Siamo partiti il 1° agosto dall’aeroporto di Malpensa carichi di entusiasmo, aspettative, zaini stracolmi e segnalibri da scambiare, preoccupati di non aver portato con noi tutto il necessario per affrontare la settimana che ci aspettava.
Ignari del fatto che per vivere a pieno l’incredibile esperienza della GMG fosse sufficiente molto, ma molto meno: orecchie disposte ad ascoltare, occhi curiosi e cuore pronto ad accogliere. Ma soprattutto inconsapevoli del fatto che quello che avremmo portato a casa sarebbe stato un bagaglio molto più consistente, non da imbarcare in aereo, ma da tenere ognuno con sé.
La nostra GMG, o meglio JMJ, è stata ricca di tante esperienze e di tante parole piene di significato, sicuramente di spicco la condivisione. Vogliamo condividere con le nostre comunità alcuni pensieri su cosa ci ha donato questa esperienza, perché, come abbiamo ripetuto tutti insieme al Campo da Graça di Lisbona, noi eravamo lì “per portarlo agli altri, la gioia è missionaria!”. E così portiamo questa nostra gioia missionaria a voi.
Porto con me l’incontro con innumerevoli giovani, provenienti da luoghi vicini e molto lontani, ma senza percepire barriere.
Porto con me le preziose e semplici parole di Papa Francesco, l’invito a non avere paura di fallire, ma al contrario trovare sempre la forza di rialzarci.
Porto con me la voglia di vivere la vita con coraggio ed entusiasmo.
Porto con me i moltissimi dubbi iniziali e la paura di partire, e allo stesso tempo porto con me la riuscita di questa avventura meravigliosa che mi ha coinvolta completamente.
Porto con me l’inaspettata preghiera del rosario sul treno, con degli sconosciuti, in tre lingue differenti.
Porto con me il vero significato della parola coraggio: “alzarsi e andare in fretta”… verso Dio. Un coraggio ritrovato nelle strade, nelle piazze e nel campo della veglia, colmi di fedeli provenienti da qualsiasi parte del mondo.
Porto con me il silenzio di un milione e mezzo di giovani in ascolto, in ginocchio, in preghiera.
Porto con me la consapevolezza di non essere sola, vedendo così tanti giovani riuniti per Lui, e di avere tanti amici con cui condividere la mia fede.
Porto con me i saluti spontanei e i confronti amichevoli, il sentirsi una grande famiglia dove nessuno è escluso.
Porto con me l’invito a non temere, non avere paura, non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà quotidiane, perché ci saranno inevitabilmente.
Porto con me il canto, risuonava in ciascuna lingua, allo stesso tempo, in ogni metro, via e piazza, con un’unica voce.
Porto con me una Chiesa che non si esaurisce nelle nostre comunità, piena di coetanei con cui condivido la stessa fede.
Porto con me un’esperienza di gioia per l’incontro con l’Altro e con gli altri, il sentirsi parte di una Chiesa giovane e motivata.
Porto con me la crescita delle nostre amicizie, divenute più solide, e i legami rinnovati nella fede.
Portiamo con noi un incontro di vita piena da custodire nel nostro cammino.
I ragazzi della JMJ di Lisbona dell’area omogenea e di Corbetta