Uno sguardo al sito internet della Diocesi è sempre utile: possiamo scaricare la meditazione del Cardinale, Angelo Scola, che ogni domenica di Avvento sviluppa nella Messa vespertina in Duomo. Uno sguardo anche al giornale Avvenire, nell’edizione domenicale: l’inserto diocesano è sempre ricco di spunti meritevoli della nostra attenzione!
Riflessione
Giornata Missionaria
Prendiamo un pensiero di Papa Francesco dal messaggio che ha scritto per la prossima giornata mondiale delle missioni e dei missionari. Dice il Papa: “Spesso l’opera di evangelizzazione trova ostacoli non solo all’esterno, ma all’interno della stessa comunità ecclesiale. A volte sono deboli il fervore, la gioia, il coraggio, la speranza nell’annunciare a tutti il Messaggio di Cristo e nell’aiutare gli uomini del nostro tempo ad incontrarlo. A volte si pensa ancora che portare la verità del Vangelo sia fare violenza alla libertà. Paolo VI ha parole illuminanti al riguardo: «Sarebbe … un errore imporre qualcosa alla coscienza dei nostri fratelli. Ma proporre a questa coscienza la verità evangelica e la salvezza di Gesù Cristo con piena chiarezza e nel rispetto assoluto delle libere opzioni che essa farà … è un omaggio a questa libertà» (Esort, ap. Evangelii nuntiandi, 80). Dobbiamo avere sempre il coraggio e la gioia di proporre, con rispetto, l’incontro con Cristo, di farci portatori del suo Vangelo. Gesù è venuto in mezzo a noi per indicare la via della salvezza, ed ha affidato anche a noi la missione di farla conoscere a tutti, fino ai confini della terra. Spesso vediamo che sono la violenza, la menzogna, l’errore ad essere messi in risalto e proposti. E’ urgente far risplendere nel nostro tempo la vita buona del Vangelo con l’annuncio e la testimonianza, e questo dall’interno stesso della Chiesa. Perché, in questa prospettiva, è importante non dimenticare mai un principio fondamentale per ogni evangelizzatore: non si può annunciare Cristo senza la Chiesa. Evangelizzare non è mai un atto isolato, individuale, privato, ma sempre ecclesiale. Paolo VI scriveva che «quando il più sconosciuto predicatore, missionario, catechista o Pastore, annuncia il Vangelo, raduna la comunità, trasmette la fede, amministra un Sacramento, anche se è solo, compie un atto di Chiesa». Egli non agisce «per una missione arrogatasi, né in forza di un’ispirazione personale, ma in unione con la missione della Chiesa e in nome di essa» (ibidem). E questo dà forza alla missione e fa sentire ad ogni missionario ed evangelizzatore che non è mai solo, ma parte di un unico Corpo animato dallo Spirito Santo”.
Gli amici del Gruppo Missionario allestiranno un piccolo mercatino alle porte della Chiesa dove troverete un dolce o un oggetto il cui ricavato andrà a sostegno delle Missioni e dei Missionari.
Nel frattempo abbiamo ricevuto un paio di messaggi che desideriamo estendere a tutti: il primo da Suor Maria Rosa Ceruti da Haiti e il secondo da Padre Raphael da Tonga. Eccoli:
Carissimo don Giorgio, da una decina di giorni ho fatto ritorno in Haiti tra la mia gente; ho trovato la stessa
accoglienza e le stesse povertà. Sono contenta di essere qui, continuate ad accompagnarmi con il vostro ricordo fatto di preghiera fraterna nella certezza di essere da me ricambiata. Domenca nella celebrazione degli anniversari tenetemi presente, io sarò in mezzo a voi. Da Haiti con amore ….. sr. Maria Rosa
Cari parrocchiani di Mesero, Tanti cari saluti da padre Raphael e dai bambini orfani di Tonga. Siamo molto contenti per la bella collaborazione tra la Parrocchia di Mesero e le case famiglia degli orfani di Tonga. Avete aiutato tanto questi bambini che adesso possono mangiare, studiare e fare la stessa vita degli altri bambini che hanno i genitori. Siamo molto contenti. Tutti i missionari passionisti in Kenya vogliono ringraziarvi.
Prego affinché voi possiate continuare ad aiutare questi bambini orfani.
Che Dio vi benedica. Padre Raphael
da Haiti
Le indicazioni del cardinale per il nuovo anno pastorale
Nel giorno della solennità della natività della Beata Vergine Maria, l’Arcivescovo di Milano Cardinale Angelo Scola, ha presentato la lettera pastorale dal titolo: “Il campo è il mondo. Vie da percorrere incontro all’umano”, che informerà il cammino della diocesi durante l’anno. Lettera che il Cardinale ha definito “un semplice strumento per approfondire anzitutto le numerose esperienze di nuova evangelizzazione già in atto nella nostra diocesi” e che va considerata come un gesto personale con cui il Vescovo parla direttamente a ciascun fedele.
L’OMELIA DEL PAPA A RIO DE JANEIRO
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, cari giovani!
“Andate e fate discepoli tutti i popoli”. Con queste parole, Gesù si rivolge a ognuno di voi, dicendo: “È stato bello partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù, vivere la fede insieme a giovani provenienti dai quattro angoli della terra, ma ora tu devi andare e trasmettere questa esperienza agli altri”. Gesù ti chiama ad essere discepolo in missione! Oggi, alla luce della Parola di Dio che abbiamo ascoltato, che cosa ci dice il Signore? Tre parole: Andate, senza paura, per servire.
1. Andate. In questi giorni, qui a Rio, avete potuto fare la bella esperienza di incontrare Gesù e di incontrarlo assieme, avete sentito la gioia della fede. Ma l’esperienza di questo incontro non può rimanere rinchiusa nella vostra vita o nel piccolo gruppo della parrocchia, del movimento, della vostra comunità. Sarebbe come togliere l’ossigeno a una fiamma che arde. La fede è una fiamma che si fa sempre più viva quanto più si condivide, si trasmette, perché tutti possano conoscere, amare e professare Gesù Cristo che è il Signore della vita e della storia (cfr Rm 10,9). Attenzione, però! Gesù non ha detto: se volete, se avete tempo, ma: “Andate e fate discepoli tutti i popoli”. Condividere l’esperienza della fede, testimoniare la fede, annunciare il Vangelo è il mandato che il Signore affida a tutta la Chiesa, anche a te; è un comando, che, però, non nasce dalla volontà di dominio o di potere, ma dalla forza dell’amore, dal fatto che Gesù per primo è venuto in mezzo a noi e ci ha dato non qualcosa di Sé, ma tutto Se stesso, ha dato la sua vita per salvarci e mostrarci l’amore e la misericordia di Dio. Gesù non ci tratta da schiavi, ma da uomini liberi, da amici, da fratelli; e non solo ci invia, ma ci accompagna, è sempre accanto a noi in questa missione d’amore. Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limiti: ci invia a tutti. Il Vangelo è per tutti e non per alcuni. Non è solo per quelli che ci sembrano più vicini, più ricettivi, più accoglienti. E’ per tutti. Non abbiate paura di andare e portare Cristo in ogni ambiente, fino alle periferie esistenziali, anche a chi sembra più lontano, più indifferente. Il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore.
In particolare, vorrei che questo mandato di Cristo: “Andate”, risuonasse in voi giovani della Chiesa in America Latina, impegnati nella missione continentale promossa dai Vescovi.
Il Brasile, l’America Latina, il mondo ha bisogno di Cristo! San Paolo dice: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16). Questo Continente ha ricevuto l’annuncio del Vangelo, che ha segnato il suo cammino e ha portato molto frutto. Ora questo annuncio è affidato anche a voi, perché risuoni con forza rinnovata. La Chiesa ha bisogno di voi, dell’entusiasmo, della creatività e della gioia che vi caratterizzano. Un grande apostolo del Brasile, il Beato José de Anchieta, partì in missione quando aveva soltanto diciannove anni. Sapete qual è lo strumento migliore per evangelizzare i giovani? Un altro giovane. Questa è la strada da percorrere!
2. Senza paura. Qualcuno potrebbe pensare: “Non ho nessuna preparazione speciale, come posso andare e annunciare il Vangelo?”. Caro amico, la tua paura non è molto diversa da quella di Geremia, un giovane come voi, quando è stato chiamato da Dio a essere profeta. Abbiamo appena ascoltato le sue parole: «Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane». Dio dice anche a voi quello che ha detto a Geremia: «Non avere paura […], perché io sono con te per proteggerti» (Ger 1,7.8). Lui è con noi!
“Non avere paura!”. Quando andiamo ad annunciare Cristo, è Lui stesso che ci precede e ci guida. Nell’inviare i suoi discepoli in missione, ha promesso: «Io sono con voi tutti i giorni» (Mt 28,20). E questo è vero anche per noi! Gesù non ci lascia soli, non vi lascia mai soli! Vi accompagna sempre. Gesù poi non ha detto: “Va’” , ma “Andate”: siamo inviati insieme. Cari giovani, sentite la compagnia dell’intera Chiesa e anche la comunione dei Santi in questa missione. Quando affrontiamo insieme le sfide, allora siamo forti, scopriamo risorse che non sapevamo di avere. Gesù non ha chiamato gli Apostoli a vivere isolati, li ha chiamati per formare un gruppo, una comunità. Vorrei rivolgermi anche a voi, cari sacerdoti che concelebrate con me quest’Eucaristia: siete venuti per accompagnare i vostri giovani, e questo è bello, condividere questa esperienza di fede! Ma è una tappa del cammino. Continuate ad accompagnarli con generosità e gioia, aiutateli ad impegnarsi attivamente nella Chiesa; non si sentano mai soli!
3. L’ultima parola: per servire. All’inizio del Salmo che abbiamo proclamato ci sono queste parole: «Cantate al Signore un canto nuovo» (Sal 95,1). Qual è questo canto nuovo? Non sono parole, non è una melodia, ma è il canto della vostra vita, è lasciare che la nostra vita si identifichi con quella di Gesù, è avere i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue azioni. E la vita di Gesù è una vita per gli altri. È una vita di servizio. San Paolo, nella Lettura che abbiamo ascoltato poco fa, diceva: «Mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero» (1 Cor 9,19). Per annunciare Gesù, Paolo si è fatto “servo di tutti”. Evangelizzare è testimoniare in prima persona l’amore di Dio, è superare i nostri egoismi, è servire chinandoci a lavare i piedi dei nostri fratelli come ha fatto Gesù.
Andate, senza paura, per servire. Seguendo queste tre parole sperimenterete che chi evangelizza è evangelizzato, chi trasmette la gioia della fede, riceve gioia. Cari giovani, nel ritornare alle vostre case non abbiate paura di essere generosi con Cristo, di testimoniare il suo Vangelo. Nella prima Lettura quando Dio invia il profeta Geremia, gli dona il potere di «sradicare e demolire, distruggere e abbattere, edificare e piantare» (Ger 1,10). Anche per voi è così. Portare il Vangelo è portare la forza di Dio per sradicare e demolire il male e la violenza; per distruggere e abbattere le barriere dell’egoismo, dell’intolleranza e dell’odio; per edificare un mondo nuovo. Gesù Cristo conta su di voi! La Chiesa conta su di voi! Il Papa conta su di voi! Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, vi accompagni sempre con la sua tenerezza: “Andate e fate discepoli tutti i popoli”. Amen.
ESTATE: IL MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO
Un saluto cordiale. Quest’anno – prendendo spunto dalla Lettera apostolica, Porta fidei, che ha indetto l’Anno della fede – siamo chiamati a meditare il versetto del libro dei Proverbi: «La Saggezza parla presso le porte,
all’ingresso, negli androni (Pr 8,3)». Il versetto descrive bene il vostro lavoro.
Comincio con l’estendere il mio augurio a tutti i lombardi che si recheranno in villeggiatura e a quanti giungeranno durante l’estate nella nostra regione. Soprattutto non voglio trascurare i molti che, a causa della crisi, vivranno la vacanza in casa loro. A tutti intendo richiamare il valore del riposo. Esso è, insieme agli affetti e al lavoro, un tratto costitutivo dell’esperienza umana e ne garantisce l’equilibrio. Fin dalla antichità è riconosciuto come un diritto-dovere. Il Decalogo lo include tra i primi comandamenti. Tuttavia, perché ci sia una vera ri-creazione dell’io non basta ridurre le ore di lavoro ed ampliare quelle di riposo. Quest’ultimo trova senso in un certo esercizio della libertà. E voi che, stando “sulle porte”, con il vostro servizio assecondate l’istanza di ristoro, siete testimoni della verità di questa affermazione.
Per questo il tempo libero è il tempo della libertà. Non anzitutto però come libertà da, semplicemente come uno “staccare la spina”, ma come libertà per. L’idea, oggi molto diffusa, di libertà come assenza di legami è falsa. Ciascuno di noi sa sulla propria pelle che un io “disimpegnato” dalla realtà e senza relazioni, si inaridisce e muore. È inoltre assai importante quella specifica relazione che si sperimenta nella comunità. Per ogni credente riposo e festa trovano espressione compiuta nel giorno della con-vocazione. Il giorno in cui ci si ritrova intorno alla stessa mensa – anzitutto quella eucaristica – luogo delle relazioni, per rigenerarsi. La domenica ha anche una essenziale dimensione sociale, evocativa della stessa vita di Dio. Ne consegue che dimenticando le relazioni – con Dio e coi fratelli – l’uomo non può riposare veramente. L’autentico riposo infatti nasce dal vivere la comunione. Infine è decisivo sottolineare il binomio riposo-bellezza. La bellezza ha a che fare con la libertà, perché questa viene esaltata dalla verità che gratuitamente si dona a noi. Per questo il tempo del riposo – la domenica, le vacanze – è tempo privilegiato per educarsi alla bellezza, quella del creato e quella proveniente dalla mano dell’uomo, ed imparare a custodirla. Certo, la bellezza non è sinonimo di evasione dal dolore e dalla prova. Ragion per cui, anche nel tempo estivo, vi raccomando una particolare vicinanza ai bisognosi, agli ammalati e quanti, per diversi motivi, resteranno nelle nostre città.
Mentre vi esorto a testimoniare “sulle porte” le riflessioni richiamate, auguro a tutti un sereno tempo estivo. E invoco su ciascuno di voi, sui vostri cari e sui vostri ospiti la benedizione del Signore attraverso l’intercessione di Maria, Ianua Coeli (Porta del cielo).