Parole per il cammino…

Abbà Giovanni il Nano disse: “Non è possibile costruire una casa dall’alto in basso, ma bisogna costruirla dalle fondamenta alla sommità”. Gli dissero: “Che cosa significa questa parola?”. Rispose loro: “Il fondamento è il prossimo che tu devi guadagnare, ed è la prima cosa che devi fare. Da questo dipendono tutti i comandamenti di Cristo”. (Detti dei padri, Giovanni il Nano 39)

La Chiesa: popolo di Dio in cammino nell’oggi

La visita di Papa Francesco è l’occasione straordinaria per condividere un sogno e riscoprirci destinatari del dono di essere Popolo di Dio. Così si esprime il Pontefice nella sua Lettera apostolica Evangelii Gaudium:
“Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione”. (EG 27)
Tutti siamo invitati a dare il contributo utile a questa azione missionaria che permetta di annunciare il Vangelo dentro le pieghe di una quotidianità, oggi molte volte lontana e estranea alla Buona Notizia, per ignoranza, per pigrizia, per abitudine…
In particolare la parrocchia è la porzione di Chiesa più vicina alla vita della gente e, se si rende disponibile a lasciarsi trasformare dalla forza dello Spirito, può continuare a vivere in costante atteggiamento di “uscita” favorendo così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia. Allo stesso modo la parrocchia può essere nel territorio “presenza ecclesiale, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione”
Dice ancora il Papa: “Attraverso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione. È comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare e centro di costante invio missionario” (EG 28).
Nel lasciarci provocare da questo orizzonte missionario riscopriamo il fatto che tutta la Chiesa, in cui ogni battezzato è discepolo-missionario, è Popolo di Dio in cammino nell’oggi. La parrocchie e le comunità pastorali non sono solo “organizzazioni del sacro”, ma porzioni dell’unico Popolo di Dio, umile, beato e disinteressato, gratuito, aperto a tutti i popoli, segno del suo amore misericordioso nella quotidianità perché, come ci è stato più volte ricordato, il campo di Dio è il mondo.
L’incontro con il Papa sarà per ciascuno l’esperienza viva e concreta di questa dimensione profonda.

Valentina Soncini
Segretario Consiglio Pastorale Diocesano

Quaresima: dalle “piccole salvezze” alla Salvezza

Entriamo in questo prossimo mese nel tempo liturgico della quaresima. Da sempre la quaresima trova il suo tratto distintivo nel tema della penitenza e della conversione. Il credente, però, non è chiamato a fare una penitenza fine a se stessa, bensì è chiamato a percorrere una penitenza che, eliminando tutto ciò che non compete alla verità della vita, lo conduca alle sorgenti della sua vera identità. Per comprendere quale sia questa vera identità di cui andiamo parlando, prendiamo in prestito le parole a Gregorio di Nazianzo:
Il Verbo di Dio prese una porzione di terra appena formata, plasmò con le sue mani immortali la nostra forma e le comunicò la vita: infatti lo spirito che ha alitato in essa è un flusso dell’invisibile divinità. Così dal fango e dal suo Soffio fu creato l’uomo, immagine dell’ Immortale… Questa è la causa per cui io, che sono fatto di terra, amo la vita di quaggiù, ma poiché in me vi è anche una parte divina, il desiderio del mondo futuro non dà pace al mio cuore. (Poemi I).
Effettivamente ogni uomo è animato da uno “sprazzo della divinità”, che lo porta, lo attira, lo lavora, gli impedisce di identificarsi totalmente con la terra di cui è impastato. Nessuno dei suoi condizionamenti terreni saprebbe soddisfarlo né definirlo compiutamente.
Il tempo della quaresima dovrebbe portarci a scoprire questa nostra prima verità: l’uomo non si salva con le sole proprie mani, perché è fatto per il cielo, e dunque non può rimanere legato alla sola terra. L’uomo ha dunque bisogno di essere salvato da Dio.
Il tempo della quaresima deve condurci a comprendere che l’uomo trascende tutti i dati biologici, psicologici, sociologici, proprio perché è una apertura attraverso la quale Dio viene ad abitare in lui. Il tempo della quaresima deve condurci a riconoscere come le “piccole salvezze” della terra non siano in grado di soddisfare il cuore dell’uomo e nel contempo deve educarci a dare un nome a queste “piccole salvezze” ricercate, giorno dopo giorno sulla terra, per dirci salvati e realizzati.
In sintesi, il cammino quaresimale vuole aiutarci a riflettere sulla necessità di riconoscere il proprio bisogno di essere salvati e, conseguentemente, sulla necessità di lasciarci raggiungere dalla Salvezza che viene da Dio.
Buon cammino di quaresima a tutti.
d. Romeo

Papa Francesco viene a visitare Milano e le terre ambrosiane

L’intenso itinerario che percorrerà il 25 marzo, dalle case bianche al carcere di san Vittore, dal Duomo di Milano al parco di Monza per la celebrazione della santa Messa, fino all’incontro con i cresimandi allo stadio di san Siro, è il segno più eloquente della sua volontà di essere tra noi per confermare la nostra fede e contagiarci con la forza della sua testimonianza missionaria.
La Milano che si prepara ad accogliere il Papa è una città che sta vivendo sulla propria pelle quel cambiamento d’epoca (molto più potente di una semplice epoca di cambiamenti) di cui papa Francesco parla spesso. La terra dei santi Ambrogio e Carlo, questo grande tessuto urbano che copre e supera il territorio diocesano, sta conoscendo da un lato un grande momento di risveglio e rilancio (complice il rinnovamento avuto con EXPO); ma dall’altro è provocata e sfidata da un contesto culturale e sociale in forte trasformazione, che non sempre favorisce l’incontro di popoli e di culture in una convivenza capace di conciliare le differenze.
La visita del Papa, a cui occorre prepararsi con cura in queste settimane, sarà l’occasione per ravvivare il nostro contributo a questo processo di ricerca e di ricostruzione dell’anima della città e delle terre ambrosiane. Dall’incontro con papa Francesco ci attendiamo di acquisire nuova consapevolezza sulla nostra identità di popolo posto da Dio dentro la storia, come recita il titolo dato all’evento: “in questa città ho un popolo numeroso, dice il Signore” (At 18,10).
Prepararsi significa accendere momenti di confronto e di verifica, per cogliere quanto a Milano e nelle terre ambrosiane siamo quella Chiesa “umile, beata e disinteressata” che papa Francesco ci ha descritto al Convegno Ecclesiale di Firenze; Chiesa “in uscita” che svela il suo volto facendosi carico con amore generoso del desiderio di vita dell’intera umanità, spesso dolorosamente ferita dal male; Chiesa che pone al centro i poveri, dai quali impara lo stesso farsi povero di Gesù.
Invitiamo tutti, singoli e parrocchie, famiglie e consacrati/e, gruppi e realtà ecclesiali, a fare del sussidio pubblicato dalla Diocesi proprio in preparazione alla visita del Papa (lo potete trovare sul sito diocesano) uno strumento di riflessione, preghiera, confronto e dibattito tra di noi ma anche con la società civile, perché possiamo arrivare all’incontro con papa Francesco avendo gustato il sapore del sogno di Chiesa che ci consegna come compito proprio con questa sua visita.

mons. Luca Bressan

Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale – Arcidiocesi di Milano
Presidente Caritas Ambrosiana

Scuola e ora di religione

Tempo di iscrizioni a scuola e tempo di scegliere per le famiglie e per gli studenti più grandicelli che ormai decidono in autonomia se iscriversi per frequentare l’ora di religione, lezione che sempre più, soprattutto alle scuole superiori, viene “snobbata” al punto che sono numerose le classi in cui il numero di chi rinuncia a questo momento formativo e di riflessione supera quello di chi, invece, ne comprende l’utilità e l’opportunità. In occasione della Giornata di sensibilizzazione alla scelta dell’Ora di Religione il Cardinal Angelo Bagnasco, presidente della CEI, si è così pronunciato: «Si parla spesso di una certa fragilità che rende difficile resistere nelle difficoltà della vita, alle quali nessuno può sottrarsi. È segno di uno smarrimento interiore che nasce dal non riuscire a fare sintesi, a ordinare le conoscenze, le emozioni, le esperienze, i sentimenti… Anche il ricco mondo della scuola, con le conoscenze e le competenze che offre chiede un punto di sintesi, perché il giovane non diventi un’enciclopedia, ma una persona matura». In questo senso, prosegue Bagnasco, «l’insegnamento della religione cattolica, anche per la sua valenza culturale, può essere per tutti un momento di chiarificazione e di equilibrio: i contenuti, la storia, il confronto con le civiltà, sono un riferimento necessario per comprendere il tempo e la società che abitiamo, uno strumento per il dialogo con tutti». Alle sue parole vogliamo aggiungere quelle di chi lavora sul campo, di un insegnante di religione, Angelo Bertolone, che gestisce un blog (Religion Hour) e una omonima pagina Facebook, e proprio ieri ha così ricordato agli studenti e alle loro famiglie: «l’ora di Religione è fatta più o meno di 60 minuti che per qualcuno possono essere pochi, ma vi assicuro che ogni istante è aperto ad uno dei misteri che l’uomo fin dagli albori dell’umanità cerca: il senso della vita». Ha quindi poi stilato un piccolo decalogo per convincere e mostrare la bellezza di questi 60 minuti, parole e pensieri che ci piace condividere con voi lettori:

I cinque buoni motivi per avvalersi dell’Ora di Religione

1. L’insegnamento di Religione (IRC) è un’ora curriculare, cioè una disciplina scolastica vera e propria, che si avvale di docenti sempre più preparati e attenti alla vita dei ragazzi. Fa parte quindi dell’orario scolastico e delle discipline scolastiche a tutti gli effetti. La legislazione infatti recita: la Repubblica Italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado”.

2. La diocesi di Milano è una realtà multi – culturale e multi – religiosa: è importante che voi giovani conosciate bene le tradizioni, la cultura e la religione che ha segnato le radici dell’Italia, per essere aperti al dialogo con tutti. Per questo durante l’ora di Religione si conoscono anche le altre culture, le Religioni e non a caso in molte realtà sono sorte collaborazioni con le Comunità Religiose non cristiane presenti sul territorio. Ciò può essere motivo di arricchimento per ognuno di voi che conoscendo una cultura e una religione diversa dalla vostra può aprirsi all’accettazione dell’altro.

3. Gli Insegnanti di Religione, attraverso percorsi di aggiornamento presso Università accreditate dal MIUR e con i Corsi di Aggiornamento proposti dal Servizio IRC della Diocesi sono sempre attenti alla persona, coniugando l’aspetto dell’istruzione (ambito metodologico – didattico) con quello dell’educazione (ambito psico – pedagogico). Questo perché l’IRC é una materia che mira allo sviluppo integrale della Persona umana senza tralasciare nessun aspetto per un pieno accrescimento delle proprie Competenze in tutti gli ambiti.

4. L’IRC nella Scuola italiana è una preziosa opportunità culturale ed educativa, perché guida voi ragazzi a scoprire le radici della storia, dell’arte e della cultura con agganci alle altre discipline di studio; vi aiuta a rispondere alle domande di senso che tutti – appartenenti ad ogni popolo, cultura e religione – portiamo nel cuore: “Chi sono io? Da dove veniamo? Che senso ha la vita? Perché esiste la morte? Cosa c’è dopo la morte? Come affrontare la vita? Cosa c’entrano gli altri con me?”. Una ragazza o un ragazzo che impara ad affrontare le grandi domande della vita, vivrà in modo molto più sereno i momenti della crescita. Non solo: se scopre il perché di quello che fa e di quello che vuole essere, se impara ad avere uno scopo nella vita, se ha capito che tutta l’esistenza è un cammino di ricerca, allora la vita appare nella sua bellezza e lo studio e la cultura sono l’occasione per compiere questo itinerario.

5. L’IRC é l’unica materia che si può scegliere, infatti, rispetto a tutte le altre discipline che sono obbligatorie, per l’IRC il dinamismo della scelta gioca un ruolo fondamentale proprio perché si tratta di una materia che investe tutto l’essere della persona in tutti gli ambiti della propria vita. Questo però non vuol dire che bisogna per forza “credere” in una determinata confessione (cristiana nello specifico).