Padre nostro… “non ci indurre” o “non ci abbandonare” ?
Da un po’ di anni la nostra comunità parrocchiale è stata abituata a recitare il padre nostro sostituendo “non ci indurre” con “non ci abbandonare” alla tentazione.
Consultando alcuni professori di liturgia, si è convenuto che pur essendo “non ci abbandonare” una traduzione che meglio interpreta il significato originario del “non ci indurre”, è comunque opportuno non cambiare la dicitura per almeno due motivi: a) spetta alla CEI definire il momento adatto per questo cambio, che deve essere per tutti, e non solo per alcune comunità; b) non è detto che la traduzione che si sceglierà corrisponda al “non ci abbandonare”.
Pertanto, per rimanere in comunione con tutta la Chiesa , ritorniamo al “non ci indurre in tentazione” durante la recita corale del Padre Nostro, anche se la scelta precedentemente operata non ha nulla di teologicamente errato.