Una cultura inedita
di Armando Matteo docente di teologia all’Urbaniana
Di fronte al cambio d’epoca in cui viviamo,
i credenti sono chiamati ad affrontare nuove sfide
Una seconda coordinata dell’Opzione Francesco riguarda la necessità di entrare in consapevole contatto con l’effetto complessivo del cambio d’epoca che ci tocca vivere. Grazie a esso, infatti, siamo davanti a uno scenario culturale del tutto inedito rispetto a quello che ha governato l’esistenza dei nostri antenati. Già in Evangelii Gaudium, 73, parlando delle nuove città, papa Francesco invitava a ciò: «Nuove culture continuano a generarsi in queste enormi geografie umane dove il cri-stiano non suole più essere pro-motore o generatore di senso, ma che riceve da esse altri linguaggi, simboli, messaggi e paradigmi che offrono nuovi orientamenti di vita, spesso in contrasto con il vangelo di Gesù. Una cultura inedita palpita e si progetta nella città». L’urbano contemporaneo diventa così il simbolo di quella “nuova genesi culturale” che è in atto e che sottrae ai credenti e ai loro pastori la regia sul senso della vita, proponendo visioni dell’esistenza differenti quando non addirittura opposte al Vangelo. E di cos’è segno l’urbano contemporaneo? Esso è segno di un’immensa gamma di possibilità e sviluppo a disposizione del cittadino occidentale, grazie all’accrescimento formidabile dell’apparato tecnologi-co e grazie alle conquiste della medicina e della farmaceutica; è segno di una quota di benessere medio mai raggiunta prima, grazie a una circolazione del denaro consistente e ai sistemi di welfare sempre più performanti; è segno di un compimento delle potenzialità culturali e formative dei singoli mai sperimentato prima e, infine, di un collegamento tra i singoli e tra i singoli e il mondo circostante, grazie alla comunicazione digitale. Si fa spazio così una cultura inedita che ribalta gli elementi portanti che hanno strutturato la coscienza collettiva si-o a pochi decenni fa. La nuova cultura che palpita nelle città dell’Occidente non riconosce più alcun primato alla trascendenza, alla verità, alla razionalità, alle leggi naturali, al-la tradizione, alla comunità, alla coerenza morale, a Dio, al senso del dovere, al valore del sacrificio e della sobrietà. Oggi ben altri sono gli orizzonti di senso e di valore che governano le esistenze dei cittadini occidentali. Si tratta della singolarità, della corporeità, dell’alterità e della pluralità di prospettive, dell’emotività, della spontaneità, dell’immediatezza, della salute, della comodità, del benessere economico dell’allergia per ogni forma di trauma e di inceppamento del circolo esuberante della propria esistenza. Esagerando un po’, si potrebbe dire che siamo davanti a “una nuova specie dell’umano” che vive della libertà del sentirsi libero e unico e che questa libertà e unicità difende a ogni costo. Questa nuova configurazione non esclude ambivalenze e lati oscuri. I credenti, tuttavia, debbono entrare in contatto con essa, per evitare quello che per papa Francesco è un rischio ricorrente al presente: dare risposte a domande che nessuno pone più. La cultura nuova pone, infatti, domande nuove.