Un approccio concreto al fenomeno immigrazione

Cinque proposte serie e intelligenti per sottrarre l’immigrazione alla strumentalizzazione della politica.
Di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio.

Sottrarre l’immigrazione alla strumentalizzazione politica e affrontarla non come un problema da subire, ma un’opportunità da cogliere. E urgente farlo non solo a beneficio degli stranieri che scelgono il nostro Paese come luogo di residenza e lavoro, ma anche delle famiglie e delle imprese italiane, insomma del “sistema Italia”, che soffre di una grave crisi demografica e che, per favorire la ripresa occupazionale in tanti settori, lancia alle forze politiche e alle istituzioni il pressante appello “Cercasi lavoratori”. Come si sta facendo in altri campi, occorre una pianificazione, seria e lungimirante, in grado di liberarsi di quell’approccio burocratico che frena e trasforma ogni procedimento amministrativo in una corsa a ostacoli, fa perdere attrattività al nostro Paese e lascia cittadini e imprenditori da soli davanti a una società e a un mercato del lavoro in rapida trasformazione.
Le associazioni di categoria, dalla Confindustria a Federalberghi, segnalano da tempo una carenza strutturale di manodopera, soprattutto per il comparto agricolo e turistico, l’autotrasporto e la logistica, professioni a basso livello di competenza, per cui l’Italia avrebbe bisogno di 200 mila lavoratori l’anno, sia a tempo indeterminato, sia stagionali. Ma all’appello mancano anche numerosi lavoratori per la cura della persona, soprattutto infermieri e badanti, la cui penuria mette in seria difficoltà il modello italiano di welfare familiare, soprattutto per gli anziani e le persone con disabilità, proprio ora che il governo si sta avviando verso un’ampia domiciliarizzazione delle cure e dell’assistenza. Per questo in un momento difficile per l’Italia, con la guerra in Ucraina che ha sconvolto il piano di ripresa economica avviato nei mesi precedenti, la comunità di Sant’Egidio lanciale seguenti proposte per un approccio concreto e intelligente al fenomeno dell’immigrazione:
• Ampliare e semplificare i decreti flussi. Quello entrato in vigore lo scorso 17 gennaio ha allargato le quote di ingresso regolare rispetto a quelle degli anni precedenti, arrivando a 76 mila persone. Purtroppo non ha ancora prodotto risultati apprezzabili per un complicato sistema di presentazione della domanda per fare ingresso in Italia. Per cui mentre la stagione turistica è già in fase avanzata i lavoratori stagionali non sono ancora arrivati. Si tratta di velocizzare le pratiche ed emanare più decreti flussi nel corso dell’anno per favorirne un’effettiva efficacia. Senza, peraltro, escludere (inspiegabilmente) alcune nazionalità, come Perù, Colombia, Ecuador, le cui comunità sono presenti e ben integrate da anni nel nostro Paese;
Sottrarre l’immigrazione alla strumentalizzazione politica e affrontarla non come un problema da subire, ma un’opportunità da cogliere. E urgente farlo non solo a beneficio degli stranieri che scelgono il nostro Paese come luogo di residenza e lavoro, ma anche delle famiglie e delle imprese italiane, insomma del “sistema Italia”, che soffre di una grave crisi demografica e che, per favorire la ripresa occupazionale in tanti settori, lancia alle forze politiche e alle istituzioni il pressante appello “Cercasi lavoratori”. Come si sta facendo in altri campi, occorre una pianificazione, seria e lungimirante, in grado di liberarsi di quell’approccio burocratico che frena e trasforma ogni procedimento amministrativo in una corsa a ostacoli, fa perdere attrattività al nostro Paese e lascia cittadini e imprenditori da soli davanti a una società e a un mercato del lavoro in rapida trasformazione.
Le associazioni di categoria, dalla Confindustria a Federalberghi, segnalano da tempo una carenza strutturale di manodopera, soprattutto per il comparto agricolo e turistico, l’autotrasporto e la logistica, professioni a basso livello di competenza, per cui l’Italia avrebbe bisogno di 200 mila lavoratori l’anno, sia a tempo indeterminato, sia stagionali. Ma all’appello mancano anche numerosi lavoratori per la cura della persona, soprattutto infermieri e badanti, la cui penuria mette in seria difficoltà il modello italiano di welfare familiare, soprattutto per gli anziani e le persone con disabilità, proprio ora che il governo si sta avviando verso un’ampia domiciliarizzazione delle cure e dell’assistenza. Per questo in un momento difficile per l’Italia, con la guerra in Ucraina che ha sconvolto il piano di ripresa economica avviato nei mesi precedenti, la comunità di Sant’Egidio lanciale seguenti proposte per un approccio concreto e intelligente al fenomeno dell’immigrazione:
• Ampliare e semplificare i decreti flussi. Quello entrato in vigore lo scorso 17 gennaio ha allargato le quote di ingresso regolare rispetto a quelle degli anni precedenti, arrivando a 76 mila persone. Purtroppo non ha ancora prodotto risultati apprezzabili per un complicato sistema di presentazione della domanda per fare ingresso in Italia. Per cui mentre la stagione turistica è già in fase avanzata i lavoratori stagionali non sono ancora arrivati. Si tratta di velocizzare le pratiche ed emanare più decreti flussi nel corso dell’anno per favorirne un’effettiva efficacia. Senza, peraltro, escludere (inspiegabilmente) alcune nazionalità, come Perù, Colombia, Ecuador, le cui comunità sono presenti e ben integrate da anni nel nostro Paese;

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