Ground Offensive Begin. Scrivo queste note nel momento in cui i grandi circuiti internazionali dell’informazione annunciano l’avvio della nuova invasione israeliana del Libano. La precedente è del 2006, ma questa volta a essere sull’orlo del baratro non è solo il Paese dei Cedri ma il mondo intero. Molti non si rendono conto del pericolo. Altri preferiscono nasconderlo. Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti quelli che la vogliono vedere. «Siamo vicini a una guerra quasi mondiale», ha denunciato papa Francesco il 27 settembre scorso dal Belgio. Anche questa volta, come accade dall’inizio di questo pontificato, il suo grido d’allarme è stato silenziato. Ma la realtà è più forte dei suoi vergognosi manipolatori e il pericolo che dieci anni fa — quando papa Francesco ha cominciato a parlare della “Terza guerra mondiale a pezzi” — poteva apparire remoto, oggi si materializza davanti a noi. Non è catastrofismo. La guerra, che nel 2014 si combatteva nella picco-la regione ucraina del Donbass, oggi fa esplodere i suoi missili a Kiev e a Mosca e ci rigetta dentro l’incubo oscuro della guerra atomica. Da un anno assistiamo alla carneficina e alla devastazione della Striscia di Gaza e ora temiamo il peggio in Cisgiordania, in Libano e nel resto del Medio Oriente. È il vortice della guerra che infuria, si rafforza e si allarga senza regole né limiti. Di questo passo, quello che oggi vediamo malvolentieri in Tv, rischiamo di viverlo domani nelle nostre città. «Ci stiamo avvicinando all’inimmaginabile: una polveriera che rischia di inghiottire il mondo», ha tuonato il Segretario generale dell’Onu in chiusura del Summit del Futuro di settembre. «Il livello di impunità nel mondo è politicamente indifendibile e moral-mente intollerabile. Oggi, un numero crescente di governi e altri soggetti si sentono autorizzati a fare di tutto. Possono calpestare il diritto internazionale. Possono violare la Carta delle Nazioni Unite. Possono chiudere un occhio sulle convenzioni internazionali sui diritti umani o sulle decisioni dei tribunali internazionali. Possono infischiarsene del diritto umanitario internazionale. Possono invadere un altro Paese, distruggere intere società o ignorare completamente il benessere del proprio popolo». Di fronte a questa situazione, non è facile impegnarsi per la pace. Lo sappiamo bene. Devi resistere al senso d’impotenza che ti sale ogni giorno e agli attacchi dei propagandisti della guerra che dominano la comunicazione istituzionale. Vediamo come trattano un grande Papa come Francesco. Eppure, se sai quanto sono grandi il bene della pace e il male della guerra, non puoi fare altro che rinnovare il tuo impegno. Non è solo un dovere morale, ma anche una necessità urgente. Con questo spirito, 1121 settembre, nella Giornata internazionale della pace, ci siamo ritrovati a riflettere e a camminare assieme, ancora una volta in tanti e diversi, nella città di san Francesco d’Assisi. Ed è stato un momento speciale. Di fronte alle sfide e ai pericoli che incombono, di fronte all’incalzare di tragici eventi, è necessaria una mobilitazione straordinaria che, passando di bocca in bocca, di scuola in scuola, di città in città, di organizzazione in organizzazione, di parrocchia in parrocchia, possa far crescere un grande movimento unitario di cittadini e istituzioni per la pace.
Per alimentarla abbiamo ideato e avviato il programma immagina, che culminerà domenica 12 ottobre 2025 nell’organizzazione di quella che dovrà diventare la più grande Marcia Perugia- Assisi della storia. Immagina è il percorso di un anno, centrato sulla formazione di una nuova generazione di costruttrici e costruttori di pace. Persone che desiderano la pace, che la amano e siccome la vogliono la fanno, ci lavorano, si battono per ottenerla, s’impegnano a costruirla. Sappiamo che il lavoro da fare è grande.
Sappiamo che dobbiamo: 1) ricostruire il nostro senso di responsabilità verso la pace; 2) ricostruire la capacità nostra e delle nostre istituzioni di “fare la pace”; 3) ricostruire la politica e le istituzioni della pace. Dalla più piccola alla più grande.
Immagina tutte le persone vivere insieme in pace: questo è lo slogan della Marcia Perugia – Assisi del 2025, che ci accompagnerà per tutto l’anno insieme a tre preziose bussole: l’Enciclica di papa Francesco Fratelli tutti, sulla fraternità e l’amicizia sociale; l’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile; il “Patto per il futuro”.
In un pianeta in fiamme, in un mondo in guerra, noi vogliamo spingerci in una direzione e in un mondo diverso. In un tempo buio, che uccide la fiducia e la speranza, noi vogliamo suscitare un sogno, antico e moderno: “Il sogno di una società fraterna”. In un mondo devastato dall’individualismo, dall’egoismo e dall’indifferenza che uccide e lascia uccidere, mentre lo scontro di interessi alimenta spietate guerre di ogni genere, mentre uomini spietati si accaniscono ferocemente contro bambini, donne, malati e anziani, in un mondo intriso di violenza, pieno di muri e confini, mentre si accelera un’incontrollata corsa al riarmo, di fronte ai segni sempre più marcati della “Terza guerra mondiale”, noi vogliamo reagire con “Il sogno della fraternità e dell’amicizia sociale”. La fraternità è l’alternativa alla guerra: l’altro orizzonte possibile. Noi lo vogliamo sognare, desiderare e costruire. Facciamolo assieme!
di Flavio Lotti, coordinatore della Tavola per la pace.