Calendario pastorale

Giovedì 14 ore 21.00 presso la sala della Comunità, Incontro con don Marco Pozza, parroco del carcere di Padova, sul tema: Misericordia , Perdono, Speranza: farne esperienza perché il Giubileo diventi vita.

Domenica 17 ore 15.00 Catechesi dell’iniziazione cristiana.
ore 15.15 Incontro presso la chiesa parrocchiale per i genitori del cammino dell‘ iniziazione cristiana e per gli adulti.
ore 16.30 Attività di gioco per i bambini e castagnata in oratorio.

Domenica 24 ore 15.00 catechesi dell’iniziazione cristiana.
Inizio della catechesi per comunione 1 (2^ elem.).

Caritas: i volti delle povertà ambrosiane

Nell’indagine più centri d’ascolto coinvolti e più beneficiari: famiglie con minori, lavoratori, migranti. Calano le richieste di lavoro, aumentano quelle di integrazione del reddito.

Più centri d’ascolto coinvolti nella rilevazione (168 invece dei 137 del 2022, ovvero+22,6%, cui si aggiungono i 3 servizi diocesani Sam, Sai e Siloe); più utenti incontrati e censiti (17.238, con un aumento del 17,9% rispetto all’anno precedente); più richieste di aiuto e intervento registrate (59.354, +24% rispetto al 2022). Il Rapporto sulle povertà nella diocesi ambrosiana – Dati 2023 è stato presentato oggi, mercoledì 16 ottobre, vigilia della Giornata mondiale di lotta alla povertà, nella sede di Caritas Ambrosiana Il documento, prodotto dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse della Caritas diocesana, recepisce gli esiti del lavoro condotto da una rete sempre più ampia di centri d’ascolto (più di 400 quelli attualmente operanti nella diocesi di Milano) e di servizi, che condividono metodo e strumenti di rilevazione. Ne scaturisce una fotografia sempre più fedele e rappresentativa dei fenomeni di povertà che corrodono la società milanese e lombarda. E che almeno in parte sfuggono alla statistica, o quantomeno alla conoscenza pubblica, perché diverse persone in difficoltà che si rivolgono a Caritas non entrano nei radar dei servizi sociali o sanitari istituzionali.

Molte più richieste.

Come detto, i beneficiari dell’ascolto e dell’aiuto garantiti da Caritas nel 2023 sono aumentati, perché aumentato è il numero dei centri d’ascolto che partecipano alla rilevazione. Ancora più marcatamente si è accresciuto il numero delle richieste rivolte a operatori sociali e volontari. Letti insieme, questi dati confermano che l’area della povertà assoluta (come attestato dalle ricerche ufficiali di Istat) si va consolidando anche nei territori ambrosiani, si va intensificando e facendo più multidimensionale e complessa (ogni povero tende a manifestare una pluralità di richieste in relazione a una pluralità di bisogni, e a reiterarle per periodi sempre più prolungati), si va distribuendo tra servizi di aiuto (pubblici e privati) sempre più numerosi e specializzati.
Nel dettaglio, coloro che nel 2023 si sono rivolti alla rete Caritas sono stati soprattutto donne (quasi 6 su 10, ma gli uomini erano il 38% nel 2022 e sono diventati il 40,4%), immigrati (63,9%, contro il 60,9% del 2022:ci si riavvicina al rapporto con gli italiani che era “classico” negli anni prepandemici, 7:3), disoccupati (categoria che non è però più maggioritaria in termini assoluti, essendo in costante flessione ed essendosi attestata al 49,1%, mentre si consolida la significativa presenza degli occupati che si rivolgono a Caritas, i quali sono ormai il 23,9% del totale).

Al lavoro, ma sempre più poveri.

Quest’ultimo dato introduce una tra le tendenze più chiare colte dal Rapporto 2023: la conferma della rilevanza del fenomeno del “lavoro povero”. Ai centri d’ascolto e ai servizi Caritas continuano a crescere le richieste di aiuto dettate da insufficienza di reddito, mentre
si riducono i casi con problemi di lavoro. Se l’incidenza percentuale dei working poor appare
stabilizzarsi, l’evidenza è che in media si tratti di soggetti sempre più intensamente poveri, cioè sempre più lontani dalla disponibilità di risorse economiche sufficienti a garantire una dignitosa qualità di vita: tra gli occupati, denunciano infatti problemi di reddito ben l’80,9% (erano il 77,5% nel 2022).
Il Rapporto 2023 conferma poi che le famiglie con figli minori hanno una maggior probabilità di cadere in povertà. Anche quelle non numerose: quasi 1 nucleo su 4,tra quelli che si rivolgono ai centri d’ascolto, ha al suo interno figli under 18, che sono in media 2,01. Nel 23,5% dei casi, alle porte di Caritas bussano madri sole (nubili o separate o divorziate o vedove); in quasi 3 casi su 4, le famiglie povere con figli minori sono di nazionalità non italiana.

Migranti: norme generatrici di precarietà.

Quanto alle situazioni riguardanti i migranti, il fatto che la loro presenza nei centri d’ascolto torni a essere più accentuata, in termini percentuali, è testimonianza del fatto che chi dispone di minori reti sociali, minori capacità di orientarsi nel labirinto delle burocrazie, minori diritti riconosciuti dalle leggi e, in generale, di minori opportunità, tende a rimanere più stabilmente impaludato nello stagno della povertà e dell’esclusione sociale.
Un dato eminentemente “ambrosiano” riguarda la forte impennata degli accessi ai centri d’ascolto da parte di membri di specifiche nazionalità, in particolar modo i peruviani (sono stati il 18,5% dei migranti che hanno richiesto aiuto, +54,5% rispetto all’anno precedente): a far da detonatore, in questo caso, sono le contraddizioni del sistema di norme che regolano il diritto d’asilo e in generale gli ingressi in Italia. Norme che, mantenendo rigidi e ristretti i canali d’accesso legittimi, finiscono per espandere l’area dell’irregolarità giuridica e della precarietà sociale ed esistenziale. Infine, alcuni dati sembrano evidenziare che l’acquisizione della cittadinanza italiana non è di per sé decisiva nell’affrancare da una “carriera” di povertà: chi era in situazione di disagio prima di divenire cittadino italiano, rischia con forte probabilità di rimanervi impigliato anche dopo. Affinché tale acquisizione sia piena ed effettiva, deve corrispondere al compimento di percorsi di formazione e inclusione, sui quali occorre scommettere e investire seriamente.

Quali sono i luoghi più religiosi del mondo

Un sondaggio durato 15 anni ha rilevato l’importanza della religione e della preghiera nella vita delle persone. E in Italia?

I luoghi più religiosi del mondo sono l’Africa subsahariana e l’America Latina, quelli meno religiosi l’Europa e l’Asia Orientale. È quanto emerge da un’imponente ricerca del prestigioso istituto indipendente Pew Research Center, che dal 2008 al 2023 ha condotto in centodue Paesi e territori diversi sondaggi chiedendo in particolare a ogni intervistato quanto fosse importante la religione nella propria vita e quanto spesso pregasse.
In stati come il Senegal, il Mali, la Tanzania, la Guinea-Bissau, il Ruanda e lo Zambia, le persone sono tra le più propense ad affermare l’importanza della religione nella loro esistenza, arrivando al 90% degli adulti. All’opposto, in Estonia, Repubblica Ceca, Danimarca, Svizzera, Regno Unito, Svezia, Lettonia e Finlandia si arriva sì e no al 10% della popolazione maggiorenne. Invece, nell’Asia meridionale e sudorientale c’è molta meno omogeneità, andando dal forte legame con la fede in Indonesia (98%) alla scarsa religiosità in Vietnam (26%). Negli Stati Uniti la percentuale si attesta al 42%. Considerando le centodue posizioni, la mediana è pari al 55%.
Per quanto riguarda la preghiera, i latinoamericani sono tra i più propensi al mondo a dire di praticarla. Sia in Guatemala che in Paraguay è stato rilevato che è frequente nell’82% degli adulti, in Costa Rica e Honduras nel 78%. Invece, in nessun luogo esaminato nell’Asia orientale si sale sopra il 21% della popolazione maggiorenne, come ad esempio ad Hong Kong (13%) e in Giappone (19%). Gli Stati Uniti hanno un tasso del 45%, che si avvicina alla mediana di tutti i luoghi del mondo del 46%.
La ricerca ha dovuto affrontare un’importante problematica legata al rilevamento di queste informazioni, perché chiedere alle persone l’importanza della fede nelle loro vite e la frequenza delle loro preghiere funziona meglio in alcuni posti rispetto ad altri. È più facile dove predominano le religioni abramitiche – ebraismo, cristianesimo e islam –, perché l’adesione formale a un credo e la preghiera sono centrali nelle rispettive tradizioni. Altrove, è servito porre domande aggiuntive per cogliere gli aspetti chiave dell’osservanza religiosa o spirituale; ad esempio, in Asia Orientale la gente non da rilievo alla fede o alla preghiera, ma partecipa a rituali tradizionali per onorare i loro antenati.
E in Italia? Per quanto riguarda l’importanza della religione nella propria vita è al settantasettesimo posto, con una percentuale rilevata di poco più del 20% di adulti che la ritengono molto rilevante. Riguardo alla propensione alla preghiera, si situa alla settantaseiesima posizione, con un valore percentuale pressoché uguale al precedente.

Calendario pastorale

Domenica 27 ore 15.00 Attività di gioco in oratorio.

Martedì 29 ore 21.00 Incontro missionario a Sedriano – Centro Paolo VI. “I nostri missionari si raccontano”; Suor Blandine – Magenta; don J. Paul – Vittuone; don J. Pierre – Robecco S/N.

Sabato 2 e domenica 3 Raccolta alimenti Caritas. Preferibilmente: biscotti, tonno, pelati, olio d’oliva, riso, pasta, latte UHT.

Mercoledì 6 ore 14.45 Incontro formativo per Adulti + in oratorio.

Venerdì 8 ore 21.00 Lectio divina per adulti a cura dell’Azione Cattolica, presso la parrocchia Madonna Pellegrina ( San Martino di Bareggio).
Relatore don Cristiano Passoni ( responsabile diocesano dell ‘A.C.)

Sabato 9 e domenica 10 In occasione della giornata Caritas, distribuzione del “panino solidale” a cura del gruppo caritas parrocchiale.