Pellegrinaggio alla porta santa di Rho

ImmagineChe cosa significa il dono del Giubileo per le nostre comunità cristiane e per le nostre persone?
L’esistenza di ogni uomo si svolge nel tempo e nello spazio: tutti noi abbiamo cari e custodiamo con cura date e luoghi che segnano la nostra biografia, perché ci richiamano il senso del nostro essere al mondo. Il Dio della vita ci viene incontro proprio lì. Si fa vicino a ciascuno di noi nel qui ed ora del Signore Gesù e della Sua Chiesa.
Seguendo le orme del suo Maestro, la Chiesa ci offre un tempo determinato – l’anno giubilare (dall’8 dicembre di quest’anno alla festività di Cristo Re del 2016) – e dei luoghi precisi – il nostro Duomo insieme ad altre chiese e santuari della diocesi ambrosiana -, perché tutti possano fare esperienza di essere perdonati e restituiti alla vita. La misericordia, infatti, riscatta il tempo dal suo inesorabile rovinare verso la morte e lo trasforma nella pazienza amante del Padre che ci aspetta come figli nel Figlio. Il Giubileo, per questa ragione, è sorgente e annuncio di speranza per tutti, soprattutto per coloro che si sentono esclusi dalla salvezza.
Con i gesti di preghiera e di misericordia che la Chiesa ci propone in quest’Anno – il pellegrinaggio verso la porta santa, la celebrazione della riconciliazione sacramentale con una più assidua pratica della confessione, le opere di misericordia corporali e spirituali – il Signore ci chiama ad abbandonare ogni tentativo di salvarci con le nostre mani per affidarci completamente a Lui.
Una delle grazie che l’Anno Santo mette a nostra disposizione è la pratica delle indulgenze. Le indulgenze sono una forma di partecipazione alla redenzione di Cristo. Attraverso la preghiera della Chiesa, offrono al peccatore che si pente compiutamente il dono della remissione della pena temporale sempre connessa ai peccati.
Le indulgenze, pertanto, sono opere di fede da parte dei credenti e di intercessione efficace da parte della Chiesa che, in questo modo, abbraccia con misericordia i suoi figli vivi e defunti e li fa partecipi della comunione dei santi. Perché, come insegna il nostro Padre Ambrogio, «La legge considera il merito. La grazia guarda alla fede».

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