Calendario pastorale

Domenica 5 ore 15.00 Inizio della catechesi dell’iniziazione cristiana presso l’oratorio.

Sabato 4 e domenica 5 Raccolta fondi per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato La Fondazione Migrantes è l’organismo costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana per accompagnare e sostenere le Chiese particolari nella conoscenza, nell’opera di evangelizzazione e nella cura pastorale dei migranti, italiani e stranieri, per promuovere nelle comunità cristiane atteggiamenti e opere di fraterna accoglienza nei loro riguardi, per stimolare nella società civile la comprensione e la valorizzazione della loro identità in un clima di pacifica convivenza, con l’attenzione alla tutela dei diritti della persona e della famiglia migrante e alla promozione della cittadinanza responsabile dei migranti. (cfr. Statuto della Fondazione Migrantes, art. 1) Le persone, cui si rivolge l’attività della Fondazione, sono singoli, famiglie e comunità coinvolte dal fenomeno della mobilità umana, e in modo particolare: gli immigrati stranieri; i migranti interni italiani; i rifugiati, i profughi, gli apolidi e i richiedenti asilo; gli emigrati italiani; la gente dello spettacolo viaggiante; i Rom, Sinti e nomadi. (cfr. Statuto della Fondazione Migrantes, art. 3).

Mercoledì 8 ore 14.45 Primo incontro formativo per Adulti presso l’oratorio: Comprendere il Credo.

Giovedì 9 ore 21.00 Lectio divina adulti a cura dell’Azione Cattolica presso la cappella Canossiane Magenta , V. S. Biagio 15. Tema: “ Una donna di nome Lidia” Atti 16, 11-24.
Gli incontri saranno tenuti da don Cristiano Passoni Assistente diocesano dell’A.C.

Venerdì 10 ore 20.30 inizio catechesi gruppo 3^ media in oratorio.
ore 21.15 inizio catechesi adolescenti (oratorio di Casone).

Venerdì 17 ore 20.30 inizio catechesi gruppi 1 e 2 media in oratorio.

Sabato 11 ore 16.45 incontro formativo per adulti presso la chiesa parrocchiale (cappella laterale): Comprendere il Credo.

Sabato 11 dalle ore 15.00 alle ore 18.00 e domenica 12 dalle ore 8.00 alle ore 12.00, Raccolta Alimentare Solidale presso il centro di ascolto Caritas, V. P. Giovanni XXIII, 3.

Domenica 19 ore 15.00 Catechesi dell’Iniziazione cristiana.
Ore 16.30 Preghiera di adorazione per i/le ragazzi/e dell’ iniziazione cristiana e loro genitori (chiesa parrocchiale).

Sabato 25 ore 15.30 Riunione pre-iscrizioni per i genitori dei/lle bambini/e che iniziano la catechesi dell’iniziazione cristiana, presso la chiesa parrocchiale (cappella laterale).

Sono aperte le iscrizioni per il percorso in preparazione al matrimonio delle parrocchie dell’area omogenea. Il corso inizierà lunedì 12 gennaio e terminerà sabato 21 marzo. Gli incontri si terranno ogni lunedì alle ore 21.00 presso l’oratorio di Marcallo.
Per info e iscrizioni rivolgersi in parrocchia.

Il debito stritola i Paesi fragili

Il nuovo rapporto Unctad sottolinea che 3,4 miliardi di persone vivono in Paesi che spendono più in interessi che in salute o istruzione. Schizza il rendimento dei bond decennali africani.

In giornate in cui la diplomazia parla solo di armi e guerra e difesa, si fa sempre più assordante il silenzio che circonda il tema del finanziamento allo sviluppo (…) .Pressoché ignorato anche da tutti i media, a New York ieri l’agenzia Onu per lo sviluppo e il commercio (Unctad) ha diffuso il suo rapporto annuale con nuovi inquietanti dati sul debito globale e in particolare sulla situazione dei Paesi in via di sviluppo, le cui economie sono stritolate dagli interessi sui passivi dovuti a creditori privati, pubblici e multilaterali. In un solo anno, certifica il rapporto “Un mondo di debiti”, è cresciuto del 10%, a quota 921 miliardi di dollari, il totale degli interessi netti sul debito dei Paesi vulnerabili, chiamati a indebitarsi peraltro a tassi sempre più alti sul mercato globale del credito. In generale, il debito globale ha raggiunto quota 104mila miliardi di dollari (in crescita dai 97miliardi del 2023): un terzo di questo ammontare, 31 mila miliardi, è il rosso dei Paesi in via sviluppo. Il ritmo a cui negli ultimi dieci anni il debito è cresciuto nei Paesi fragili è peraltro doppio rispetto a quello delle economie avanzate. Mentre nel mondo crollano gli aiuti – soprattutto quelli Usa legati al programma Usaid, ma diminuiscono anche quelli di diversi Paesi europei -, i Paesi fragili faticano ad aumentare le proprie entrate fiscali, da un lato per il carattere informale della gran parte delle loro economie, dall’altro per la mancanza di trasparenza e infrastrutture adeguate. Ormai, sottolinea l’Unctad nel suo rapporto, 3,4 miliardi di persone nel mondo (in crescita dai 3,3 miliardi di un anno fa) vivono in Stati costretti a spendere più in interessi sul debito che in salute o educazione. Si tratta di 61 Paesi, rispetto ai 54 di un anno fa. Il risultato è che l’accesso ai servizi di base resta un miraggio per una buona parte della popolazione globale. Una situazione che peraltro aumenta il malcontento delle comunità locali, con il risultato di scontri di piazza violenti.
I paesi in via di sviluppo hanno registrato inoltre un deflusso netto di risorse per il secondo anno consecutivo, rimborsando ai creditori esteri 25 miliardi di dollari in più per il servizio del debito rispetto a quanto ricevuto in nuove erogazioni, con un conseguente trasferimento netto di risorse negativo. Agli Stati fragili, inoltre, il mercato del credito non fa sconti, tutt’altro. Percepiti come più “rischiosi”, senza gran potere negoziale alle spalle, i Paesi in via di sviluppo hanno visto schizzare in alto i rendimenti dei propri bond. Un titolo decennale africano rende in media il 9,8%, evidenzia l’Unctad, un titolo dell’America latina il 7,1%, un bond della regione Asia-Oceania il 5,5%, contro un 2,8% della media 2020-25 di un decennale Usa: significa, per gli Stati fragili, dover assicurare rendimenti maggiori ai creditori pur di avere denaro fresco con cui andare avanti.
Le ristrutturazioni dei debiti, in caso di mancato assolvimento da parte dei Paesi poveri, sono
state caratterizzate negli ultimi anni da lunghezze e difficoltà negoziali, anche per un mercato
del credito sempre più in mano ai privati, mentre i default sono già 14 in 9 Paesi diversi dal 2020 a oggi. Nei giorni scorsi la Commissione Giubilare vaticana nominata da papa Francesco ha lanciato un appello per la riforma dell’architettura finanziaria globale, che sia al servizio delle persone e del pianeta e che non punisca i più poveri in nome del profitto. Per raggiungere questo obiettivo, suggeriva la Commissione, occorre tra l’altro promuovere finanziamenti di sviluppo sostenibili, che favoriscano il raggiungimento di obiettivi economico-sociali di lungo termine con tassi agevolati, e migliorare le attuali politiche di ristrutturazione del debito, rendendole più tempestive e praticabili e basandole sulla crescita e non sulla semplice austerità.

Calendario pastorale

Domenica 28 Festa degli oratori dell’area omogenea.
Ore 12.15 Ritrovo in oratorio per il pranzo.
Ore 15.30 “Piume in fuga” grande gioco dell’oca.

Giovedì 2/10 ore 21.00 presso l’oratorio di Marcallo (Sala don Gianni) : “La fede di Nicea. Un nuovo sguardo sul Dio di Gesù”. Interviene Prof. don Alberto Cozzi, docente presso il seminario di Milano, la facoltà teologica dell’Italia settentrionale e l’ISSR di Milano.

Domenica 5 ore 15.00 Inizio della catechesi dell’iniziazione cristiana presso l’oratorio.
Sabato 4 e Domenica 5 Ottobre Raccolta alimenti Caritas. preferibilmente: caffè, zucchero, marmellata, pasta, pelati, tonno, latte UHT.

Mercoledì 8 ore 14.45 Primo incontro formativo per Adulti presso l’oratorio.

Gli anniversari di matrimonio si festeggeranno Domenica 12 ottobre alla S. Messa delle ore 10.30. Dare il nominativo in sacrestia dopo le Ss. messe o in casa parrocchiale entro il 29 settembre.

Hai un po’ di tempo e sei disponibile a dare una mano in parrocchia?
Puoi contribuire in diversi modi. Per le pulizie (oratorio o chiesa), per il servizio al bar dell’oratorio, per leggere durante le celebrazioni, per il canto nelle corali…
Dai la tua disponibilità in parrocchia.

GIORNATA SOSTENTAMENTO DEL CLERO – COME DONARE.

Bolettino di c/c postale N° 57803009 intestato all’Istituto Centrale Sostentamento Clero – Via Aurelia, 796 – 00165 Roma, causale “Erogazioni liberali art. 46 1.222/85”
Bonifico bancario a Intesa San Paolo – IBAN 1T33A03069 03206100000011384 a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento ‘ con causale [Erogazioni liberali art. 46 L.222/85″:
Carta di credito telefonando al numero verde 800 8250011 oppure collegandosi a: unitineidonoit.

Giustizia climatica

I Paesi ricchi riconoscano il debito ecologico verso il Sud del mondo.

In vista della Cop30 di novembre in Brasile, presentato dalle Chiese di Africa, Asia, America Latina e Caraibi il documento “Un llamado por la justicia climática y la casa común: conversión ecológica, transformación y resistencia a las falsas soluciones”. “Promuovere una vera conversione ecologica e cambiare i paradigmi dell’economia di oggi”. Dure critiche anche al capitalismo “verde” e agli approcci tecnocratici.

Roberto Paglialonga – Città del Vaticano

La crisi climatica è una questione di giustizia, dignità e cura della casa comune.

Il testo sottolinea che la crisi climatica “non è solo un problema tecnico”, ma “una realtà urgente, una questione esistenziale di giustizia, dignità e cura della casa comune”. Per tentare di far fronte a questa crisi, sono da “rifiutare le false soluzioni come il capitalismo “verde”, la tecnocrazia, la mercificazione della natura e l’estrattivismo, che perpetuano lo sfruttamento e l’ingiustizia” e antepongono il profitto alla vita. È necessaria invece “una profonda conversione ecologica”, un cambiamento strutturale, che rimetta al centro il benessere della persona nella sua relazione col creato, e che non può non comprendere anche un vero cambio di paradigma del sistema economico, “sostituendo la logica del profitto illimitato con l’ecologia integrale”. Le soluzioni devono essere interdipendenti perché interdipendenti sono essere umano, società e natura.

L’appello delle Chiese del Sud globale in vista della Cop30.

Un appello congiunto delle Chiese del Sud del mondo, hanno spiegato i relatori, che si inserisce nella prospettiva della prossima Cop30, in programma a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre 2025, per chiedere “equità, giustizia, protezione” in difesa di popolazioni indigene, ecosistemi, comunità impoverite, persone vulnerabili, come giovani, donne e anziani, e migranti climatici. E ispirato alla Laudato si’ di Papa Francesco, e all’invito di Papa Leone XIV ad affrontare “le ferite causate dall’odio, dalla violenza, dal pregiudizio, dalla paura della differenza e da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri”.

Cosa può fare la Chiesa, cosa possono fare i decisori globali.

Il documento, che i relatori hanno presentato al Pontefice prima dell’incontro con la stampa, illustra gli impegni che la Chiesa potrà mettere in campo: la difesa dei più deboli nelle decisioni su clima a natura; la promozione di sistemi basati sulla solidarietà, la “sobrietà felice” e i principi della saggezza ancestrale; il rafforzamento di un’alleanza intercontinentale tra i Paesi del Sud del mondo; ma anche la costituzione di uno speciale “Osservatorio sulla giustizia climatica” per monitorare i risultati delle Cop che si sono succedute nel tempo. Importante poi l’accento posto sulla questione educativa, decisiva per contrastare “la posizione apertamente negazionista e apatica adottata dai segmenti super-ricchi della società, le cosiddette élite del
potere”, sottolinea il documento, riprendendo anche l’esortazione apostolica di Papa Francesco Laudate Deum (n.38). Ma il rapporto si rivolge anche all’esterno, a tutti i decisori politico-istituzionali e agli attori globali, con richieste specifiche: “Rispettare gli accordi di Parigi”, mettendo “il bene comune al sopra del profitto”; trasformare il sistema economico in senso più sostenibile per il pianeta; “promuovere politiche climatiche basate sul rispetto dei diritti umani”.

Cuda: “Creare ponti tra credenti e non credenti”.

“Cerchiamo di raggiungere i cuori di credenti e non credenti”, ha detto Emilce Cuda. Le Chiese particolari del Sud globale intendono “costruire ponti tra di loro come espressione della cattolicità”, e ponti con chi sta al di fuori della Chiesa. Il documento così è “espressione concreta della capacità di superare divisioni e ideologie” perché “o ci uniamo o anneghiamo”.

Il cardinale Spengler: “Non c’è giustizia climatica senza conversione ecologica”.

“Il messaggio è chiaro: non c’è giustizia climatica senza conversione ecologica, e non c’è conversione senza resistenza a false soluzioni”, le ha fatto eco il cardinale Jaime Spengler. Tra queste la finanziarizzazione e la mercificazione della natura, il capitalismo “verde” (o green economy, che rischia di diventare “una logica tecnico-strumentale al servizio della ristrutturazione ecologica” dello stesso modello di sviluppo capitalistico, a vantaggio di pochi), l’estrazione mineraria e le monoculture energetiche, che sacrificano comunità ed ecosistemi. “Ci sono interessi economici che si nascondono dietro queste false soluzioni: e allora, è ancora possibile che la questione climatica sia un affare per pochi?”, è la denuncia del porporato. La conversione ha un prezzo da pagare: “O abbiamo il coraggio di decisioni nette oppure metteremo in pericolo il futuro delle prossime generazioni”.

Il debito ecologico dei Paesi ricchi.

L’ispirazione può venire da una transizione equa, comunitaria, con al centro giovani e donne. Ma perché questa si realizzi effettivamente — oltre a difesa della sovranità dei popoli indigeni e delle comunità tradizionali sui territori, eliminazione dei combustibili fossili (il tetto dell’innalzamento massimo delle temperature all’1,5°C è già stato superato nell’arco temporale 2015-2024), promozione di meccanismi di solidarietà e rispetto delle culture locali — è necessario un cambiamento nel paradigma economico. “I Paesi ricchi — dice il documento — riconoscano e si assumano il loro debito sociale ed ecologico come i principali attori storici responsabili dell’estrazione delle risorse naturali e dell’emissione di gas serra; si impegnino a favore di una finanza accessibile ed efficace per il clima che non generi più debito”; azzerino “la deforestazione di tutti i biomi entro il 2030″; lavorino a un’alleanza con i Paesi del Sud globale per l’etica e la giustizia; creino “meccanismi di governance del clima con la partecipazione attiva delle comunità”: si attivino “politiche di riduzione della domanda e dei consumi, obiettivi di decrescita e transizione verso modelli economici più circolari, solidali e ricostituenti”.

Il cardinale Ambongo: “Africa depauperata da secoli di sfruttamento”.

In questo senso, “l’Africa è un esempio significativo”, ha evidenziato il cardinale Fridolin Ambongo Besungu. “È una terra ricca, depauperata da secoli di estrattivismo e sfruttamento”. E oggi “il continente che inquina meno più caro paga il costo dell’inquinamento globale”. È dunque “contraddittorio utilizzare i profitti dell’estrazione petrolifera per finanziare quella che viene presentata come una transizione energetica senza impegno per superarla”, dice ancora il rapporto. “Abbandonare i combustibili fossili non è solo necessario per ridurre le emissioni, ma anche per riparare un debito ecologico e morale nei confronti del Sud del mondo e delle comunità colpite da inquinamento, estrazione e cambiamento climatico”.

Il cardinale Neri Ferrão: “Necessari meccanismi di compensazione”.

Fondamentali — ha spiegato anche il cardinale Filipe Neri Ferrão — saranno i meccanismi di compensazione, ancora non sufficienti, e che i Paesi sviluppati “si assumano il loro debito
ecologico, che raggiungerà 192 trilioni di dollari entro il 2050″. Tuttavia, “non si tratta solo di fondi, ma di una chiara tabella di marcia per garantire che raggiungano le comunità più vulnerabili. Le misure oggi non sono commisurate alla velocità e all’intensità degli impatti climatici”, spiega il dossier. La Cop30 in Brasile, dunque, rappresenta una chiamata storica, e cade in un momento decisivo per l’umanità afflitta anche dalla guerra: “Vogliamo che non sia solo un altro evento, ma una svolta morale”, hanno concluso i relatori del documento.

Le offerte deducibili per il sostentamento del clero

COSA SONO LE OFFERTE DEDUCIBILI PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO?

Si definiscono così le somme inviate all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC), l’ente preposto a raccogliere fondi della Chiesa cattolica per garantire una remunerazione ai circa 32.000 sacerdoti in Italia e in missione. Si tratta di versamenti documentabili che chi dona può portare in detrazione dalle tasse, usufruendo vantaggio fiscale. In alcuni contesti sono indicate anche come ‘offerte” oppure “erogazioni liberali”
Esse permettono ai sacerdoti una vita dignitosa, nonché di dedicarsi e tempo pieno alla loro missione. Inoltre, garantiscono un supporto assistenziale e previdenziale. È l’Istituto Centrale Sostentamento Clero (ICSC) che distribuisce le risorse tra i e lo fa secondo il principio della perequazione, cioè in maniera equa e solidale.

COSA NON SONO LE OFFERTE DEDUCIBILI?

Non sono offerte deducibili tutte le somme in contanti che le persone possono dare direttamente al parroco, all’ufficio parrocchiale, a Messa (durante il momento della colletta) o nelle cassettine presenti in chiesa. Queste donazioni servono lente per sostenere le spese correnti della parrocchia: bollette, pulizie, attrezzature necessarie all’oratorio e piccole emergenze della comunità. Sono una voce del bilancio parrocchiale. Non portano vantaggi fiscali a chi le dona.

PERCHE’ SONO IMPORTANTI LE OFFERTE DEDUCIBILI.

Perché i sacerdoti sono a servizio delle comunità e per farlo al meglio hanno bisogno dello collaborazione e del sostegno di goni fedele. Perché tutti i sacerdoti, anche quelli che operano nei contesti più poveri o meno attenti alle necessità della Chiesa possano contare sulla stessa cifra a parità di condizioni e incarichi. Perché la Chiesa non è un’azienda che fornisce come una famiglia, si sostiene se tutti fanno la propria parte.

COME AVERE UN VANTAGGIO FISCALE?

Lo Stato ha previsto uno sconto sul pagamento delle tasse a chi fa le offerte deducibili, perché riconosce il valore dell’impegno della Chiesa e dei sacerdoti nella società. Nella pratica che cosa significa? Ogni anno dobbiamo pagare le tasse in base al nostro reddito. Se abbiamo donato una somma all’Istituto Centrale Sostentamento Clero (ICSC), questa viene sottratta dal nostro reddito. Di conseguenza si abbassa li reddito e paghiamo meno tasse. Ogni anno possiamo donare quanto vogliamo all’Istituto Centrale Sostentamento Clero (ICSC), ma lo sconto sulle tasse si ha solo fino a un massimo di 1032,91 €, cioè dai redditi possiamo sottrarre io somma massima dì 1.032,91 euro, Le offerte deducibili saranno indicate nell’apposito spazio presente nella dichiarazione dei redditi (Modello 730 oppure Modello Redditi) relativa all’anno nel quale sono state effettuate.

COME DONARE.

Bolettino di c/c postale N° 57803009 intestato all’Istituto Centrale Sostentamento Clero – Via Aurelia, 796 – 00165 Roma, causale “Erogazioni liberali art. 46 1.222/85”:
Bonifico bancario a Intesa San Paolo – IBAN 1T33A03069 03206100000011384 a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento ‘ con causale [Erogazioni liberali art. 46 L.222/85″:
Carta di credito telefonando al numero verde 800 8250011 oppure collegandosi a: unitineidonoit.