Papa Francesco: l’economia è malata

(…) Papa Francesco offre una panoramica estesa di come questo sia frutto di una “crescita economica iniqua” che prescinde dai valori umani fondamentali. “Nel mondo di oggi – sottolinea – pochi ricchissimi” – “un gruppetto” – “possiedono più di tutto il resto dell’umanità”. Si tratta, evidenzia, di “un’ingiustizia che grida al cielo!”. D’altra parte questo modello di crescita economica sembra indifferente ai danni inflitti al creato, con conseguenze “gravi e irreversibili” come perdita della biodiversità, cambiamenti climatici, distruzione delle foreste tropicali. “Siamo vicini – avverte ancora – a superare molti dei limiti del nostro meraviglioso pianeta”. Disuguaglianze sociali e degrado ambientale hanno “la stessa radice”: il peccato di “voler possedere e dominare i fratelli e le sorelle, la natura e lo stesso Dio”. Di fronte a tutto questo, i cristiani non devono rimanere fermi: la speranza cristiana sostiene la volontà di condividere.
Quando l’ossessione di possedere e dominare esclude milioni di persone dai beni primari; quando la disuguaglianza economica e tecnologica è tale da lacerare il tessuto sociale; e quando la dipendenza da un progresso materiale illimitato minaccia la casa comune, allora non possiamo stare a guardare. No, questo è desolante. Non possiamo stare a guardare! Con lo sguardo fisso su Gesù e con la certezza che il suo amore opera mediante la comunità dei suoi discepoli, dobbiamo agire tutti insieme, nella speranza di generare qualcosa di diverso e di meglio.
Tanti bambini muoiono di fame e non hanno diritto alla scuola.
Nel cuore del Papa, in particolare, le condizioni dei bambini. Per rendersene conto, basta leggere le statistiche:Quanti bambini, oggi, muoiono di fame per una non buona distribuzione delle ricchezze, per un sistema economico come ho detto prima; e quanti bambini, oggi, non hanno diritto alla scuola, per lo stesso motivo. Che sia questa immagine, dei bambini bisognosi per fame e per mancanza di educazione, che ci aiuti a capire che dopo questa crisi dobbiamo uscire migliori.
Amministratori dei beni, non padroni.
Richiamandosi varie volte al Catechismo e al Libro della Genesi, Francesco ricorda che Dio ha chiesto all’uomo di dominare la terra coltivandola e custodendola. Non quindi “carta bianca per fare della terra ciò che si vuole”, nota il Papa, perché esiste una “relazione di reciprocità responsabile” fra noi e la natura. La terra infatti è stata data a tutto il genere umano e i suoi frutti devono arrivare a tutti, non solo ad alcuni. Come ricorda anche la Gaudium et spes del Concilio Vaticano II “l’uomo, usando di questi beni, deve considerare le cose esteriori che legittimamente possiede non solo come proprie, ma anche come comuni, nel senso che possano giovare non unicamente a lui ma anche agli altri”. Quindi, come un amministratore della Provvidenza, far fruttificare i doni perché anche gli altri ne beneficino.
“Amministratori dei beni, non padroni”, ribadisce Francesco ricordando “una regola d’oro” del comportamento sociale evidenziata anche nella Laudato si’: “la «subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni»”.

Lascia un commento