Halloween… può bastare?

Anche in Italia sta prendendo piede. I sociali i negozi, la tivù ci ricordano che sta arrivando Halloween. A casa o a scuola si confezionano costumi, si intagliano zucche, si preparano dolci e leccornie. E poi si vive la festa in modo spensierato e scherzoso. Nessun mostro o brutta strega fa paura oggi, nella notte di Halloween. Ma non è stato sempre così.
Come spesso accade, le feste commerciali raccolgono e mescolano tradizioni culturali diverse, a volte molto lontane tra loro. Così Halloween diventa una scusa per giocare con le cose ignote, macabre, spettrali. Antiche credenze pagane incrociano riti cristiani, spesso svuotati del proprio significato.
Eppure, per noi come per gli uomini del passato, i colori caldi dell’autunno in questo tempo diventano sempre più spenti e grigi; le ore di luce lasciano il posto a quelle di buio, amplificando paura e mistero; l’inverno è alle porte, con il suo freddo che congela corpi e cuori, resi distanti dalla necessità di rintanarsi al calduccio delle proprie case.
Ecco l’idea di una notte spavalda, in barba alle forze oscure del male, in cui scavalcare le paure e incontrare la gente del villaggio. Sì, il generale Inverno proverà a isolare le persone, ma non ce la farà, se non per un tempo limitato. Le giornate torneranno ad allungarsi, le piante a fiorire, la vita a ripartire.
Qualcuno, è probabile, non ci sarà. Forse perché troppo debole o sfortunato. Forse per i suoi errori, o per quelli di altri. Forse per un macabro scherzo del destino. Halloween non ha risposte. Il suo riso si fa un po’ amaro, davanti alle prove della vita o alla sua conclusione. Davvero finisce tutto lì?
Il pensiero della morte ci rende tristi. È naturale: fa male staccarsi dalle cose belle. Ci mancheranno i momenti felici passati con cose, animali e persone care. La morte ci spiazza perché abbiamo l’impressione sia ingiusta: sembra colpisca a caso e sempre troppo presto. In effetti ci porta via l’unica realtà che conosciamo davvero, cioè quella terrena. Ma non è detto sia l’unica e la migliore. Di certo dalla natura impariamo che ogni essere vivente ha un tempo limitato per realizzare il proprio compito. Alcuni vegetali hanno solo un giorno, altri mille anni. Non per questo sono migliori: è il dono che hanno ricevuto e la missione che è stata loro affidata.
Così è per gli esseri umani: per quanto la loro vita terrena possa essere lunga e felice, sarà a termine. Senz’altro l’esistenza della morte serve a ricordarci che nella vita non c’è tempo da sciupare. «Non temete tanto la morte, ma più lo squallore della vita» ripeteva un personaggio di Bertold Brecht, a cui faceva eco Victor Hugo: «Morire non è nulla; spaventoso è non vivere».
Halloween non ha risposte, il suo riso si fa un po’ amaro, davanti alle prove della vita o alla sua conclusione. Con Gesù possiamo invece “sorridere” alla morte, non perché sia anestetizzato il dolore che essa porta con sé, ma perché con Gesù non entriamo in questo evento della morte rassegnati e disperati.
Ridurre la festa di “Tutti i Santi” e la “Commemorazione dei defunti” ad Halloween, significa sminuire il messaggio cristiano: la morte è stata vinta in Cristo; “ Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. In lui tutti riceveranno la vita” ( 1 Cor 15, 20 – 22)
Non facciamo mancare ai nostri bambini e ai ragazzi la partecipazione alla Messa de “ Tutti i Santi” e la tradizionale visita ai defunti nei cimiteri accompagnata dalla preghiera, gesti che educano al messaggio cristiano sulla morte: in Gesù, con la morte, nel diario della vita non si mette un punto (.) bensì si mettono due punti ( : )
“ La vita è una grande sorpresa: non vedo perché la morte non potrebbe esserne una anche più grande “ ( V. Nabokov)
La parola «Hattoween» deriva dall’antico inglese «Alt Hallows Eve», cioè «notte di Ognissanti». Nel IX secolo la Chiesa istituì questa festa, sovrapponendola all’antica tradizione celtica che faceva iniziare l’anno il 31 ottobre. Nel XVI secolo i protestanti cancellarono il culto dei santi, ma la festa proseguì come tradizione laica.
«Jack-o’-lantern», la zucca è diventata simbolo di Halloween nella seconda metà del Novecento. Si rifà alla tradizione irlandese di intagliare rape per farne lanterne, come preghiere per le anime bloccate nel purgatorio (come i lumini dei nostri cimiteri). In Nord America la zucca era disponibile in maggiori quantità e per le sue dimensioni facilitava il lavoro d’intaglio.
«Dolcetto o scherzetto» è in realtà una scherzosa minaccia: i bambini maschera-ti bussano alte porte chiedendo qualcosa di buono (treat = regalo, sorpresa) che eviti alla famiglia qualcosa di malevolo (trick = trucco, inganno). Anche questa è un’evoluzione della pratica dell’elemosina che i poveri del tardo Medioevo chiedevano in questi giorni, in cambio di preghiere per i morti delle case visitate.

Un commento su “Halloween… può bastare?

  1. Questa nota, che condivido appieno, andrebbe fatta leggere e spiegata ai nostri amministratori comunali che hanno allestito in piazza una sorta di esaltazione di un evento che non ha nulla da spartire con la nostra fede cattolica, purtroppo proprio davanti ad un luogo sacro.

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