In questi giorni ha generato una serie di polemiche la sentenza della Corte di cassazione che impone a due Istituti paritari di Livorno di pagare l’ICI. A questo riguardo, col desiderio di sgombrare il campo di pettegolezzi e conclusioni inutili, la nostra Scuola Materna don Giuseppe Airaghi ha sempre provveduto a onorare l’imposta dell’IMU. Tuttavia, prendiamo l’occasione per far conoscere che, anche a Mesero, dal 2001 esiste una Scuola Paritaria, ed è appunto la Scuola Materna don Giuseppe Airaghi, di proprietà della Parrocchia Presentazione del Signore. Le Scuole Paritarie sono istituti gestiti da privati che svolgono un servizio pubblico sul modello della Scuola statale, corrispondendo a tutti i criteri che lo Stato ha deliberato (accoglienza di bambini di ogni nazionalità e religione, progetti educativi corrispondenti al Piano stabilito dal MIUR -Ministero dell’istruzione università e ricerca-, il personale assunto a contratto e con i requisiti stabiliti dalle leggi italiane…).
Aggiungiamo di seguito quello che la Diocesi ha voluto pubblicare sul sito della stessa per rendere ancora più chiara e completa l’informazione.
Diverse centinaia di migliaia di persone – docenti, dirigenti scolastici, studenti e le loro famiglie – che si riconoscono nelle sigle che firmano questo testo intendono invocare precisione e verità nell’informazione e nella comunicazione a proposito delle scuole paritarie.
Anzitutto occorre affermare – quanti strumenti di comunicazione lo dicono con chiarezza? – che attualmente in Italia esiste un unico Sistema nazionale di istruzione (legge 62/2000) costituito dalle scuole statali e delle scuole paritarie. Il sistema è unico: non è corretto quindi affermare – spesso mediante un abile copia-incolla di immagini e interviste restituite solo parzialmente – che il tracollo di certa scuola pubblica statale debba essere attribuito alla scuola pubblica paritaria cattolica.
Nella Diocesi di Milano come in tutta Italia esistono scuole pubbliche statali eccellenti, grazie al lavoro di ottimi dirigenti scolastici, a validissimi insegnanti, al contributo di genitori attenti. Esistono però anche altre scuole pubbliche statali in situazione di degrado educativo e relazionale, prima ancora che didattico e statico-conservativo. Attribuire le responsabilità per la situazione in cui versano alcune scuole pubbliche statali alla presenza delle scuole pubbliche paritarie cattoliche e di ispirazione cristiana è un’affermazione errata.
Lo Stato italiano impegna 57 miliardi di euro per la scuola pubblica statale, corrispondenti a un costo annuo per alunno di circa 7.500 euro.
Un alunno di scuola pubblica paritaria (sono 1.072.560 studenti) costa allo Stato 600 euro all’anno, quindi 6.900 euro in meno ad alunno, pari al risparmio per lo Stato di 7 miliardi e 900 milioni di euro.
Le famiglie che scelgono la scuola paritaria, oltre a contribuire alla spesa della scuola frequentata, pagano le tasse che a loro volta sono comprensive del servizio di istruzione scolastica pur non usufruendone.
La Chiesa opera la sua azione pastorale nei confronti di tutta la scuola pubblica, statale e paritaria, non solo di quella cattolica e di ispirazione cristiana. Il concetto di “scuola privata” è quindi fuorviante ed estraneo alla realtà.
Le scuole pubbliche paritarie cattoliche e di ispirazione cristiana svolgono, secondo la legge, un servizio pubblico e pertanto sono aperte a tutti coloro che ne condividono liberamente l’offerta formativa.
Le famiglie disagiate che aderiscono al progetto educativo delle scuole pubbliche paritarie sono aiutate dalla Regione Lombardia e in misura maggiore con enormi sacrifici dai gestori e dai genitori delle scuole stesse per alleviarne parzialmente il peso.
Pertanto i contributi al funzionamento risultano molto diversificati a favore dell’utenza. Oggi gli studenti iscritti alle 1.190 scuole pubbliche paritarie cattoliche e di ispirazione cristiana della Diocesi di Milano (gestite attualmente da parrocchie, collegi arcivescovili, istituti religiosi femminili e maschili, da cooperative e associazioni di genitori) sono 129.443, dall’infanzia alla secondarie di 2° grado; di loro si occupano oltre 10 mila insegnanti. Queste scuole, in virtù del servizio pubblico che svolgono, accolgono anche alunni disabili (attualmente sono 1.206 nella sola diocesi di Milano) e stranieri (4.701).
La gravità della situazione educativa del nostro Paese richiede di ragionare tutti insieme sulle possibili soluzioni per far sì che la responsabilità educativa possa essere concretamente, positivamente e pienamente esercitata da tutti gli attori in gioco, a partire, come previsto dalla nostra Costituzione, proprio dalle famiglie.
In tutti serve la consapevolezza che sono necessarie più risorse per tutte le scuole, statali e paritarie. A maggior
ragione in una condizione di difficoltà socio-economica, come quella attuale, vanno decise le priorità per il presente e per il futuro: è urgente un adeguato investimento sulle “risorse umane”.
Una corretta informazione aiuti a comunicare e a far conoscere le vere necessità della scuola e a sensibilizzare chi a diverso titolo ne ha responsabilità affinché lavori per il bene degli studenti e di tutti i protagonisti.