Il 20 ottobre la comunità è chiamata ad eleggere il nuovo consiglio pastorale parrocchiale. Il sinodo 47° scrive: “ Un momento significativo della partecipazione all’azione pastorale della parrocchia si realizza anche mediante il “consigliare nella Chiesa”, in vista del comune discernimento per il servizio del Vangelo. Il consigliare nella chiesa non è facoltativo, ma è necessario per il cammino da compiere e per le scelte pastorali da fare. Il consiglio pastorale parrocchiale è un ambito della collaborazione tra presbiteri, diaconi, consacrati e laici e uno strumento tipicamente ecclesiale, la cui natura è qualificata dal diritto-dovere di tutti i battezzati alla partecipazione corresponsabile e dall’ecclesiologia comune”. Criterio fondamentale per la composizione del CPP è quello duplice, offerto ancora del sinodo: “Il consiglio pastorale deve da una parte rappresentare l’immagine della fraternità e della comunione dell’intera comunità parrocchiale di cui è espressione in tutte le sue componenti, dall’altra deve costituire lo strumento della decisione comune pastorale, dove il ministero della presidenza, propria del parroco, e la corresponsabilità di tutti i fedeli devono trovare la loro sintesi”. In vista del rinnovo si accolgono candidature e suggerimenti di candidature. Possono essere membri dei consigli coloro che, avendo completato l’iniziazione cristiana, abbiano compiuto i 18 anni e siano canonicamente domiciliati nella parrocchia, oppure risultino operanti stabilmente in essa. Si considerano incompatibili con l’ufficio di consigliere le seguenti cariche politiche e amministrative: la guida di una formazione politica; l’essere parlamentare; l’essere assessore o sindaco; l’essere consigliere comunale o regionale.