Entrando da lei, ( l’angelo) disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. (…) Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. (…) Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.
Inizia da questo annuncio il Natale di Gesù.
Una tradizione narra di come San Bernardo di Chiaravalle immaginava che tutti gli angeli in cielo trattenevano il fiato in attesa di vedere cosa avrebbe risposto Maria. Avrebbe detto di “sì”? Tutta la creazione aspettava, chiedendosi cosa avrebbe fatto.
Ma nel messaggio evangelico non c’è accenno ad alcuna domanda o proposta.
Non c’è un “ti piacerebbe?” o un “sei d’accordo?” o “prenderesti in considerazione?”
Maria in realtà non risponde veramente perché non c’è stata alcuna domanda. Maria fa piuttosto una domanda per capire meglio il futuro che le si presenta: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Lei sembra non avere alcun problema a crederci; l’unico problema è capire da dove e come verrà questo figlio.
Mentre noi a volte facciamo domande per intrometterci, per ritardare il compimento dei piani divini, Maria fa domande perché vuole essere obbediente
Ed è l’obbedienza che le farà dire «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».
La parola “serva” andrebbe meglio tradotta con la parola “schiava”.
Mentre serva può essere semplicemente un lavoro o una funzione transitoria, la parola schiava è una questione di identità e di appartenenza. Non è qualcosa da cui ci si può distaccare liberamente. Se Maria è la “schiava” del Signore, ciò significa che non può essere la “schiava” di nessun altro. E’ una dichiarazione della sua libertà da ogni dominio umano; Maria dichiara di appartenere al Signore tanto quanto l’angelo che gli è stato inviato.
Dunque sarà Natale se le nostre domande non saranno poste per limitare, compromettere l’agire di Dio in noi e nel mondo intero, ma per poter essere i suoi discepoli: “ Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà”, recitiamo nella preghiera del Padre Nostro.
Sarà Natale se la nostra disponibilità a lasciarci raggiungere da Cristo sarà tale da sentirci anche noi “schiavi”, vale a dire trovare la nostra vera identità in questa comunione profonda con il Signore che il Natale vuole rinnovare nei cuori di ogni uomo e donna.
don Romeo