Opere di Misericordia

Nel numero precedente di info.Mesero abbiamo cominciato pubblicare delle riflessioni non scontate sulle opere di misericordia spirituale come sono elencate alla pag. 22 del libretto dei canti. Di seguito trovate altre due riflessioni preparate da Mons. Pierantonio Tremolada, vescovo ausiliare della nostra Diocesi.

2. INSEGNARE AGLI IGNORANTI

ImmagineL’insegnamento risponde al bisogno del sapere che è proprio di ogni uomo. Si insegna a chi non sa ed è nell’ignoranza e in questo senso si compie un’opera di misericordia. Sarà importante farlo con umiltà e spirito di servizio, riconoscendo che il sapere di chi insegna è a sua volta frutto di un dono precedentemente ricevuto da altri.
Ogni insegnamento ha di mira sempre e solo la vita. Anche quando si insegna un’arte, un mestiere, una materia scolastica o un procedimento tecnico, si insegna fondamentalmente a vivere: tutto infatti è a servizio della vita, che va affrontata con senso di gratitudine, con spirito di responsabilità e nella consapevolezza delle proprie risorse.
Il sapere comunicato con generosità e affetto fa di noi dei maestri. Apparire agli occhi degli altri come uno che sa non significa necessariamente apparire come uno che vale. Ciò che si impara non è mai semplicemente materiale che si deposita nell’archivio della nostra memoria con l’intento di esibirlo alla prima occasione. La vera sapienza diviene tale quando si trasforma in esperienza di vita condivisa.
Due sono in particolare le direzioni in cui muove un insegnamento che si configura come una vera opera di misericordia: la promozione della dignità della persona nella sua capacità di esprimersi e la gioia di aiutare chi sta crescendo a conoscere il mondo circostante. La passione educativa trova nell’insegnamento una delle sue forme più autentiche ed efficaci. Introdurre dei ragazzi e dei giovani alla conoscenza della realtà, cogliendone insieme la bellezza e la complessità, e consentire loro di entrare in comunicazione con gli altri nel modo più adeguato è indubbiamente un servizio prezioso.
L’istruzione nel senso più ampio del termine è uno dei diritti fondamentali dell’uomo, che gli permette di dare piena attuazione alla sua capacità di comprendere e di decidere. Chi svolge in modo autentico questo compito merita tutta la nostra riconoscenza.

3. AMMONIRE I PECCATORI

ImmagineL’esperienza del male è tristemente abituale per l’uomo. Farsene carico con misericordia vuol dire anzitutto “ammonire i peccatori”. È la terza opera di misericordia spirituale.
Il verbo “ammonire” contiene risonanze molteplici. Significa anzitutto difendere gli uomini dalla potenza mortale del peccato: chi ammonisce come si deve, viene in soccorso alla libertà ferita dal male e all’accecamento della coscienza. La serietà del male e delle sue conseguenze non vanno sottovalutate. Minimizzarne la portata vorrebbe dire fare il gioco del male stesso, consentendogli di prendere piede con la sua energia distruttiva. San Paolo ricorda che il peccato porta sempre con sé la morte, cioè l’esperienza distorta della vita e quindi la tristezza (cfr Rm 5,12).
Occorre dunque ammonire chi fa il male, arrivando fino a denunciare il peccato, proprio per riscattare colui che lo ha compiuto. La forma della denuncia potrà essere in alcuni casi molto severa, arrivando fino alla scomunica. Lo ha fatto tempo fa papa Francesco rivolgendosi ai clan mafiosi. Ammonire tuttavia non significa condannare. Significa certo formulare un giudizio, cioè una onesta valutazione di ciò che è accaduto riconoscendo con lucidità il male compiuto, ma sempre e solo con il desiderio di vedere salvato chi ne è stato responsabile. Il cuore che ammonisce è sempre un cuore benevolo e lo stile è quello della carità, che coniuga fermezza e dolcezza. Come quando si toglie una pagliuzza dall’occhio di un altro: operazione estremamente delicata! (cfr Mt 7,3).
Ammonire i peccatori con lo stile del Vangelo permette di coniugare la misericordia di Dio con la sua giustizia, chiamando il male con il suo vero nome e insieme facendo sentire tutta la forza del bene che già è in corsa per guarirlo. Nel desiderio di vedere l’altro salvo, desiderio che traspare nelle parole sincere e rispettose di chi sa correggere, si manifesta l’energia potente dell’amore di Dio che salva. Di questo amore si fa testimone il profeta, quando presta la voce al suo Signore che dice: «Io non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva” (cfr Ez 18,23).

Le confessioni: non perdete l’occasione

Immagine1Pubblichiamo una lettera del Vicario Generale, Mons. Mario Delpini, che invita tutti ad accostarsi al sacramento della penitenza, soprattutto nei giorni precedenti la Pasqua.

Carissimi,
se avete letto tutti i libri del mondo e siete informati di tutte le novità, ma non conoscete la via della gioia, non avete ancora imparato nulla della vita.
Se avete accumulato ricchezze incalcolabili e avete risorse per soddisfare ogni desiderio, ma non avete la gioia, non possedete niente di veramente importante.
Se avete fatto tutte le esperienze e conservate ricordi e cicatrici di imprese straordinarie, ma non avete sperimentato la gioia, non avete ancora provato niente.
Se vi siete procurati fama e notorietà in ogni angolo del mondo e siete ritenuti importanti, ma non
avete niente di vero da dire a proposito della gioia, la vostra fama è un fumo che non vale niente.
Se conoscete il mondo intero e avete relazioni di cui siete fieri, ma non sapete offrire gioia a quelli
che incontrate, non si può dire che valga la pena di incontrarvi.
Per questo si celebra il Giubileo, per rendere accessibile a tutti la gioia, per condividere il giubilo,
la festa di Dio! Non perdete l’occasione!
L’occasione è rappresentata dalle porte aperte delle chiese, porte della misericordia, per offrire a tutti la grazia del perdono di Dio. Il perdono di Dio infatti è la festa di un abbraccio che accoglie chi torna al Padre pentito. E fa festa! Chi è perduto è stato salvato, chi è perduto è stato accolto, chi è perduto è stato restituito alla sua dignità di figlio amato. Questo infatti è il segreto della gioia: la certezza di essere amato, sempre, senza condizioni. Amato e atteso. Amato e stimato. Non perdete l’occasione! Le chiese penitenziali (più di cinquanta in diocesi), le porte della misericordia (9 in diocesi) assicurano il servizio per il sacramento della riconciliazione, per il perdono dei peccati, per essere segno dell’abbraccio del Padre che accoglie i figli che tornano. Raccomando che queste chiese siano effettivamente disponibili e che i confessori si prestino con generosità. 
In particolare i venerdì di Quaresima sono i giorni particolarmente adatti per celebrare il mistero della misericordia di Dio. Non perdete l’occasione! 
Non perdete l’occasione!
Lo dico in particolare a coloro che stentano ad apprezzare l’offerta di grazia dell’anno giubilare.
Mi sembra che molti giovani vivano come una specie di imbarazzo nei confronti di questa offerta
di grazia. Molti si lasciano intristire da un senso di colpa che li mortifica, li induce a perdere la
stima di sé, a vivere di distrazione e trasgressione per non dover confrontarsi con una vita di cui
provano vergogna. Invito gli educatori e tutti gli adulti a dare testimonianza sulla gioia che si sperimenta nell’essere perdonati, nell’umiltà di riconoscersi peccatori raggiunti dalla parola del perdono.
Non perdete l’occasione, abbiate il coraggio di essere felici, come chiede papa Francesco.
Non perdete l’occasione!
Lo dico a coloro che si sentono schiacciati da peccati troppo gravi, tanto da disperare del perdono;
lo dico a coloro che si vergognano troppo, tanto da non sopportare di riconoscere il peccato; lo dico a coloro che hanno troppi dubbi sulla Chiesa e ritengono troppo umiliante presentarsi a un uomo per chiedere il perdono di Dio. Invito tutti a entrare nella grazia del sacramento, nell’offerta di grazia di Dio che si serve di poveri strumenti umani, ma opera con la sua potenza divina. Il Papa ha concesso a tutti i confessori l’autorizzazione ad assolvere anche dal peccato di aborto e dalla sanzione connessa per dare un segno che non c’è peccato tanto grave che non possa Immagine1essere perdonato se c’è vero pentimento. Perciò non perdete l’occasione di sperimentare la gioia indicibile di essere amati fino a essere perdonati.
Non perdete l’occasione!
La grazia di questo Giubileo della Misericordia trasfigura i gesti minimi, il bene ordinario, il servizio quotidiano in “opere di misericordia”. Persino il bicchiere d’acqua e il pezzo di pane è un gesto sufficiente per ottenere l’indulgenza. Persino la pazienza nel sopportare la malattia, persino l’umiliazione di essere in carcere è una porta che si apre sulla misericordia. Pertanto invito tutti a intraprendere questa via verso la gioia. La gioia infatti è l’esperienza commovente di essere capaci di amare!
Questo auguro di cuore a tutti all’inizio di questa Quaresima dell’anno giubilare: che tutti possano
fare esperienza della gioia. Il segreto della gioia è tutto qui: l’esperienza di essere amati fino al perdono, l’esperienza di amare fino a compiere le opere di Dio.

Sua Ecc. Mons. Mario Delpini, Vicario Generale

La misericordia che tutti salva

Immagine1Che cosa vivremo nei prossimi giorni prima e durante la Pasqua? Il mistero grande della nostra fede, il cuore dell’anno liturgico e della testimonianza cristiana. Questa immagine che vedete a fianco è la fotografia del Figlio
di Dio riprodotto nell’abside del duomo di Padova.
Qualcuno di voi lo riconoscerà: è già stato presentato a noi cinque anni fa in una serata dedicata alla fede nell’arte cristiana.
Ci raffigura Gesù crocifisso, sorretto da Dio Padre, mentre lo Spirito, in forma di colomba, aleggia tra le labbra del Padre e lo sguardo del Figlio. E’ un affresco che dice ciò che è accaduto sulla croce: tutta la Trinità partecipa al dolore della croce, è crocefissa con il Figlio e, pur portando il segno della ferita nel costato, è lì per dire la sua Immensa Misericordia per l’umanità, che è incapace di amare e perdonare e da sola non riesce a salvarsi. Tra il Figlio e il Padre possiamo trovare una serie infinita di somiglianze nello sguardo, negli occhi, nelle mani, nell’espressione seria e nella loro volontà di abbracciarci tutti e stringerci al loro cuore. Non dobbiamo ritenere queste parole sdolcinate e melense: questo è il senso di quello che ogni anno celebriamo nella Passione, morte e risurrezione di Gesù. Verso dove camminiamo nella vita? Verso questo abbraccio che ci salva e ci toglie dal male, restituendoci alla vera vita, quella che non ha termine!
La Pasqua segna il passaggio da una vita pensata solo in funzione di noi stessi alla vita con Dio e per Dio. E questo passaggio non lo abbiamo deciso noi, ma lo ha determinato Lui: la sua Misericordia converte noi, non siamo noi con i nostri “meriti” a convertire in qualche modo lo sguardo benevolo di Dio!
La nostra risposta migliore è un canto di fiducia in quel Dio che non ci lascia mai cadere dalle sue mani!
Rivivremo nella cena del giovedì santo l’istituzione dell’Eucaristia e il momento della lavanda dei piedi, che quest’anno vede la presenza dei rappresentanti di tutti i gruppi parrocchiali; è un gesto che dice la volontà di servire e di mettersi al servizio di Cristo e della Chiesa.
Ancora una volta la croce passerà per alcune vie della nostra Parrocchia: lasceremo che sia l’amore, il buon Pastore a portarci sulle sue spalle e condurci a casa.
Attenderemo nel silenzio la sua Risurrezione, accostandoci al Sacramento della Penitenza, perché 
abbiamo bisogno tutti del suo Perdono. E nella Veglia Pasquale percorreremo la fatica dell’incontro
tra Dio e l’uomo, il percorso della redenzione di noi che spesso ci ribelliamo e ci sottraiamo ai suoi richiami. E poi nella sua Pasqua di risurrezione, canteremo l’Alleluia della vittoria, la vittoria di Cristo per noi! Auguri di buona Pasqua!

Consigliare i dubbiosi: 1^ opera di misericordia

La prima opera di misericordia spirituale si fa carico dell’esperienza del dubbio, del disorientamento, dell’incertezza, ma anche del desiderio di comprendere e della onesta ricerca del bene. Essa apre alla gioia di riconoscere il sentiero della vita: «Benedico il Signore che mi ha dato consiglio – recita il Salmo 16 – anche di notte il mio cuore mi istruisce… Tu mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra».
Dare consiglio è davvero un’opera di carità: significa aiutare gli altri a camminare nella giusta direzione, a compiere le scelte giuste, a rendersi conto che si sta sbagliando, a conoscere meglio se stessi, a leggere con verità le situazioni, a decidere secondo coscienza, a valutare le situazioni nella logica del Vangelo.
Sono due le strade maestre del consigliare, cioè gli obiettivi che si prefigge quest’opera di misericordia spirituale: favorire il discernimento della volontà di Dio da parte di ogni persona e aiutare ciascuno ad agire secondo giustizia. È questo certo un modo per prendersi cura degli altri dal punto di vista della loro libertà e della loro coscienza. È rispondere alla domanda che ritroviamo posta a Gesù nei Vangeli e a successivamente agli apostoli: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna? (cfr Mt 19) e «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?» (At 2,47). Consigliare è offrire una risposta onesta, amorevole e autorevole a questa domanda che attraversa i tempi. La condizione per esercitare l’opera misericordiosa del consigliare è quella di crescere in sapienza, entrando – per usare le parole del nostro Arcivescovo nella Lettera pastorale di quest’ anno – nel pensiero di Cristo.
Grazie all’opera dello Spirito Santo, la mente e il cuore di ognuno diventano capaci di condividere il sentire di Gesù, il suo modo di leggere la realtà, di valutarla e di assumerla. Le parole che provengono dal cuore e dalla mente visitati dalla grazia risultano allora cariche di verità e di carità. Diventano per chi le ascolta un dono prezioso, perché irradiano una luce amabile capace di rischiarare il sentiero della vita e di svelare i segreti del cuore.

Messaggio per la Quaresima 2016 – Papa Francesco

Papa Francesco ha scritto un messaggio per la Quaresima che vale la pena di leggere e meditare.
“Nella Bolla d’indizione del Giubileo ho rivolto l’invito affinché «la Quaresima di quest’anno giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio» (Misericordiae Vultus, 17). Con il richiamo all’ascolto della Parola di Dio ed all’iniziativa «24 ore per il Signore» ho voluto sottolineare il primato dell’ascolto orante della Parola, in specie quella profetica. La misericordia di Dio è infatti un annuncio al mondo: ma di tale annuncio ogni cristiano è chiamato a fare esperienza in prima persona. E’ per questo che nel tempo della Quaresima invierò i Missionari della Misericordia perché siano per tutti un segno concreto della vicinanza e del perdono di Dio.
Per aver accolto la Buona Notizia a lei rivolta dall’arcangelo Gabriele, Maria, nel Magnificat, canta profeticamente la misericordia con cui Dio l’ha prescelta”. 
Testo completo scaricabile: Messaggio per la Quaresima 2016 – Papa Francesco