Offerte per le S. Messe

Si rammenta che le offerte per la celebrazione delle S. Messe rimangono totalmente in Parrocchia e contribuiscono al mantenimento delle strutture e alle spese della Parrocchia.
Solo UNA PICCOLISSIMA parte è versata in Curia Arcivescovile, come il Diritto canonico prevede.

Il grande Alfabeto dell’Umanità

Una mostra biblica nella Pinacoteca Ambrosiana, incontri, cineforum, un concorso per le scuole secondarie di secondo grado della Lombardia. È quanto prevede il programma proposto dall’Associazione Sant’Anselmo-Imago Veritatis insieme all’Ambrosiana e presentato il 14 dicembre durante l’incontro “La religione e la Polis, a 1700 anni dall’editto di Costantino 313-2013”, nella sala Pirelli del grattacielo della Regione Lombardia, alla presenza di 150 alunni di Milano e Varese.
La mostra e gli eventi si terranno dal 26 marzo al 30 giugno. Saranno esposti codici, facsimili, edizioni antiche della Bibbia provenienti dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, dalla Biblioteca Ambrosiana e dalla Biblioteca Trivulziana di Milano; un olio di Chagall e le sue acqueforti a soggetto biblico; la riproduzione in misura reale della Porta del Paradiso del Battistero di Firenze di Lorenzo Ghiberti; una scelta delle edizioni della Bibbia nelle diverse lingue del mondo e un bookshop delle edizioni italiane della Bibbia. Sono previsti anche incontri con Franco Loi, Roberto Mussapi, Armando Torno, Timothy Verdon; un cineforum da cineteca a soggetto biblico presso lo Spazio Oberdan della Provincia di Milano e, infine, un concorso per le scuole superiori sul tema “Tolleranza e ruolo pubblico della religione”, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale Lombardia e con l’Ufficio per la pastorale scolastica della Diocesi. L’iniziativa, che gode dell’alto patronato dell’Arcivescovo di Milano e fa parte del programma ufficiale della Diocesi per le celebrazioni costantiniane, da una parte ripropone quell’elemento di unità della persona e della storia dei popoli costituito dal racconto e dal linguaggio biblico che ha seminato nel giardino dell’umanità parole che fanno grande la vita dell’uomo; dall’altra, invita a una riflessione in prospettiva sulla libertà religiosa: con l’allargarsi del pluralismo culturale e religioso delle nostre società, non può essere ridotta a una questione di “paletti” tra Stato e religione, perché esprime il diritto di ciascun uomo di cercare la verità che, come ha detto il cardinale Angelo Scola nel recente Discorso di Sant’Ambrogio, non ha solo carattere individuale ma ha o può avere una dimensione collettiva; una realtà che non può essere espulsa dalla società ma neanche disattesa nella corretta distinzione tra potere pubblico e religione in nome di una concezione unilaterale della laicità.

Cristo è veramente Risorto!

E’ mattino di Pasqua! C’è come un fremito nei racconti della risurrezione, il fremito del correre di Pietro e di Giovanni. Si dice che corsero. E uno, il più giovane, più veloce dell’altro. Ma, ancor prima di loro, ci fu il correre
di Maria, la donna di Magdala: il fatto che si sia recata al sepolcro di buon mattino, quando ancora era buio, dice molto del desiderio, dell’amore, del correre del desiderio.
E forse una prima preghiera che ci potrebbe nascere in cuore, leggendo le Scritture, potrebbe essere questa: che non venga meno questo correre. E che la vita non sia un dormire ad occhi spenti. Che la Chiesa non sia a passi lenti o chiusa nell’immobilità dei cenacoli. Che la Chiesa ritorni, le case ritornino, ognuno di noi ritorni ad essere la donna del mattino di Pasqua. La suggestione del correre, l’apertura sconfinata del desiderio si accompagna nel racconto dei vangeli al filtrare di una luce fatta di silenzi e di parole sussurrate. Non c’è l’invadenza dell’apparizione, non c’è una luce sfolgorante che ti vince e ti piega.
Forse dovremmo più a lungo sostare su questa modalità che Dio ha scelto. Dio non sceglie a caso. Dentro le sue scelte abita un pensiero. Perché non ha voluto, per quel suo figlio morto in croce, una modalità diversa, imponente, come avremmo voluto e scelto noi? Perché la non spettacolarità del morto che esce dalla tomba? Perché Dio ha scelto che nessuno lo vedesse uscire?
La risurrezione di Gesù è una voce silenziosa, non grida, non si impone, si propone. Come la fede, la fede vera. Chiede un abbandono a questi piccoli segni, per alcuni insignificanti! Segni che parlano mortalmente dalla notte, a chi sa uscire di casa, come Maria di Magdala.
Che cosa vede Pietro? Che cosa vede Giovanni alla fine della lunga corsa del desiderio? Pietro vide le bende e il sudario per terra. Bende e sudario per terra, che ci rimangono nella mente e nel cuore come il simbolo della sconfitta della morte. Sono segni inerti, per terra, in disparte, segni disabitati. Dio abita altrove! Abita nella vita, Dio. Dio non è nei segni di morte! Dio è nei segni di vita!
E’ risorto il crocifisso, ha ritrovato la vita colui che ha dato la vita. Più forte della morte è la vita. L’amore in eccesso, in sproporzione, l’amore che sulla Croce sembrava perdente, ha vinto, ha sconfitto la morte.
E allora va, Maddalena, va dai tuoi fratelli e dì questo: che non vince la morte, ma vince l’amore.
Dillo coi tuoi gesti e non solo con le parole. Dillo con la tua tenerezza. Ora tocca noi. A ciascuno di noi dire che è risorto! Dillo anche tu! Dillo con i tuoi gesti e non solo con le parole! Dillo con la tua tenerezza: che più forte della morte è l’amore!

Il primo Angelus di Papa Francesco

Il Signore non si stanca mai di perdonarci; impariamo anche noi a essere misericordiosi con tutti». Questo il punto centrale del saluto rivolto da Papa Francesco agli oltre 100 mila fedeli accorsi domenica 17 marzo in Piazza San Pietro per partecipare al suo primo Angelus.
«È bello incontrarci, salutarci, parlarci di domenica, giorno del Signore, in una piazza che, grazie ai mezzi di comunicazione, ha le dimensioni del mondo»: così ha esordito il Pontefice prima di commentare il brano di Vangelo della V Domenica della Quaresima romana, quello in cui Gesù salva l’adultera dalla lapidazione. «Gesù non disprezza l’adultera, non la condanna – ha osservato Papa Bergoglio -. Ha per lei parole di misericordia. Una misericordia che invita alla conversione». «Il volto di Dio è quello di un padre misericordioso ha ribadito il Pontefice –. Ha pazienza con noi, ci comprende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a Lui».
Poi Papa Francesco ha citato un libro del cardinale Walter Kasper sulla misericordia: «La misericordia cambia il mondo, rende il mondo più giusto. Noi dobbiamo capire bene la misericordia di Dio». E per sottolinearlo
ha ricordato il suo incontro, da Arcivescovo di Buenos Aires, con una donna, «anziana, umile», che voleva confessarsi perché «il Signore perdona tutto». «Avrei voluto chiederle se aveva studiato alla Gregoriana – ha aggiunto Papa Francesco -, perché questa è la vera sapienza!». Dopo l’Angelus il Pontefice ha voluto riprendere questi concetti: «Il Signore non si stanca mai di perdonarci; siamo noi, piuttosto, che ci stanchiamo di chiedere perdono… E invece dobbiamo imparare anche noi a essere misericordiosi con tutti».

La Settimana autentica

Domenica 24 marzo, si apre la Settimana Santa, la Settimana Autentica, come dice il suo antico nome, cioè la settimana più vera e la più santa di tutto l’anno liturgico, perché unisce strettamente l’ultima parte del cammino quaresimale con la solenne celebrazione del Triduo Pasquale. Essa si apre con il ricordo dell’Ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme e con il segno dell’unzione di Betania (Domenica delle Palme), prosegue con le prefigurazioni antiche e premonizioni prossime della Passione (primi tre giorni feriali) e si compie nella celebrazione unitaria della Passione del Signore e della sua Beata Risurrezione (Triduo pasquale).
L’unità celebrativa del Triduo prevede poi al suo interno: la celebrazione vespertina “nella cena del Signore” (sera del Giovedì santo); la celebrazione della Passione del Signore (pomeriggio del Venerdì santo), completata dalla celebrazione vespertina “nella Deposizione del Signore”; la Veglia pasquale (notte del Sabato santo), dalla quale procedono tutte le Messe di Pasqua.
“In questo itinerario di giorni autentici e santi, Vitinei quali lo Sposo Cristo è sottratto alla Chiesa Sposa per esserle ridonato nella gloria sfolgorante della sua risurrezione, i fedeli sono chiamati a contemplare il volto dell’Amato con più intenso ascolto della Parola e più viva partecipazione alla preghiera liturgica, senza timore di sprecare l’unguento prezioso del proprio tempo e della propria vita”.