Il coraggio di interrogarsi: parte 5

Perché il quinto comandamento è espresso in forma così categorica, senza alcuna sfumatura?
Perché dal quinto al decimo comandamento è usata la forma negativa (non…) invece di quella affermativa?
Non è forse a evidenziare il valore assoluto della vita, dono di Dio? Nel nostro tempo in cui l’individuo si pensa padrone di sé stesso e della vita, come può parlare ancora il comandamento di Dio?

Don Giuseppe Colombo

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Un commento su “Il coraggio di interrogarsi: parte 5

  1. Il quinto. Da questo comandamento in poi Dio inizia a vietare. Sembra proprio un modo per porre un limite categorico, inderogabile all’azione umana. Certo è l’ennesima dimostrazione di quanto grande sia l’amore del Padre per ogni suo figlio al quale non vuole sia torto un capello-da nessuno per nessun motivo. Con fermezza ci vieta di profanare il tempio vivo dello spirito -l’anima immortale- che ha infuso in ciascun essere umano creatura e non creatore, di grazia partecipe, a volte senza merito, della divina azione creatrice. Del resto cosa attendersi da questa società nichilista-relativista “fatta di uomini” (non dimentichiamolo)che negando ogni parteciapazione ultraterrena alle vicende umane pensa solo ed esclusivamente alla pancia (fame di mondo) dimenticandosi di avere un’anima ben più nobile alla quale non far mancare il giusto nutrimento quotidiano? E giorno dopo giorno si consuma la lenta agonia delle anime lontane da Dio. Sono tanti cadaveri che camminano per il mondo; non sanno da dove vengono ne dove sono diretti. Non vivono la vita la consumano fino al midollo e poi la buttano nel cassonetto.
    Attaccare la vita allora, diventarne i padroni (aborto, eutanasia, augenetica e tutte le altre nefandezze) è un modo per negare e dimostrare finalmente che Dio non esiste e se anche ci fosse che possiamo comunque farne tranquillamente a meno ( vedi slogans sui bus di qualche tempo fa).
    Dio conosce l’uomo e gli indica la via di salvezza. Stà all’uomo uscire dal torpore e lasciarsi guidare. “…ma gli uomini hanno preferito le tenebre..” A tal proposito riporto un passaggio tratto dal libro “uno di noi è Dio” ed. Velar che mi sembra molto calzante: “E’ il Dio della vita, il Creatore, Colui che fa dal nulla ogni cosa, per comunicare a tutti la gioia di esistere”.
    Non lamentiamoci delle tenebre. Accendiamo una candela.

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