Sono parse a tutti di una inaudita incisività le parole del nostro Vicario Generale, il Vescovo Mario Delpini, quelle che ha pronunciato in Duomo la sera di martedì 24 marzo. Ne riportiamo un ampio stralcio per introdurci alla Settimana Santa, la “Settimana autentica” dice il nostro rito ambrosiano. Ecco cosa ha detto: “Questa celebrazione è un rimprovero per voi, per noi, discepoli timidi, che non osate dire a tutti che Gesù è morto per tutti e in nessun altro c’è salvezza (At 4,12) se non in lui: chiamate rispetto della coscienza altrui la timidezza che vi impedisce di obbedire a colui che vi ha mandato per dire che tutti sono amati, tutti attratti a colui che per tutti è stato innalzato.
Questa celebrazione è un rimprovero per voi, per noi, discepoli confusi, smarriti nelle complicazioni, affaticati dal dover difendere troppe cose, che avete troppe cose da dire e non trovate la semplicità di chi “non sa nient’altro che Cristo e Cristo crocifisso” (cfr 1Cor 2,2) che è morto per tutti, e attrae tutti a sé e in nessun altro c’è salvezza se non in lui.
Questa celebrazione è un rimprovero per voi, per noi, discepoli indaffarati in molte cose, preoccupati di giustificare la sopravvivenza del cristianesimo per la sua utilità sociale, frenetici di buone iniziative, per soddisfare molti bisogni eccetto il bisogno più universale e decisivo, più inquietante e represso, la speranza di vita eterna, così che le vostre opere restano mute e la vostra carità reticente, perché rinuncia a dire la sua origine e il suo senso, cioè il fatto che Gesù è morto per tutti e in nessun altro c’è salvezza se non in lui.
Questa celebrazione è un rimprovero per voi, per noi, discepoli complessati che avendo ricevuto la luce, la nascondete sotto il moggio e lasciate il mondo al buio, lasciate che il mondo sia disperato, rifiutandovi di dire a tutti della luce di Pasqua che vi ha illuminati, della gloria del risorto che vi ha salvati, perché Gesù è morto per tutti e in nessun altro c’è salvezza se non in lui. (…)
Come potrà compiersi, dunque, la volontà di Dio che vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità? Per questo il Salvatore di tutti si è consegnato per essere collocato là dove tutti passano, si è consegnato alla morte, è disceso agli inferi, è stato deposto in un sepolcro.
L’ottusità umana pensa che si possa mettere una pietra sopra la volontà di Dio.
Lo sguardo credente vede nella deposizione nel sepolcro il compimento della promessa di Gesù: è stato messo un seme nella terra, il più piccolo di tutti i semi, ma ne verrà un germoglio e una ospitalità per tutti i figli amati da Dio. Nessuno sfugge alla morte, ma da allora è stato posto proprio nella morte, negli inferi, la rivelazione che lì c’è un ingresso alla vita. Proprio di lì dobbiamo passare tutti, ma in quel passaggio spaventoso risuonerà per tutti una parola: oggi, con me, in paradiso!”.
La resurrezione di Gesù dalla morte è la conferma che Gesù è la Via, la Verità e la Vita e chi segue Lui, vivendo nel solco dei suoi insegnamenti, non spreca il proprio tempo, le proprie energie, la propria umanità, ma la conquista nel modo più vero e autentico. Il nostra Arcivescovo ha detto recentemente a proposito del giorno di Pasqua: “Oggi sembra a noi cristiani raccogliere una domanda: Dov’è la vittoria di Cristo? Il Risorto vince la morte con l’amore. Il Padre infatti, con la sua inesauribile capacità, trova sempre nuove vie per realizzare, nel Cristo, il suo infallibile disegno d’amore. Per questo, con profonda umiltà e gratitudine, possiamo dire: «Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e incrollabile“.
“Non fuggiamo mai dalla resurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada» (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 3). BUONA PASQUA A TUTTI!