Il coraggio di interrogarsi: parte 1

In un suo scritto il Papa Benedetto XVI afferma che quando, per la prima volta, un essere vivente diede del tu a Dio allora nacque la coscienza umana. In altre parole quando una creatura prese coscienza di sé, di essere creatura, riconobbe il Creatore di fronte a sé. I dieci Comandamenti che troviamo nella Sacra Scrittura ci permettono di rivolgerci a Dio riconoscendo che Egli ci precede nell’iniziativa di parlarci…
Ma teniamo conto che una lunga storia ha preceduto il momento di Mosè sul monte Sinai e già un lungo cammino aveva accompagnato il popolo di Israele. In altre parole il nostro esame di coscienza si inserisce in una continua ricerca di senso che accompagna la nostra esistenza umana. Solo ad un certo punto si riconosce Dio davanti a sé!
E’ vero, Dio precede l’uomo – lo ha creato lui – ma Dio non si impone: pazientemente Egli aspetta che l’uomo lo riconosca. Non “sentiremo” Dio se non attraverso la nostra coscienza…
Ma, noi abbiamo il coraggio di interrogarci? Il rischio, più evidente proprio in tempi di consumismo, è di avere la coscienza annebbiata da sazietà: infatti chi è stordito (da alcol, fumo, droga…) non ha più una percezione chiara della realtà. Anche il digiuno è una caratteristica dell’impegno quaresimale, ma l’obiettivo della quaresima è la “conversione”: rivolgerci verso la Realtà vera adorando l’unico Signore e smettere di stare ripiegati davanti alle immagini (“idoli”).
Prendiamo coscienza che nel creato, come in uno specchio, si riflette l’immagine di Dio… però non basta: solo quando riposiamo nelle braccia del Padre nostro siamo nella pace. Interroghiamoci con coraggio… Riflettiamo!

Don Giuseppe Colombo

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Buona quaresima per fare buona Pasqua

La gioia, che si sperimenta nella “Vita Nuova” che viene dalla Pasqua di Gesù, spiega e motiva il tempo di preghiera, penitenza e digiuno proposto dalla Liturgia della Chiesa. Se ci crediamo, mettiamoci di impegno, personalmente, perché non basta l’ambiente, l’aria, il contesto per vivere… se “dentro” non ha la forza vitale, l’uomo non vive! Ridiamo spazio (liberando il cuore dal peccato) allo Spirito Santo che Dio ha messo in noi con il Battesimo: Lui è la forza della nostra vita cristiana.

Don Giuseppe Colombo

PS: Hai visto il foglio che ti aiuta a riflettere “oggi” sui Comandamenti di Dio?

Il cristiano e la ricerca della Verità

Anche in occasione della vicenda dolorosa e triste di Eluana Englaro abbiamo constatato quanto le parole e le immagini che ci raggiungono influiscono su di noi. Si sente dire da molti anche a proposito di tante notizie quotidiane: spesso lasciano il cuore amareggiato, abbattuto… Resta vero poi che ciascuna persona elabora ciò che riceve e si forma una propria opinione… Attenzione quindi a ciò che si riceve e a ciò che si ricerca: infatti i mass-media non ci fanno giungere se non ciò che chi li dirige decide… non è detto che sia tutta la realtà. Se vogliamo, possiamo ricorrere ad altre fonti di notizie.
I cristiani – se tali vogliono essere, restando fedeli a Gesù maestro e salvatore – hanno la possibilità di confrontare tutte le parole e le vicende, che sentono, con la Parola di Dio (che è Cristo) per vedere se sono vere o no e anche per avere una luce giusta – che non dipende dal mondo, viene dall’alto – per interpretare i fatti.
In tutta libertà ciascuno, dentro e fuori la Chiesa, che sia credente o no, si forma una propria visione del mondo, della storia, di se stesso, del senso della vita e della morte, del perché esiste il male e il dolore, della società, di cosa fa la felicità o l’infelicità… In tutta libertà: Gesù ai suoi discepoli dice: “vi chiamo non servi, ma amici”. Quindi anche i cristiani devono conservare la propria libertà di giudizio e di scelta…
Tuttavia c’è una perplessità: se non cerco la verità tutta intera e mi limito a quello che altri mi fanno arrivare, come posso essere sicuro, senza presunzione, di quello che penso o credo? (per esempio nel caso citato, era “convinto” sia chi sosteneva una posizione sia chi era contrario). E – tanto più se sono cristiano – posso essere sicuro di valutare la realtà rettamente, se ascolto tutte le parole tranne che la Parola di Dio?
Presto viene la Quaresima. É davvero il caso di “convertirci”: almeno noi cristiani “convergere” l’attenzione a Dio… visto che di solito lo lasciamo fuori o ai margini della realtà vissuta. (…poi ci lamentiamo con Dio perché le cose vanno male!). 

Don Giuseppe Colombo

Tempo di Avvento

L’invito a centrare l’attenzione sul “Signore che viene” ci è rivolto come sempre dalla Liturgia della Chiesa, che ci ricorda la parola dei profeti, Parola di Dio, ma – quest’anno in modo più marcato – anche dal tempo che viviamo, con tutte le sue incertezze e contraddizioni (l’inganno disonesto di mammona-denaro che ha mandato in crisi il mondo intero, l’illusione dei moderni mezzi della tecnica e della scienza incapaci di dare gioia e sicurezza, la confusione mentale…).
Il Signore viene, viene a salvarci, non ci lascia perdere… perché non creare nella mente e nel cuore le condizioni giuste per accoglierlo? Vogliamo o non vogliamo una vita bella, la gioia, la pace, la salvezza?
L’attesa (atteggiamento tipico dell’Avvento) può avere i connotati del maggiore silenzio in noi e attorno a noi (mettere un po’ a tacere TV, radio, internet, chiacchiere e letture inutili, passioni egoistiche…) per dare più spazio all’ascolto (calma, attenzione alle persone care, rispetto e aiuto per il prossimo, preghiera personale, Eucaristia, lettura della Bibbia…).

Don Giuseppe Colombo