La finanza sia per la gente, senza regole è pura speculazione
“L’economia reale, quella che crea lavoro, è in crisi”, tanta gente è senza lavoro, mentre “i mercati finanziari non sono mai stati così ipertrofici come sono ora”. E’ dalla constatazione della lontananza del “mondo della grande finanza dalla vita della maggior parte delle persone” che si dipana la riflessione di Francesco nel video con l’intenzione di preghiera per maggio, affidata alla Rete Mondiale di Preghiera del Papa, e dedicata questo mese al mondo della finanza. Papa Francesco mette prima di tutto in guardia sui pericoli legati alla speculazione, esortando a intervenire: La finanza, se non viene regolamentata, diventa pura speculazione animata da politiche monetarie. Questa situazione è insostenibile. È pericolosa. Per evitare che i poveri tornino a pagarne le conseguenze, bisogna regolamentare in modo rigido la speculazione finanziaria. Speculazione. Voglio sottolineare questo termine. Serve un’economia che non lasci indietro nessuno
Il Papa indica, quindi, la direzione di cambiamento. “La finanza sia uno strumento di servizio, strumento per servire le persone e per prenderci cura della casa comune!”, esorta, rimarcando che “siamo ancora in tempo per avviare un processo di cambiamento globale per mettere in pratica un’economia diversa, più giusta, inclusiva, sostenibile, che non lasci indietro nessuno”.
Facciamolo! E preghiamo perché i responsabili della finanza collaborino con i governi, per regolamentare i mercati finanziari e proteggere i cittadini in pericolo.
A poco più di un anno dall’inizio della pandemia mondiale di Covid-19, si fanno sentire le conseguenze globali, tra cui anche quelle di tipo economico e finanziario, ricorda il comunicato che accompagna il video. “Il Prodotto Interno Lordo (PIL) mondiale – vi si sottolinea – ha sperimentato nel 2020 il suo maggiore crollo dalla fine della II Guerra Mondiale: in milioni sono rimasti definitivamente o temporaneamente senza lavoro, e i governi hanno iniettato miliardi di dollari nelle proprie economie per evitare danni maggiori”. Viene, quindi, richiamata la recente lettera di Francesco alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale, nella quale ricordava che “molti nostri fratelli e sorelle nella famiglia umana, specialmente quelli ai margini della società, di fatto sono esclusi dal mondo finanziario” e come quindi sia importante che i mercati siano sorretti da leggi e regolamentazioni volte a assicurare che essi operino veramente per il bene comune, “garantendo che la finanza – invece di essere meramente speculativa o finanziare solo sé stessa – operi per gli obiettivi sociali tanto necessari nel contesto dell’attuale emergenza sanitaria globale”.
Nei temi toccati dal Video con l’Intenzione di Preghiera per il mese di maggio riecheggiano anche le riflessioni espresse da Papa Francesco, ad esempio nella Laudato si’, nella quale si ricorda che la politica e l’economia, in dialogo, devono essere al servizio della vita, e nella Fratelli tutti quando si sottolinea che spetta ai governi e ai loro modelli finanziari “riabilitare una politica sana non sottomessa al dettato della finanza” e “rimettere la dignità umana al centro”.
Un’intenzione di preghiera, questa di maggio, che “va intesa nel contesto della crisi che viviamo e che ha posto in evidenza la grande disuguaglianza esistente nel mondo”, mette in rilievo padre Frédéric Fornos., direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa. Il riferimento che fa è anche al ciclo di catechesi del mercoledì, intitolate “Guarire il mondo”, in cui Francesco ha sottolineato che non basta trovare la cura al virus, ma bisogna anche curare il modello economico. E padre Fornos ricorda che il Papa ha ribadito ultimamente che non possiamo accontentarci di tornare a un modello iniquo e insostenibile di vita economica e sociale, in cui un’esigua minoranza della popolazione del mondo possiede metà della sua ricchezza. Pregare, dunque per questa intenzione, alla luce del Vangelo, aiuta a vivere secondo lo stile del Regno di Dio, dove, ricorda ancora richiamandosi a Papa Francesco, l’organizzazione sociale si basa sul contribuire, condividere e distribuire, non sul possedere, escludere e accumulare.
Debora Donnini – Città del Vaticano