Nella preghiera ordiniamo la nostra intenzionalità a quella divina ed agiamo di conseguenza. la preghiera diventa così un radicale affidamento a Dio, in cui chiediamo a Dio non tanto di agire al nostro posto, ma di divenire consapevoli di noi stessi, delle persone che ci circondano e degli avvenimenti che ci accadono attorno. Invece che demandare a Dio i nostri doveri, deresponsabilizzando così la nostra fede in un essere divino, nella preghiera diventiamo consapevoli della nostra responsabilità per il Regno di Dio.
Una storia sufi così racconta: «Un uomo sconvolto da tutto il dolore e la sofferenza che vedeva intorno a lui alzò il suo grido a Dio. “Guarda tutto questo dolore e sofferenza. Guarda tutti questi omicidi e queste tragedie. Oh mio Dio, come mai non sei intervenuto?”. Allora Dio gli disse: “Ma io ho mandato te! “».
Paolo Gamberini, Deus due punto zero.
L’obiezione banale: « Può forse la mia preghiera cambiare qualcosa nei disegni di Dio? Può forse obbligarlo a volere ciò che prima non voleva? », aiuta a porsi nella vera prospettiva, incomparabilmente più alta. La mia preghiera non cambierà niente, certamente, ma quando prego divengo lo strumento vivente e vero voluto da Dio da tutta l’eternità per quest’ora, e che realizza in questo preciso momento ciò che Dio vuole sia l’effetto della mia preghiera. E se Dio vuole la mia preghiera e vuole che essa raggiunga un determinato frutto, come potrà non essere sicura e efficace del suo risultato? « Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare delle cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli ne darà di buone a coloro che ne chiedono! » (Mt., 7, 11); poiché è Dio stesso che per primo suscita la mia preghiera e mi spinge segretamente a domandare, cercare, bussare.
Associati all’opera di Dio, perché siamo figli, la nostra preghiera acquista rango e dignità di causa: Dio ha deciso che certi effetti non si producano che per la preghiera dei suoi figli. Come il lavoro è una delle cause della raccolta, così è la preghiera nella messe di Dio: il mendicante che noi tutti siamo diviene il collaboratore di Dio.
Jacques Loew, Testimoni dell’ Invisibile.