Lettera pastorale dell’Arcivescovo

Cresce lungo il cammino il suo vigore.

Una Chiesa in cammino, che non teme di riformarsi e leggere i segni dei tempi per una testimonianza che si fa gioia e speranza per gli uomini di oggi.

Un coraggioso rinnovamento della Chiesa.

Una Chiesa che si riforma sempre, che non si siede sul già sperimentato, ma che vive pienamente il tempo: «Siamo un popolo in cammino. Non ci siamo assestati tra le mura della città che gli ingenui ritengono rassicurante, nella dimora che solo la miopia può ritenere definitiva». Invita a «pensare e praticare con coraggio un inesausto rinnovamento/riforma della Chiesa stessa», perché «la Chiesa non assolutizza mai forme, assetti, strutture e modalità della sua vita». E ancora: «Non ha fondamento storico né giustificazione ragionevole l’espressione “si è sempre fatto così” che si propone talora come argomento per chiedere conferma dell’inerzia e resistere alle provocazioni del Signore che trovano eco nelle sfide presenti».
«Viviamo vigilando nell’attesa – continua Delpini -. Viviamo pellegrini nel deserto. Non siamo i padroni orgogliosi di una proprietà definitiva che qualche volta, eventualmente, accondiscende all’ospitalità; siamo piuttosto un popolo in cammino nella precarietà nomade. Possiamo sopravvivere e continuare la rischiosa traversata perché stringiamo alleanze, invochiamo e offriamo aiuto, desideriamo incontri e speriamo benevolenza. Perciò i pellegrini, persuasi dalla promessa, percorrono le vie faticose e promettenti, si incontrano con altri pellegrini e si forma un’unica carovana: da molte genti, da molte storie, da molte attese e non senza ferite, non senza zavorre».

Giovani che non si scoraggiano.

Un’attenzione particolare l’Arcivescovo la dedica ai giovani, nell’anno nel quale si celebra il Sinodo dei vescovi voluto da papa Francesco: «È tempo, io credo, di superare quel senso di impotenza e di scoraggiamento, quello smarrimento e quello scetticismo che sembrano paralizzare gli adulti e convincere molti giovani a fare del tempo della loro giovinezza un tempo perso tra aspettative improbabili, risentimenti amari, trasgressioni capricciose, ambizioni aggressive: come se qualcuno avesse derubato una generazione del suo futuro. La complessità dei problemi e le incertezze delle prospettive occupazionali non bastano a scoraggiare i credenti».

La cura della Parola a Messa e nella preghiera.

Delpini invita a una cura particolare alla Messa domenicale, in particolare nell’annuncio della Parola, a una spiritualità alimentata dalla preghiera: «Non si può essere ingenui o affidarsi all’emotività nell’accostarsi a quel libro straordinario che è la Sacra Scrittura. È quindi necessario che l’insegnamento catechistico, la predicazione ordinaria, il riferimento alla Scrittura negli incontri di preghiera, nei percorsi di iniziazione cristiana, nei gruppi di ascolto, negli appuntamenti della Scuola della Parola siano guidati con un metodo e condotti con sapienza. Ma la guida del metodo deve essere adeguata agli interlocutori e soprattutto deve aiutare a riconoscere nella Sacra Scrittura quell’offerta di luce, di forza, di gioia, che viene dalla potenza della Parola di Dio».

Cristiani non timidi, ma profeti in dialogo.

In un contesto affollato di populismi e nazionalismi, Delpini richiama a una testimonianza coraggiosa dei cristiani, che «si esprimano e siano capaci di tessere alleanze per proporre, difendere, tradurre in pratiche persuasive quei tratti dell’umanesimo cristiano che contribuiscono alla qualità alta della vita delle comunità, delle famiglie, di ogni uomo e di ogni donna. La presenza di molti cristiani in ogni ambiente di vita non può essere mascherata per timidezza, per un complesso di inferiorità, per la rassegnazione a una separazione inguaribile tra i valori cristiani e la logica intrinseca e indiscutibile della realtà mondana».
I cristiani «sono profeti, hanno proposte, hanno soluzioni, hanno qualche cosa da dire nel dialogo con tutti gli uomini e le donne di buona volontà».

E’ possibile acquistare la lettera pastorale prenotandola in sacrestia dopo le Ss. messe.
Quota: 4 €. Una parte è riservata al commento di alcuni Salmi; utile anche per la preghiera personale.

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