progetto e la raccolta dei fondi.
Il 25 giugno 1967 il cardinale Giovanni Colombo pose la prima pietra dell’edificio. I lavori procedettero abbastanza celermente e al termine del 1972 le opere murarie e le decorazioni principali, affidate alla Scuola d’arte Beato Angelico di Milano, erano state portate a compimento. La prima messa fu celebrata la notte di Natale del 1972.
Venne poi organizzata da un apposito comitato la campagna per reperire i fondi per l’acquisto delle campane (poste nel 1974) e infine la nuova chiesa venne consacrata il 18 ottobre 1980 dall’arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini.
Su una lapide, affissa all’ingresso della chiesa sono scritte queste parole a perenne memoria: “All’intera opera della costruzione hanno provveduto le offerte umili e generose dei parrocchiani”.
La pianta del tempio è esagonale, circondata da una fascia perimetrale dove prendono posto la cappella feriale mariana, la cappella dell’adorazione eucaristica, la sacrestia, i disimpegni e l’atrio. Tutto ben coordinato con l’aula principale.
Un pregio funzionale dunque; un altro aspetto positivo è dato dalla sapiente regia della luce naturale che filtra intensa e radiosa dalle vetrate colorate, che adornano i muri perimetrali e i cui elementi cromativi hanno un pregnante significato simbolico. Le vetrate sono opera della scuola d’arte del Beato Angelico di Milano.
Un discorso a parte merita l’altare di marmo, opera dello scultore Gino Casanova, chiave di volta di tutto il discorso iconografico e liturgico della chiesa.
A completare l’aula ecclesiale recentemente è stata realizzata la decorazione della cupola absidale. Su commissione del parroco, don Giuseppe Colombo, la ditta “Progetto Arte Poli” di Verona, con stile e tecniche nuove, ha reso immagine il titolo della chiesa parrocchiale: Gesù Risorto è presentato come “Il Signore” da Maria, “tipo” della creatura “nuova” che accoglie e riconosce la propria vita come dono (proveniente dal fianco aperto del Crocefisso) e, offrendola, rende umano e visibile l’Amore-Dio, che è Luce che con-prende tutto. L’opera è stata inaugurata il 10 giugno 2006.

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La presentazione del Signore nell’affresco absidale

La nostra chiesa parrocchiale è dedicata al mistero biblico-liturgico della “Presentazione di Gesù al tempio e Purificazione della Beata Vergine Maria”: la scritta a caratteri cubitali riportata sulla fascia mediana di tutta l’aula è il cantico di Simeone, che rimanda al fatto evangelico.
Il titolo della nostra parrocchia, tuttavia, dice: “Presentazione del Signore”: ecco perché l’affresco absidale svela progressivamente il mistero di Dio e il mistero dell’uomo, a chi entra nella nostra chiesa aperto alla rivelazione del Signore Gesù, che si manifesta a noi attraverso la Bibbia e nella Chiesa, dentro la nostra storia.