La famiglia è la prima ed insostituibile educatrice alla pace

«La famiglia è la prima e insostituibile educatrice alla pace». Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2008 accende i riflettori sulla prima cellula della società e della Chiesa, la famiglia. Un modo per andare alle fondamenta, perché la coscienza di pace si costruisce innanzitutto tra le mura di casa propria, nel rapporto di coppia e tra genitori e figli.

E da lì si irradia al mondo. Concetti che ritroviamo anche nel percorso pastorale di quest’anno messo a punto dal card. Tettamanzi per la diocesi di Milano. Sintonia piena di una Chiesa che guarda all’essenziale. E il fondamento è proprio l’amore, di cui la famiglia è vera scuola. «Si tratta di un servizio continuo che si esprime nelle mille attenzioni reciproche della vita quotidiana, senza pigrizie, ma con vero gusto umano e spirituale dentro il quale si vive la carità», scrive l’Arcivescovo. «In ogni casa non manchino momenti in cui traspaiono la bellezza e la gioia dello stare insieme come fratelli. Ci sia realmente la passione di costruire valori che aprono alla vita e al mondo, si coltivino sentimenti e atteggiamenti di concreta solidarietà verso coloro che sono in difficoltà, si sperimentino momenti di vera gratuità nello spendere le proprie energie e le proprie risorse a favore dei più bisognosi. In questi contesti quotidiani la fede è in grado di manifestare la sua splendida bellezza e la sua forza rinnovatrice».

«Il lessico familiare è un lessico di pace» ci ricorda Benedetto XVI, che punta l’attenzione anche sui diritti della famiglia, perché «chi anche inconsapevolmente osteggia l’istituto familiare rende fragile la pace nell’intera comunità, nazionale e internazionale, perché indebolisce quella che, di fatto, è la principale “agenzia” di pace».

Questioni molto concrete che entrano nelle scelte quotidiane, anche istituzionali: «La famiglia ha bisogno della casa, del lavoro o del giusto riconoscimento dell’attività domestica dei genitori, della scuola per i figli, dell’assistenza sanitaria di base per tutti. Quando la società e la politica non si impegnano ad aiutare la famiglia in questi campi, si privano di un’essenziale risorsa a servizio della pace», sottolinea il Papa.

Un compito che coinvolge anche i media, che «hanno una speciale responsabilità nel promuovere il rispetto per la famiglia, nell’illustrarne le attese e i diritti, nel metterne in evidenza la bellezza».

La famiglia che ogni giorno sa aprire le aule della sua “scuola dell’amore e del dono di sé”, sottolinea Tettamanzi, «leva la sua voce di speranza in una società povera di amore, scossa e disgregata da tensioni e conflitti, appesantita da troppe forme di egoismo. In tal modo l’educazione all’amore come dono di sé rappresenta un prezioso contributo per costruire quella trama di solidarietà che è frutto insieme della giustizia e dell’amore».

E il Papa elenca questi luoghi di sofferenza e di conflitto della famiglia umana. A partire dall’ambiente: «Dobbiamo avere cura dell’ambiente: esso è stato affidato all’uomo, perché lo custodisca e lo coltivi con libertà responsabile, avendo sempre come criterio orientatore il bene di tutti… Né vanno dimenticati i poveri, esclusi in molti casi dalla destinazione universale dei beni del creato».

È inoltre necessaria una giusta «gestione delle risorse energetiche del pianeta» e «un’equa distribuzione della ricchezza»; «l’esigenza morale di far sì che l’organizzazione economica non risponda solo alle crude leggi del guadagno immediato, che possono risultare disumane»; favorire «il convergere anche delle legislazioni dei singoli Stati verso il riconoscimento dei diritti umani fondamentali»; «la mobilitazione di tutte le persone di buona volontà per trovare concreti accordi in vista di un’efficace smilitarizzazione, soprattutto nel campo delle armi nucleari».

Famiglia e pace dunque, binomio inscindibile. «Oggi, in modo del tutto particolare – sottolinea il Cardinale – la nostra società ha forte la necessità di riscoprire la famiglia come risorsa insostituibile e decisiva per il suo futuro. Le nostre famiglie, d’altra parte, ricordino che il vincolo di libertà e d’amore che le costituisce è loro donato non solo per se stesse, ma per la vita del mondo».

Pino Nardi

>> Leggi il testo integrale del messaggio del Papa

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