Un nuovo Vescovo per la nostra diocesi

Il 7 luglio scorso Papa Francesco ha nominato Sua Eccellenza Mario Delpini Arcivescovo della Diocesi ambrosiana. Sostituisce il Cardinale Angelo Scola che nel novembre dello scorso anno aveva presentato le dimissioni secondo la norma canonica, avendo raggiunto i 75 anni di età. Finora Mons. Delpini aveva ricoperto il ruolo di Vicario Generale della Diocesi. Era quindi uno strettissimo
collaboratore del Cardinale Scola.
I media hanno presentato ampiamente la storia, la figura, i tratti di Mons. Delpini e già in molti, in
diversi luoghi della Diocesi, hanno potuto apprezzare la sua parola chiara e diretta, il suo stile di vita
sobrio e, per così dire, “normale”, la sua spontanea disponibilità a stare in mezzo alla gente.
Noi, come comunità cristiana, sentiamo importante porci questa domanda: cosa significa per una
Diocesi accogliere il dono di un nuovo Vescovo?
Il Vescovo non è un funzionario, tanto meno un manager o un uomo di potere. Non sono pochi coloro che tendono a leggere la figura del Vescovo sotto questa luce. È un difetto di prospettiva, molto diffuso e tipico della logica mondana di intendere ogni ruolo.
Per capire chi sia il Vescovo bisogna guardare ai Vangeli, in particolare andrebbero rilette le parole e gli insegnamenti di Gesù ai 12 apostoli. Perché il Vescovo è un successore degli apostoli.
Gesù chiede agli apostoli di servire, di non cercare la propria gloria, di non porsi il problema su chi sia
il più grande, bensì di seguirlo fino al dono della vita. Chiede loro di essere annunciatori e testimoni
della misericordia di Dio, pastori la cui voce sia riconosciuta dal gregge, disponibili ad andare in cerca
della pecorella smarrita, padri pronti ad accogliere il figlio che aveva abbandonato la casa. Chiede loro
di essere determinati a denunciare il male e tutto ciò che minaccia la dignità dell’uomo, ad intervenire
per guarire dalle infermità e capaci di evidenziare il bene, da qualunque parte venga.
Papa Francesco ha sottolineato che il Vescovo deve sapere stare davanti al gregge, per guidarlo e aprirgli il cammino, mostrandogli la bellezza della prospettiva del Regno promesso dal Signore; deve sapere mettersi in mezzo al popolo di Dio per ascoltarlo, riconoscendone la fede vissuta spesso con travaglio e fatica, per esortarlo con parole e gesti di conforto e solidarietà; deve sapere portarsi dietro al gregge, mettendosi anche al passo di chi fa più fatica, alzando la voce nei confronti di coloro che vogliono correre troppo avanti, affinché nessuno si perda.
L’accoglienza del nuovo Vescovo per una Diocesi è l’accoglienza della grazia di questa presenza che
si rinnova.
La nostra Diocesi ambrosiana deve essere riconoscente, perché ha goduto del servizio di tanti santi Arcivescovi che nelle diverse epoche hanno accompagnato il popolo di Dio all’incontro e alla
conoscenza di Gesù. Vescovi miti e coraggiosi; Vescovi sapienti e pastori secondo il cuore di Gesù.
Tutti Vescovi che non sono mai stati lasciati soli, mai guardati dal basso ma sempre riconosciuti nel
cuore della vita della società e della Chiesa. La vera ubbidienza al Vescovo non è la fredda
esecuzione dei suoi dettati, ma la comunione solidale con lui nella fedeltà al Vangelo, alla Parola di Dio.
Possa il Vescovo Mario sentire forte questa comunione. Possa incontrare un popolo di Dio che
professando la fede con la vita, gli dice: “Andiamo, guidaci incontro al Signore; andiamo ad annunciare
ad ogni donna e ad ogni uomo del nostro tempo l’amore e la misericordia di Dio”.

Mons. Gianni Zappa, assistente unitario Azione Cattolica ambrosiana

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