Il Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva

Virtuale è reale
Comunico in rete come faccio nel mondo reale, rispettando le persone e le loro differenze, le fragilità e i punti di forza. Scelgo di includere, senza giudicare o discriminare.

Si è ciò che si comunica
Rispetto la mia identità e decido liberamente di definirmi per come sono, o di non definirmi affatto. Accolgo la complessità e la molteplicità. Valorizzo la diversità creativa.

Le parole danno forma al pensiero
Evito con cura stereotipi, cliché, allusioni o modi di dire offensivi o sminuenti. Contrasto ogni pregiudizio. Scelgo sempre parole chiare e facili da comprendere, corrette, gentili.

Prima di parlare bisogna ascoltare
Costruisco relazioni fondate sull’ascolto paziente, la comprensione e l’empatia. So che opinioni diverse allargano il mio orizzonte, e che dallo scambio nasce il senso di comunità.

Le parole sono un ponte
Coltivo la curiosità, l’apertura, il dialogo positivo che nasce
quando si superano le barriere mentali, sociali, culturali, gerarchiche. Il mio linguaggio sa creare inclusione e cittadinanza.

Le parole hanno conseguenze
So che le parole possono ferire o curare, sostenere o schiacciare. Parlo in modo tale da comprendere tutte le identità, le condizioni, le appartenenze, gli orientamenti e le culture.

Condividere è una responsabilità
Prima di condividere testi, video o foto mi domando se aggiungono qualità alla discussione e se promuovono il rispetto. Verifico che le fonti siano oneste, neutrali e veritiere.

Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare
Valorizzo la pluralità delle opinioni e delle esperienze e accolgo ogni diverso pensiero come una ricchezza. Se dissento, favorisco un confronto aperto, civile e costruttivo.

Gli insulti non sono argomenti
Insultare è un modo di esprimersi violento e primitivo. È doppiamente deplorevole se si indirizza a chi è discriminato e sperimenta la povertà, il disagio, la paura, lo stigma o l’emarginazione.

Anche il silenzio comunica
Scelgo il silenzio per ascoltare e ragionare meglio, per spegnere polemiche distruttive, o quando non ci sono parole adeguate, e un gesto di empatia vale più di ogni discorso.

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