Auguri per un Natale di speranza

«L’Avvento al Natale di Gesù nascosto in una piccola città della Galilea non è nostalgia di quando eravamo bambini, ma anche un guardare avanti alla seconda venuta del Cristo nella gloria… E poi c’è quella grandissima idea di San Bernardo, che parla di un terzo Avvento occulto nel cuore di ogni uomo buono, che capita tutti i giorni e dà pace e consolazione. Per questo possiamo pensare a gesti semplici, come fanno tanti giovani che vanno a servire nelle mense dei poveri a Natale e Santo Stefano, grandi occasioni di ospitalità e accoglienza».
Sono le parole del nostro Cardinale, Angelo Scola, che pochi giorni fa ha pronunciato davanti agli operai della A2A di Milano. Il Natale rischia davvero di essere ridotto a una festa malinconica che ci ricorda di essere stati anche noi bambini, mentre il 25 dicembre è qualcosa di più grande, di più significativo. Il nostro Arcivescovo sempre in quell’occasione ha detto: «Il Natale è una battuta di arresto in senso positivo, come una pausa di silenzio durante una musica, un’occasione propizia per riflettere sul senso da dare al nostro cammino». Silenzio e ricerca di senso da dare al nostro cammino: questi sono i primi due doni da ricercare e donare! Poi ha aggiunto: «Il progresso tecnico scientifico compiuto nella modernità ha lasciato all’uomo tante schegge preziose, piene ognuna di significato. Ma occorre ritrovare il senso che possa unificarle, perché senza un senso noi non possiamo lavorare, riposare, vivere gli affetti», per cui abbiamo davvero bisogno di un nuovo umanesimo, come ha recentemente augurato nel discorso alla città di Milano lo scorso 6 dicembre. «Per riportare al centro i valori fondanti è prima di tutto necessario giocarsi in prima persona, guardando a questa nuova epoca con simpatia», salutando il fatto che «oggi non ci si può più nascondere: rispetto ai tempi in cui si sono teorizzati il rispetto dei diritti, la libertà dei singoli, il connubio fra scienza e tecnologia, ora il coinvolgimento personale, rimasto un po’ nascosto, è ineludibile. Oggi nessuno può pensare di vivere senza giocarsi, non ci può più essere la delega, come quando non c’erano le ideologie: papa Francesco parla di una “cultura dello scarto” contro cui bisogna combattere, dobbiamo anche ritrovare l’ambiente come quella
dimora e quel giardino di cui parla la Bibbia».
Possa questo Natale darci una scossa nuova, la volontà di scrollarci di dosso un certo senso di apatia, di noia, rassegnazione, di passività. Ci dia la carica per esporci nella direzione di un nuovo umanesimo, nella consapevolezza che i tempi che stiamo vivendo sono anche tempi propizi, tempi per la nostra conversione ma anche occasioni nuove per dire il Vangelo senza timore e gioia grande.
C’è ancora tanto bene nel mondo e tanto ne possiamo farlo!
Auguri a tutti!

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