Le offerte deducibili per il sostentamento del clero

COSA SONO LE OFFERTE DEDUCIBILI PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO?

Si definiscono così le somme inviate all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC), l’ente preposto a raccogliere fondi della Chiesa cattolica per garantire una remunerazione ai circa 32.000 sacerdoti in Italia e in missione. Si tratta di versamenti documentabili che chi dona può portare in detrazione dalle tasse, usufruendo vantaggio fiscale. In alcuni contesti sono indicate anche come ‘offerte” oppure “erogazioni liberali”
Esse permettono ai sacerdoti una vita dignitosa, nonché di dedicarsi e tempo pieno alla loro missione. Inoltre, garantiscono un supporto assistenziale e previdenziale. È l’Istituto Centrale Sostentamento Clero (ICSC) che distribuisce le risorse tra i e lo fa secondo il principio della perequazione, cioè in maniera equa e solidale.

COSA NON SONO LE OFFERTE DEDUCIBILI?

Non sono offerte deducibili tutte le somme in contanti che le persone possono dare direttamente al parroco, all’ufficio parrocchiale, a Messa (durante il momento della colletta) o nelle cassettine presenti in chiesa. Queste donazioni servono lente per sostenere le spese correnti della parrocchia: bollette, pulizie, attrezzature necessarie all’oratorio e piccole emergenze della comunità. Sono una voce del bilancio parrocchiale. Non portano vantaggi fiscali a chi le dona.

PERCHE’ SONO IMPORTANTI LE OFFERTE DEDUCIBILI.

Perché i sacerdoti sono a servizio delle comunità e per farlo al meglio hanno bisogno dello collaborazione e del sostegno di goni fedele. Perché tutti i sacerdoti, anche quelli che operano nei contesti più poveri o meno attenti alle necessità della Chiesa possano contare sulla stessa cifra a parità di condizioni e incarichi. Perché la Chiesa non è un’azienda che fornisce come una famiglia, si sostiene se tutti fanno la propria parte.

COME AVERE UN VANTAGGIO FISCALE?

Lo Stato ha previsto uno sconto sul pagamento delle tasse a chi fa le offerte deducibili, perché riconosce il valore dell’impegno della Chiesa e dei sacerdoti nella società. Nella pratica che cosa significa? Ogni anno dobbiamo pagare le tasse in base al nostro reddito. Se abbiamo donato una somma all’Istituto Centrale Sostentamento Clero (ICSC), questa viene sottratta dal nostro reddito. Di conseguenza si abbassa li reddito e paghiamo meno tasse. Ogni anno possiamo donare quanto vogliamo all’Istituto Centrale Sostentamento Clero (ICSC), ma lo sconto sulle tasse si ha solo fino a un massimo di 1032,91 €, cioè dai redditi possiamo sottrarre io somma massima dì 1.032,91 euro, Le offerte deducibili saranno indicate nell’apposito spazio presente nella dichiarazione dei redditi (Modello 730 oppure Modello Redditi) relativa all’anno nel quale sono state effettuate.

COME DONARE.

Bolettino di c/c postale N° 57803009 intestato all’Istituto Centrale Sostentamento Clero – Via Aurelia, 796 – 00165 Roma, causale “Erogazioni liberali art. 46 1.222/85”:
Bonifico bancario a Intesa San Paolo – IBAN 1T33A03069 03206100000011384 a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento ‘ con causale [Erogazioni liberali art. 46 L.222/85″:
Carta di credito telefonando al numero verde 800 8250011 oppure collegandosi a: unitineidonoit.

Pellegrini di Speranza – Giubileo 18/19enni e giovani

Siamo partiti il 28 luglio con il nostro pulmino, la seconda parte del gruppo ci ha raggiunto per gli eventi più attesi: il momento della riconciliazione al Circo Massimo venerdì, la Veglia e la Santa Messa a Tor Vergata tra sabato e domenica. Durante la settimana, abbiamo camminato, ascoltato, osservato e aperto il nostro cuore al prossimo, attraverso atti di fraternità e di rinnovamento spirituale e sociale. Ricordando le parole di Papa Francesco, che ci ha invitati a questo Giubileo dei Giovani come pellegrini di speranza, sia fisicamente sia spiritualmente, abbiamo incontrato per la prima volta Papa Leone XIV che ci ha accolti con gioia. Con le sue parole, ha esortato ad essere pellegrini di speranza e testimoni fino ai confini della terra, ha chiesto di non tenere questa esperienza solo per noi, ma di condividerla con gli altri per essere segni di speranza nel mondo; questo è ciò che desideriamo fare con questo breve articolo.

Condivido con voi la gioia di non essere stata sola, ma di aver condiviso questa esperienza con un numeroso gruppo di giovani delle nostre parrocchie. Papa Leone ci ha infatti ricordato il grande valore dell’amicizia sincera e profonda: “Quando le nostre amicizie riflettono questo intenso legame con Gesù, diventano certamente sincere, generose e vere. (…) L’amicizia può veramente cambiare il mondo”.

Condivido con voi il silenzio di un milione di giovani provenienti da tutto il mondo che hanno scelto di essere presenti.

Condivido con voi anche le fatiche che hanno accompagnato il nostro pellegrinaggio: il caldo torrido della città eterna; gli improvvisati piani di viaggio urbano, le attese alle fermate e le traversate in autobus tutti pigiati; i chilometri percorsi, ormai impressi sulle suole delle scarpe; la sabbia, il vento, gli scrosci di pioggia; i risvegli notturni e le ore insonni. Non ci hanno fermato. La gioia dell’incontro vivo con Gesù è rimasta “in primo piano” nel cuore.

Condivido con voi le parole di Papa Leone XIV durante la celebrazione della Veglia, con le quali ci ha invitato a non accontentarci dei compromessi che derivano dal mondo, ma al
contrario di trovare il coraggio per compiere scelte importanti nella nostra quotidianità nell’amore di Dio, “il coraggio per scegliere viene dall’amore(…) il dono della vita è la via per realizzare la nostra persona. Per questo, l’incontro con Gesù corrisponde alle attese più profonde del nostro cuore”.

Condivido con voi le parole di Papa Leone XIV, dall’omelia della Santa Messa di domenica: “Noi pure, cari amici, siamo fatti così: siamo fatti per questo. Non per una vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un’esistenza che si rigenera costantemente nel dono, nell’amore.” Queste parole ci ricordano che la vera pienezza della vita non sta nella sicurezza di ciò che non cambia; sono un invito a non stare fermi, ma a vivere ogni giorno come occasione di rinnovamento e di condivisione, nella certezza che il dono di sé porta sempre frutto. Ci richiamano anche all’importanza e all’impegno del servizio come giovani nelle nostre parrocchie e nelle nostre comunità, dove il dono e l’amore diventano segni concreti della nostra fede.

Condivido con voi la speranza, l’amore e la spensieratezza che l’esperienza del giubileo mi ha regalato, al fine di non tenerli per me, ma di donarli a chi ne ha più bisogno, accettando così l’invito di Papa Leone XIV ad essere luce per gli altri. “Portate questa gioia, questo entusiasmo a tutto il mondo. Voi siete sale della terra, luce del mondo. Portate questo saluto a tutti i vostri amici, a tutti i giovani che hanno bisogno di un messaggio di speranza”.

Condividiamo questa testimonianza con le nostre comunità e con tutti i giovani che non hanno potuto partecipare, vi doniamo la nostra speranza e il nostro entusiasmo.

“Continuiamo a sognare insieme, a sperare insieme”.

I giovani di Tor Vergata 2025 dell’Area Omogenea con don Alessandro e don Andrea.

Calendario pastorale

Sabato 6 – domenica 7 Fiaccolata oratori uniti dal Santuario Madonna della Stella – Cellatica (BS).

Raccolta alimenti Caritas. Preferibilmente: tonno, riso, olio d’oliva, marmellata, biscotti, zucchero, pelati, latte UHT.

Domenica 7 pellegrinaggio decanale al Santuario di Rho.
Per il trasferimento, oltre ai mezzi propri, è possibile utilizzare un bus.
Partenza ore 15.00 da V.P. Giovanni XXIII
Iscrizioni entro domenica 31 in sacrestia (al termine delle celebrazioni) fino ad esaurimento posti.
Quota per bus: 15 €.

Domenica 28 Festa degli oratori.

Gli anniversari di matrimonio si festeggeranno Domenica 12 ottobre alla S. Messa delle ore 10.30.

Santuario RHO

Il disinteresse per il cattolicesimo

L’odierna mancanza di passione e interesse per il cristianesimo, da associare a una vaga e confusa domanda di spiritualità, ha radici antiche e profonde, che difficilmente rientrano nel dibattito di quest’epoca quasi post-religiosa. Bonhoeffer si chiedeva in modo profetico: «Che cosa significano una Chiesa, una comunità, una predicazione, una liturgia, una vita cristiana in un mondo non-religioso? Come parliamo di Dio senza religione?». Per rispondere a tali domande, è importante affrontare le cause che hanno reso la fede residuale nella vita della maggior parte della popolazione occidentale.

Luigino Bruni ne ha individuate tre.

Il primo motivo è radicato nei quattro secoli caratterizzati dalla cultura della Controriforma e riguarda la complicata e non riuscita relazione del cattolicesimo con la modernità. Il trauma della Riforma protestante si tramutò in una chiusura nei confronti delle nuove idee umanistiche e, quindi, moderne (si pensi al rifiuto di Erasmo da Rotterdam), come l’esercizio della libertà di coscienza e la conoscenza popolare della Bibbia. In questo clima, i migliori pensatori cattolici rivolsero progressivamente i loro sforzi non più alla teologia e alla filosofia, che divennero prevalentemente appannaggio di protestanti e nordici, ma verso ambiti del sapere meno a rischio di scomunica (musica, arte, letteratura, scienza, teatro, economia). Tra Ottocento e Novecento, poi, una parte significativa del pensiero cattolico continuava a considerare il Medioevo come l’età dell’oro del cristianesimo, associando implicitamente il Rinascimento a una decadenza spirituale ed etica. Anche dopo il Concilio Vaticano II continuò questa diffidenza, ad esempio nella stagione della repressione del movimento modernista cattolico, quando centinaia di teologi, biblisti e storici furono emarginati, sospesi dall’insegnamento. Così, si è persa un’occasione per rinnovare il dialogo teologico con le scienze esegetiche e storiche, più che necessario per uno sguardo maturo sulla fede. Questa mancata relazione ha generato la seconda ragione. I codici della narrazione cattolica della fede e dei suoi fondamenti biblici sono sostanzialmente rimasti pre-moderni, mescolati con elementi mitici e senza una vera inculturazione nel mondo moderno e post-moderno. A differenza delle missioni che hanno a che fare con culture non occidentali, la Chiesa continua a parlare una lingua sempre più morta. Il pensiero cattolico, quindi, è poco rilevante anche perché è incomprensibile il suo linguaggio. La terza e ultima causa è il consumismo. Mentre negli ultimi due secoli combatteva il comunismo e il socialismo ateo, la Chiesa cattolica non si è accorta di un nemico più infido e potente che si stava infiltrando nella società e dentro le sue mura. Quando, nella seconda metà del Novecento, la cultura consumistica ha conquistato la vita e l’anima delle persone (lo preconizzava Pasolini), essa ha grandemente sottovalutato questo processo, dimostrando di aver paura della modernità delle idee e non della modernità delle merci quali nuovi feticci. La spinta all’individualismo, condizione ideale per trasformare le persone in consumatori, sta poi erodendo il senso di comunità, pre-condizione dell’esperienza religiosa.