Calendario pastorale

Martedì 18 Ore 21.00 Veglia Martiri Missionari del decanato di Magenta presso la chiesa parrocchiale di Sedriano – Via Magenta, 4.
Testimonianza di suor Alessandra Bonfanti (Missionarie dell’immacolata).
Parcheggio in p.zza mercato.

Domenica 23 Incontro con l’Arcivescovo a S. Siro per i cresimandi.
ore 15.00 catechesi gruppi comunione 1 e comunione 3.
ore 15.00 celebrazione battesimale per il gruppo comunione 2 in chiesa parrocchiale.

Domenica 6 aprile ore 9.00 – 16.30 Giornata di spiritualità familiare della Zona IV a Mesero: “Famiglia gioisci per la speranza che c’è in te”.
ore 9.00 – 9.30 accoglienza (oratorio) – ore 9.45 meditazione e testimonianze ( sala della comunità) – 12.45 pranzo al sacco – ore 13.00 stand di associazioni familiari – ore 15.00 S. Messa S.E. Mons. Luca Raimondi, Vicario della zona IV (Santuario della famiglia).
Durante la giornata animazione per i bimbi.
Informazioni ed iscrizioni sul volantino in bacheca o sul sito www.parrocchiadimesero.it

Sulla Speranza (parte ultima)

La preghiera e la speranza di Gesù di fronte ai ritardi di Dio.

Questa condizione, tipica dell’orante biblico, non è estranea all’esperienza dello stesso «Cristo Gesù nostra speranza» (1Tm 1,1), che ha vissuto il mistero della passione, della morte e della resurrezione, e di conseguenza del cristiano. Gesù, infatti, più di tutti i giusti dell’AT, ha vissuto lo scandalo dei ritardi di Dio. E il battezzato, immerso in lui, non può sottrarsi a questa logica. Gesù ha pregato molto spesso. Ha passato persino notti intere in preghiera (Lc 6,12). Ma prega soprattutto nei momenti più critici della sua vita terrena, quando la tentazione assale anche lui. Egli affronta la tentazione pregando, soprattutto l’ultima tentazione nell’orto degli ulivi e sulla croce. Gesù aveva detto: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 4,34). Quando, durante la passione bisogna fare questa volontà, si scatena il dramma. Si apre un confronto sanguinoso con la volontà del Padre. Non appena infatti tenta di vivere questa obbedienza nella sua natura umana, scoppia la crisi. Il suo corpo l’abbandona, suda sangue e acqua, muore. E Gesù affronta questo confronto sanguinoso con la volontà del Padre pregando: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!» (Mt 26,39): È pregando che Gesù ha sostenuto questa lotta ed è stato esaudito al di là della morte. Sulla croce la tentazione si fa ancora più insidiosa. Qui viene schernito su ciò che gli sta più a cuore, ciò per cui è venuto: la salvezza. Con sarcasmo gli viene detto: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto… Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso» (Lc 23,35. 37). Gesù non nasconde l’angoscia e pregando fa suo il grido del salmista: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46). Gesù sente improvvisamente l’assurdità della sua morte e dell’incomprensibile assenza del Padre. Egli sperimenta fino in fondo di come sia difficile cambiare il cuore, la vita degli uomini, ma questo non lo porta alla disperazione, perché egli sa che il regno di Dio è là dove non si da ritorno su di sé, non si da dimostrazione di potenza, ma comunione con Dio e desiderio di rendere tutti, anche nel più profondo dolore, partecipi della gioia di Dio. A partire da questa situazione drammatica, quindi, Gesù continua a credere, contro ogni speranza umana, che il Padre nonostante tutto lo ama. E lo ama, non senza la morte, neppure sfuggendo alla morte, ma mediante la morte per una vita nuova. In questa prova senza misura, sull’orlo della disperazione, la preghiera di Gesù ha saputo pronunciare il suo sì alla volontà del Padre. La sua preghiera è un bacio d’amore nel quale egli consegna il suo ultimo respiro: «Padre nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46).
Gesù accetta di lasciarsi andare… nelle mani di suo Padre. È un abbraccio che non sfocia nella morte, ma nell’Amore, nella resurrezione. Egli dalla croce consegna il suo spirito (Gv 19,30), il suo respiro al Padre, ma lo consegna anche a noi, come bacio d’amore, perché anche noi possiamo vivere del suo soffio vitale del suo respiro e perché anche a noi sia concesso vivere la stessa speranza e lo stesso abbandono nel progetto del Padre. Gesù con il suo corpo risuscitato, è ora la Via della speranza. E lo è perché è colui che prima di tutto, pregando, ha attivamente sperato nell’oscurità della nostra storia.

La compagnia Oratori in scena ti aspetta !

Siamo la compagnia “OratorInScena” e siamo lieti di presentarci alla Comunità, per raccontare un po’ di noi. Siamo un gruppo teatrale composto da adolescenti, giovanissimi, giovani ed adulti di tutta la nostra Area Omogenea degli Oratori di Boffalora, Marcallo cC e Mesero.
Nasciamo nel 2016, quando alcuni educatori ed animatori hanno voluto sfidarsi, forse un po’ per gioco, ed hanno deciso di creare un primo spettacolo teatrale. È nato così “Quando ero bambino”, la nostra prima creazione: è stata subito un successo, molto apprezzato dagli spettatori, ma forse ancor di più dagli attori stessi, perché hanno visto in questa realizzazione
un fortissimo potenziale per coinvolgere i giovani degli oratori, aiutarli a crescere, a mettersi in gioco, stringere nuovi rapporti e divertirsi tutti insieme, condividendo un’esperienza creativa che arricchisce la personalità di ognuno.
Non si riescono a descrivere a parole le emozioni che si provano durante la creazione di uno spettacolo: dalle fatiche incontrate e gli imprevisti superati che uniscono fortemente i legami tra le persone, al divertimento delle prove, all’amicizia del gruppo e al supporto degli spettatori e alla soddisfazione di esibirsi dopo un lungo percorso!
Pensiamo che tutto questo sia il punto forte della nostra compagnia: crescere insieme nella passione e nel divertimento, creando legami speciali.
Tra le varie iniziative dell’Area Omogenea, il teatro è quella che più ci consente di collaborare, superare campanilismi e paure, intrecciando persone eterogenee per età, ma che collaborano per un fine unico.
In questi giorni è andato in scena il nostro ottavo spettacolo, una speciale cena con delitto intitolata “L’ospite inatteso”.
La nostra voglia di andare avanti è ancora molto forte e per farlo abbiamo bisogno di nuovi ingressi e supporti!
Come fare? Puoi valutare di unirti a noi! Abbiamo molti ambiti in cui ognuno può scegliere di esprimersi e di collaborare: puoi provare a recitare come attore, entrare a far parte del corpo di ballo, dipingere e creare nel gruppo scenografie, ma anche organizzare i costumi o esprimerti attraverso il canto!
Una sola cosa ti assicuriamo: il bello del nostro gruppo è che non servono competenze specifiche! Impariamo tutti insieme, guidati dai nostri responsabili che sapranno come far esprimere al meglio le nostre potenzialità!
Se pensi di poter essere interessato, scrivici! Contatta don Alessandro o gli uffici parrocchiali, ti daranno i contatti dei responsabili e organizzeremo insieme una prova senza impegno.
Speriamo di aver suscitato curiosità ed interesse e di vedervi numerosi ai nostri prossimi spettacoli, restate sintonizzati!