Tempo di Quaresima: la grazia di un risveglio

Ci sono voci che hanno una capacità straordinaria di interpretare i tempi. Non importa da che età ci raggiungono, se da molto lontano o da vicino. È importante, piuttosto, che ci aiutino a leggere nel presente ciò che ancora non riusciamo a decifrare. È il compito dei profeti. Da quelli biblici a quelli che la Provvidenza mette, nella sua fantasia, sul nostro cammino.
Nel 1943, nel bel mezzo di una guerra devastante, M. Delbrêl scriveva il suo celebre Missionari senza battello, una cinquantina di fogli autografi, vergati sul retro di documenti amministrativi, a causa della penuria della carta. Anche questo particolare, così curioso, desta interesse. Una parola scritta nel bisogno, su mezzi di fortuna. Davvero commovente! Dall’arca di Noè in poi, molti messaggi importanti nella storia sono arrivati su mezzi di fortuna. Li ha recapitati la Provvidenza nella sua estrema cura, insieme alla tenacia degli uomini: avevano un bisogno insopprimibile di dire e di condividere. Non ne abbiamo incredibilmente sete anche noi?
In quell’epoca dove le fatiche erano grandi, Madeleine sapeva leggere il presente e riaccendere le speranze. Parlava di missione, con o senza barche, mentre tutti i pensieri inchiodavano alla paralisi del presente. Descriveva una Chiesa che si meravigliava di sentire il proprio cammino così greve, per il peso – diceva – «dei cristiani che non partono». Ma insieme trovava l’agio di un colpo d’ala, sentito come prematuro, eppure decisivo: l’agio della missione. Ecco un frammento del suo testo sfavillante: «La Chiesa è come l’animale simbolico di Ezechiele. Essa corre in un turbine di fuoco. Che lo vogliamo o no, in essa noi abitiamo questo turbine. Il vento che vi soffia porta la Chiesa verso ciò che non è Chiesa. Se ne prendessimo coscienza, ci caricherebbe sulle sue ali come fuscelli di paglia, irresistibilmente… Le vele si gonfiano sotto le tempeste di grazie, la barca accosta terre senza croce: noi, seduti in circolo nel fondo della stiva, discutiamo di quel che succede nei nostri due metri quadrati».
Viene inevitabilmente da interrogarci in merito alle nostre discussioni e alla penuria di prospettive che abbiamo patito e ancora patiamo. In questa novità, che non sappiamo ancora decifrare, abbiamo iniziato a vivere con qualche consapevolezza esattamente un anno fa. Solo pochi tratti, col fiato sospeso – ci dicevamo-, e poi tutto sarebbe tornato normale. Così non è stato. Si è aperta una frattura in cui non sappiamo ancora distinguere la novità e la chiamata che contiene. Che cosa possiamo imparare? Così continua la Delbrêl:
«Impariamo che non vi sono due amori: chi stringe il peso di Dio fra le braccia, deve avere posto per il mondo; chi riceve il peso di Dio nel cuore, vi riceve il peso del mondo».
Peso di Dio e peso del mondo. Comandamento di Dio e comandamento del prossimo. Il secondo è simile al primo, dice Gesù. «Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22, 40).
Preparare la Pasqua, ritrovare ancora un tempo propizio per lasciare spazio alla vita risorta, senza scostarsi di un millimetro dalla vita reale, è sempre la meta. È l’invito della Quaresima. Possiamo rimetterci in cammino. Consegniamoci alla grazia di questo risveglio.

Don Cristiano Passoni, assistente generale Azione Cattolica ambrosiana

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